Acqua, vento e… Miguel Indurain: in più di 8.000 per la Maratona ...

Maratona delle Dolomiti

Il meteo non toglie nulla a una giornata nobilitata dalla presenza del navarro. Successi di Giuseppe Orlando e Laura Siemenc nel percorso da 138 km e 4.200 di dislivello

dal nostro inviato Jacopo Gerna

7 luglio - 20:20 - CORVARA (BOLZANO)

Ci voleva questo piovosissimo 2024 (almeno al Nord Italia) per spezzare l’incantesimo che vuole che la Maratona dles Dolomites sia sempre una gara asciutta. Niente da fare stavolta: dopo una partenza, alle 6.30, da La Villa, senza pioggia (ma con discese in parte insidiose dopo la precipitazione della notte) poco dopo le 10 si sono scatenate le ire di Giove Pluvio. Ma tutto questo non ha tolto nulla alla magia della Maratona. Anzi, la giornata è stata ancora più memorabile del solito, con gli 8.050 partecipanti che hanno dato tutto per arrivare al traguardo di Corvara. Spesso inzuppati come pulcini. 

anche indurain

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Il grande Miguel l’aveva giá detto alla vigilia: “Pioverà, ma il ciclismo è duro. Una volta diluvia, quella dopo fa freddo, quella dopo ancora si muore di caldo”. Il navarro, che ha optato per il medio insieme a Fabio Aru, ha fatto il pieno di selfie in griglia e durante la gara ed è stato la star indiscussa di questa edizione, vinta da Giuseppe Orlando tra gli uomini e dalla slovena Laura Siemenc tra le donne nel percorso più esigente, quello da 138 km e ben 4.200 metri di dislivello, col temibile Giau che ha offerto a tratti anche della grandine. Con Indurain altri grandi ex come Paolo Bettini e Gianni Bugno, protagonisti di altri sport come gli sciatori Federico Pellegrino e Mattia Casse, e numerosi nomi di spicco dell’imprenditoria tra cui Vittorio Colao (Vodafone), Pierluigi Alessandri (Technogym) e Fausto Pinarello. 

lo spirito unico

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Alla Maratona da sempre c’è una speciale cultura dell’ultimo. Si festeggiano i primi, ragazzi con valori fisici che dell’amatoriale hanno ben poco, ma anche e soprattutto gli ultimi. Il deus ex machina della Maratona dles Dolomites Michil Costa ha atteso personalmente i corridori che si sono fatti quasi 10 ore di bici, più della metá sotto l’acqua, solo per poter dire “ce l’ho fatta” e ricevere dalle sue mani la medaglia che all’arrivo spetta a tutti i partecipanti. Chi festeggia come se avesse vinto un Mondiale, chi immortala col telefono un momento speciale. Già, perchè alla Maratona il solo far parte dell’evento è un trionfo.

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