Morgan in tribunale per stalking alla ex Angelica Schiatti: «La vittima ...

5 giorni ago
Morgan

Lei parla di molestie, insulti, paura e violenza, lui di un periodo difficile, di parole di cui si scusa ma che sono un «sassolino» nel mare di decine di poesie d'amore. È tanta la distanza tra le posizioni di Marco Castoldi, alias Morgan, e la ex fidanzata Angelica Schiatti, che si è tradotta in processo a carico del cantautore per stalking e diffamazione, la cui prima udienza si è svolta stamattina in Tribunale a Lecco. In aula Morgan ha reso spontanee dichiarazioni, per poi chiedere l'accesso alla giustizia riparativa, sulla quale il giudice si è riservato di decidere e deliberare il prossimo 27 settembre. Morgan e Schiatti, una relazione chiusa nel 2020 e poi la denuncia per atti persecutori, sostengono due versioni totalmente diverse della medesima vicenda, su cui a fare luce saranno solamente le risultanze investigative e il Tribunale.

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La difesa di Morgan

«Sono totalmente una persona sensibile, rispetto gli altri, lo stalking con me non c'entra proprio nulla.

Mi hanno disintegrato - ha detto Castoldi entrando in Tribunale -. Si uscirà dall'incubo finalmente, da questa tortura, perché io sono torturato». Morgan a seguito della denuncia ha perso un contratto appena siglato con la Warner, a suo dire per quanto emerso sulla stampa negli ultimi mesi, in particolar modo presunti episodi di revenge porn e un pedinamento organizzato da Castoldi a Schiatti coinvolgendo due persone «reati dei quali non è accusato e che non sono mai entrati nel fascicolo di inchiesta», ha precisato il suo avvocato Rossella Gallo. In apertura di udienza il musicista si è alzato in piedi e ha parlato spontaneamente, spiegando di aver «proposto le mie scuse anche in maniera formale per il linguaggio usato e gli atteggiamenti legati a un periodo particolarmente difficile della mia vita» e di aver cercato di conciliare con Schiatti, pur senza «sminuire la percezione della persona offesa», perché rifiuta di essere dipinto come un «persecutore o accostato ad accadimenti gravi di cronaca recente», perché «totalmente incapace di alzare le mani, figuriamoci su una donna».

La giustizia riparativa

Con questa premessa Morgan ha chiesto di poter beneficiare della giustizia riparativa. Una volta fuori dall'aula ha spiegato di essere «contento» di aver potuto parlare al giudice «dopo che per anni sono stato zittito» e di non avere «nulla da nascondere, se mi si vuol far passare per quello che non sono non si riesce, in ultimo trionfa la virtù". Diametralmente opposta la posizione di Schiatti, che per tramite del suo avvocato Maria Nirta, ha fatto sapere di avere «seri motivi» per opporsi alla giustizia riparativa, perché "è sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo sui social, quotidiane diffamazioni e violente espressioni nei confronti della signora Schiatti e del suo compagno». La ex fidanzata di Morgan, anche lei musicista, secondo l'avvocato «ha lasciato la sua casa di Milano perché non si sente serena», ed è lei la vittima, non «lui che si definisce vittima», perché è tutto «agli atti del processo», per augurarsi che «si apra il dibattimento al più presto». Anche in ambito procedurale le due parti sono in netta contrapposizione, da un lato Morgan e i suoi legali sostengono con forza che «l'assenza di provvedimenti cautelari» a suo carico sia una prova della sua innocenza, dall'altra Nirta afferma invece che sulla questione «il Tribunale non si è ancora pronunciato», dopo una seconda richiesta presentata a luglio.

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