Napoli - Eintracht, tutta la vicenda: cosa è successo e perché se ne ...

17 Mar 2023

Ieri Napoli è stata messa a ferro e fuoco da centinaia di ultras tedeschi dell'Eintracht Francoforte prima e dopo la partita di Champions League al Maradona.

Napoli-Eintracht Francoforte

Fonte foto: Account Twitter Spazio Napoli

Stando a diversi fonti, la Digos da un mese e mezzo aveva segnalato l'alto rischio della gara di ieri visto che, a livello calcistico, da una parte il Napoli è amico di tre squadre tedesche (il Borussia Dortmund, il Monaco 1860 e l’Herta Berlino) mentre il Francoforte è gemellato con l'Atalanta.

Difatti ieri, secondo la questura, c'erano ben 200 tifosi atalantini a dar man forte ai tedeschi.

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La devastazione di Napoli

Quella di ieri nel capoluogo campano è stata una giornata di violenza e devastazione: in occasione della partita con cui il Napoli si è guadagnato l'accesso ai quarti di finale della Champions League, centinaia di ultras rivali erano arrivati in città senza biglietto.

L'impressione che la situazione stesse degenerando c'era già in mattinata e la conferma è arrivata nel pomeriggio quando la piazza del Gesù Nuovo di Napoli si è riempita di quasi 400 ultrà tedeschi arrivati lì dopo un corteo non autorizzato.

Nella notte poi, dopo la partita, è stato il turno di una cinquantina di tifosi napoletani con caschi, passamontagna, bastoni e bombe carta, che ha tentato di assaltare gli alberghi sul Lungomare di Napoli. Il bilancio in serata è di venti contusi, quasi tutti appartenenti alle forze dell’ordine.

Chi ha fatto arrivare gli ultras tedeschi a Napoli?

Dopo le immagini di ieri in tanti dal mondo della politica chiedono chiarezza su quanto accaduto al Viminale ma intanto alcuni sindacati di polizia hanno criticato il Tar Campania per le incertezze provocate. Così come ha ribadito il segretario nazionale di Coisp a 'Today.it' :"Avevamo immediatamente denunciato la gravità della sentenza dei giudici amministrativi che avevano sospeso il divieto di vendita dei biglietti ai residenti in Germania. Cosa sarebbe accaduto se, con la vendita dei biglietti agli ultrà dell'Eintracht, fossero arrivati a Napoli in 6mila dalla Germania?".

Tre giorni fa il Tar Campania ha respinto l'istanza cautelare presentata dall'Eintracht Francoforte contro il divieto di vendita dei biglietti per la partita. A provocare confusione però è stato lo stesso tribunale che lo scorso 11 marzo aveva accolto il precedente ricorso del club tedesco contro il divieto di vendita dei biglietti per tutti i residenti in Germania disposto dalla Prefettura, misura considerata "non proporzionata". Questa è stata la ragione principale per cui il divieto di vendita è stato limitata solamente ai residenti di Francoforte.

Tra l'altro i tifosi tedeschi si sono potuti recare nella città campana anche perché, così come hanno sottolineato fonti di Polizia riportate da vari quotidiani e agenzie, "sono arrivati a Napoli come turisti di un paese Ue - quindi non potevano essere bloccati - e questo nonostante fosse chiaro anche in Germania che non sarebbero potuti entrare allo stadio e che la loro presenza avrebbe potuto provocare incidenti. Scontri che si sono puntualmente verificati e che hanno visto protagonisti anche ultrà locali".

Le reazioni dal mondo della politica

Da Berlino è subito arrivata la ferma condanna delle violenze da parte della ministra dell'interno, Nancy Faeser, per la quale "i violenti e i teppisti distruggono lo sport". Parole dure che fanno eco a quelle utilizzate dal popolare quotidiano tedesco 'Bild Zeitung' che titola "vergogna Champions League a Napoli" accusando i tifosi dell'Eintracht di aver "vandalizzato" la città "assieme agli hooligan dell'Atalanta".

In Italia il Movimento 5 Stelle, attraverso il deputato Dario Carotenuto, ha chiesto un'informativa urgente del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sugli scontri a Napoli. Richiesta alla quale si è associato anche il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli che a 'Today.it' ha dichiarato: "La città è sotto assedio. Gli ultras hanno cacciato i turisti dal centro storico di Napoli e hanno incendiato le auto della polizia. Questi soggetti non dovevano arrivare in Italia e a Napoli".

Paolo Di Falco

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