Nuovo patto Ue sui migranti: ecco come funziona in 10 domande e ...

19 giorni ago
Patto sui migranti Ue

In che cosa consiste la nuova “Procedura rapida”?

I migranti che provengono dai Paesi che hanno una bassa percentuale di richieste di asilo accolte (il 20%) saranno incanalati nella nuova “Procedura Rapida” - in modo che tutti abbiano comunque la possibilità di avere la protezione internazionale - e saranno ospitati in Centri di permanenza speciali senza avere formalmente accesso al territorio comunitario. La domanda in questo caso dovrà essere evasa entro tre mesi. Chi non avrà diritto all’asilo dovrà essere rimpatriato entro altri tre mesi. Dalla procedura saranno escluse famiglie con bambini (se non ci sarà capacità adeguati nei centri) e minori non accompagnati (a meno che non pongano un rischio per la sicurezza). La capacità viene fissata al momento in 30mila posti l’anno, in grado dunque di trattare fino a 120mila persone.

In che cosa consiste la “solidarietà obbligatoria”?

Il Patto introduce una quota standard di 30mila ricollocamenti l’anno. Ma gli Stati membri potranno contribuire con misure finanziarie (20mila euro a migrante; l’importo viene determinato sulla base di due variabili: popolazione e prodotto interno lordo) o altre misure, come la presa in carico del rimpatrio di un migrante. In caso di crisi si prevede una possibile deroga temporanea alle procedure standard di asilo e la Commissione potrà intervenire per far sì che i Paesi in questione siano ulteriormente sostenuti. Sul piatto 600 milioni di finanziamenti all’anno, di cui possono beneficiare gli stati soggetti a maggiore pressione migratoria.

Sono previste delle sanzioni per i Paesi non solidali?

No. Fonti del parlamento europeo spiegano che si tratta di legislazione, quindi non ci sono sanzioni specifiche per un paese che non la rispetta. Esiste, come per qualsiasi legislazione europea, la procedura di infrazione della CE, che include anche sanzioni nel caso di inadempienza, mancata ricezione o violazione (esempi). Come sempre, sono i tribunali, nazionali e europei, che dovranno fare applicare le nuove leggi. Saranno possibili ricorsi come per qualsiasi legislazione nazionale e Ue, tanto più - concludono le fonti consultate - che si tratta nella maggioranza di regolamenti che non richiedono misure legislative ulteriori per essere applicati. Inoltre il nuovo accordo lascia la responsabilità dei rimpatri ai Paesi di primo approdo.

Quando viene riconosciuto lo status di rifugiato?

Gli Stati membri avranno il compito di valutare la situazione nel paese di origine sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Ue per l’asilo. Una volta concesso, lo status di rifugiato sarà sottoposto a verifiche regolari. Chi ha richiesto protezione dovrà rimanere nel territorio dello Stato membro responsabile di esaminare la domanda o dello Stato che ha concesso la protezione.

Cosa accade in caso di pressione migratoria forte nei confronti di un solo o più paesi?

In caso di crisi, come è accaduto ad esempio nel 2015, si prevede una possibile deroga temporanea alle procedure standard di asilo e la Commissione europea potrà intervenire per far sì che i Paesi in questione siano ulteriormente sostenuti.

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