Report, inchiesta sul marmo a Carrara: il fuorionda choc sugli ...

12 giorni ago
Report

CARRARA. Non ha certo deluso le aspettative l’inchiesta “Il marmo della Duchessa di Carrara”, in onda in apertura di Report: quasi 40 minuti intensi, con tanti protagonisti intervistati, imprenditori, amministratori, sindacalisti, ambientalisti, cittadini, e anche chi scrive. In una puntata densa, oltre alle immagini forti della marmettola nel Carrione e nei depositi a monte, o alle parole sui morti in cava di Renzo Gemignani; o ancora, al riferimento di Giuseppe Sansoni su “Le cave fabbrica di alluvioni”, le lamentele dei camionisti sulle condizioni delle strade, è inevitabile che destinato a far discutere a lungo sarà il fuorionda “catturato” dall’inviato Bernardo Iovene ad Alberto Franchi.

Il fuorionda

Siamo in cava in zona Bettogli, l’intervista doveva essere solo al presidente di Confindustria Matteo Venturi, ma Alberto Franchi, ospite e “padrone di casa” assiste, ma non si limita ad assistere. La premessa parte da Renzo Gemignani, di Miseglia, che ricorda che in una delle cave dei Bettogli, nel 98 morirono due ragazzi, e, osserva, «Si può dire che ogni famiglia del paese, ma da secoli, ha avuto un morto in famiglia. Dal '50 al 1999 ci sono stati 171 morti tra i cavatori apuani».

L’inviato commenta che «Il pericolo è dietro l’angolo», mostra gli incidenti degli ultimi anni, e Nicola Del Vecchio, segretario generale della Cgil di Massa-Carrara, aggiunge: «Purtroppo, abbiamo assistito e continuiamo ad assistere ad incidenti mortali. I ritmi di produzione hanno portato a una velocità di escavazione che non è più sostenibile. Lo è probabilmente per alcuni imprenditori che stanno continuando a fare enormi guadagni».

«Deficienti»

Riecco Iovene che, anticipando la battuta infelice, commenta: «Secondo Alberto Franchi, presidente dell'azienda omonima che fattura in assoluto, più di tutti, 76 milioni di euro, i lavoratori delle cave lavorano pochissimo e, se si fanno male, è perché sono deficienti». Eccoci al fuorionda. Franchi parla liberamente, e innanzitutto sostiene che ormai in cava di fatto i lavoratori «non fanno niente». E rincara: «Qua se si fanno male è perché sono deficienti, gli incidenti che ci sono stati negli ultimi dieci anni, mi dispiace dirlo, ma purtroppo è colpa dell'operaio; che ci fai, lo picchi? Ma se di qua non ci devi passare e mi vai sotto lì e mi vai lì a rutola, di chi è colpa, mia o tua? Non fan niente. Se ti devi legare per stare sopra lassù e non ti leghi… cioè… o sto qui come un cecchino… nel caso ci stiamo come cecchino». Iovene, evidentemente sorpreso, insiste: «Quindi lavorano poco e guadagnano molto?». Venturi quasi lo implora: «Dai, non far passare questo messaggio, Albi». E Franchi, indicando una telecamera, lo rassicura: «È chiusa la cosa, adesso è la verità». Venturi fa riferimento a qualcuno che ha detto che la busta media è a 1.500 euro. E Franchi chiosa: «Spiegami perché da me vengono tutti i giorni 10, 15 persone a cercare lavoro, va bene? Ma bar, ristoranti... Non trovano personale. Come mai? Si starà meglio là o qua? È un bel mestiere, dai».

L’altra frase: Venturi

Anche il presidente Matteo Venturi si lascia scappare un fuorionda, quando spiega quanto può valere una singola lastra ricavata da un blocco integro di calacatta o statuario (il cui valore a tonnellata, conferma, è sui 10mila euro). L’inviato chiede quanto costi una lastra così pregiata, «Non si può dire? Me lo dica “aumma aumma”». Replica Venturi: «Possiamo dirlo off the record? È 6mila, 7mila euro».

Ricavi record

Un altro dei temi affrontati è quello degli utili record. A commentare ad esempio i 19 milioni di utile su 45 di fatturato di Sagevan, o i 9 su 19 della Igf, il 41% della Marbo, l’inviato Iovene chiama a commentare i dati Gian Gaetano Bellavia, esperto di diritto penale dell’economia, che commenta, stupito: «Forse chi tratta stupefacenti ha un rapporto così. Ma non esiste proprio, hanno degli utili imbarazzanti. È un comparto incredibile, io ho mai visto una roba del genere». L’inviato fa riferimento ai pochi dipendenti rispetto agli utili. «La Sa.ge.van è un altro bel cinema perché ha 12 dipendenti, fattura 46 milioni di euro; quindi, per ogni dipendente sono quasi 4 milioni a dipendente. Ogni dipendente genera 4 milioni di ricavi». Non solo, aggiunge, «Sono strapieni di liquidità. C'è la Franchi, per esempio, che ha 30 milioni liquidi. Hanno ricavi aggiuntivi dai proventi finanziari e quindi l'utile, dopo i proventi finanziari, arriva al 60% dei ricavi. Non esiste. Neanche nella moda. La moda non arriva a queste redditività».

La sindaca

«A Carrara c'è un grosso problema di ridistribuzione della ricchezza. È palese - dice Serena Arrighi -. I nostri imprenditori si devono mettere nell'ottica, qualcuno lo sta facendo, che gli investimenti sul nostro territorio devono essere investimenti importanti».

La chiosa

Chiosa Ranucci: «Ora, grazie alla convenzione che hanno stipulato con il Comune che ha rinnovato le concessioni per 12 anni, incasseranno 6 miliardi di euro; in cambio, insomma, spenderanno 25 milioni di euro, una mancetta, per realizzare dei progetti utili alla collettività. Ora, quali lo decideranno sempre loro. Il paradosso è che poi hanno impugnato questa convenzione, non contenti. Lo scopo ovviamente è quello di mantenere a vita le concessioni; insomma, vagli a dare torto, visto i bilanci milionari che realizzano».

C’è già una prima reazione concreta alle parole di Alberto Franchi, presidente della Franchi Umberto Marmi, pronunciate nel fuorionda di Report su Raitre, nella puntata andata in onda domenica 21 aprile. Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil hanno indetto uno sciopero con manifestazione in programma mercoledì 24 aprile alle 9 con concentramento davanti alla Franchi Umberto Marmi spa .

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