Rocco Siffredi ha incontrato la giornalista Alisa Toaff: la pace è fatta

30 giorni ago
Rocco Siffredi giornalista Iene

È pace fatta fra Rocco Siffredi ed Alisa Toaff. Nell’ultima puntata de Le Iene, il pornodivo e la giornalista che l’ha denunciato si sono incontrati davanti alla iena Roberta Rei e confrontati di persona, chiarendo ciascuno le proprie posizioni.

«Le ho chiesto scusa. Purtroppo, la giornalista si è trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, con la persona sbagliata, perché psicologicamente ero sotto stress da due mesi. Ho perso il controllo, ma non sto facendo la vittima. Ho avuto un momento di crisi», ha spiegato Rocco Siffredi.

La giornalista conferma: «Ci siamo chiariti. Siamo state male io e sua moglie, insomma. È stato un errore, è umano. Io voglio precisare: Rocco non mi ha mai toccata fisicamente. A me quello che ha spinto a denunciare sono stati gli ultimi due vocali, li ho trovati gravi, sessisti e comunque denigranti nei confronti di me stessa, sia come professionista che come donna. Ora è passato tutto. Capisco che ha compreso l’errore: per me finisce qua».

L’incontro e il pianto liberatorio

In particolare, Siffredi ha spiegato: «Può darsi che, come hai detto tu, io sia depresso, può darsi che abbia dei problemi, ma non mi va di curarmi, non mi va di prendere antidepressivi perché penso di essere più forte della depressione, è la verità. Però evidentemente qualcosa non va e quindi la cosa migliore da fare è fare un passo indietro, cercare di ritrovare me stesso». Dopo questo sfogo, il pornodivo si è abbandonato a un pianto liberatorio e, prima di entrare in bagno, ha dato un calcio e un pugno al muro.

Tornato in sé, Rocco Siffredi ha commentato: «Sono un coglione. Mia moglie è la persona più importante che ho. Vedere i miei figli che dicono: “Papà sei un coglione. Quando lo capisci che ti amiamo? Quando lo capisci?”. Vedere mia moglie è così… Io non so come spiegare. Io non ho inventato la serie, la serie è la mia vita. Ho avuto problemi con la famiglia, non riesco a raccontare altro che la mia vita. È che mi dispiace vedere quello che ho combinato a te e quello che ho combinato a mia moglie e ai miei figli».

E, alla giornalista: «Perché non riusciamo a far vedere il motivo per cui ho fatto sto lavoro qua? Perché mi piace il sesso. Io mi sono arrabbiato quando tu hai detto che vado sul set per sfogarmi. Quella roba lì mi ha fatto male perché è come se io sentissi che per 40 anni ero un malato di sesso. Io t’ho mandato quel vocale esclusivamente perché dentro di me ero estremamente confuso. E dicevo: “Ma perché mi hai tradito? Perché? Perché mi scrivi questa roba? Hai bisogno di vendere due articoli più?”. Io la vedevo così».

Ma Toaff è stata chiara: l’offesa alla sua professionalità, per lei, è stata il torto più grave: «Da persona non abituata a quelle offese, sinceramente, io le ho trovate denigranti».

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