Rocco Siffredi: “Mia madre voleva che diventassi prete”

4 ore ago
Rocco Siffredi

“Di 28 ce n'è uno: e non è Febbraio!”. Su internet si possono trovare un'infinità di meme ironici come questo, tutti dedicati al pornodivo italiano per eccellenza: Rocco Siffredi. Che oggi a Verissimo , intervistato da Silvia Toffanin, racconta gli aspetti noti, ma anche quelli meno noti della sua vita.

Diventato a tutti gli effetti una pop star internazionale, resta un'icona dalle mille contraddizioni, tanto da essere celebrata dai media e persino dal cinema. Su di lui è stata tratta anche la serie Supersex , presentata in anteprima mondiale al 74esimo Festival del Cinema di Berlino, che ha debuttato il 6 marzo su Netflix. Un racconto per immagini che attraversa la sua vita fin dall'infanzia: la sua famiglia, le sue origini, il suo rapporto con l'amore. Di cose da raccontare ce ne sono, perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è stato facile per un semplice ragazzo di Ortona di nome Rocco Tano, diventare il pornostar più famoso al mondo .

Nella sua vita non sono mancati i grandi dolori. Come la morte di un fratello a soli 12 anni , rimasto soffocato dopo una crisi epilettica. Un dramma familiare che ha segnato per sempre la sua vita come quella dei suoi genitori, distruttiva per sempre dal dolore.

"Ero all'asilo - ricorda Rocco - mi era venuta a prendere un'amica di mia sorella. Mi ha accompagnato a casa e, appena arrivati, subito sento le grida. Non capivo bene cosa stesse accadendo, ma non ho mai potuto togliermi dalla testa quelle immagini. Mia madre ha sofferto per tutta la sua vita, tanto che per un anno, tutti i giorni, ha continuato a mettere sul tavolo anche un piatto per lui i primi tempi fui accolto da alcuni parenti, rimasi sei mesi a Milano , ma quando tornai a casa mia madre non era più la stessa".

Il sesso entra nella tua vita

Poi, dall'età di 12 anni, si fa spazio in lui quella che ha definito "una vera e propria ossessione per il sesso : sono stato anche ricoverato per abuso di masturbazioni . E pensare che mia madre voleva farmi diventare prete e mi obbligò a fare il chierichetto".

Per la prima volta Rocco ha deciso di raccontarsi in prima persona anche in uno spettacolo che segna il suo debutto teatrale: “Siffredi racconta Rocco” . In tournée dal 18 ottobre con la prima data al Teatro Cartiere Carrara di Firenze, per poi proseguire nei teatri di tutta Italia, tra cui il TAM - Teatro Arcimboldi Milano (29 ottobre), il Teatro Alfieri di Torino (4 novembre) e il Brancaccio di Roma (18 novembre).

Un viaggio appassionante, intimo e divertente in una vita e in una carriera incredibili, guidato dalla voce del suo stesso protagonista, che per la prima volta si racconta “come avrebbe sempre voluto fare”. Un racconto inedito e sincero che procede per suggestioni e ricordi, senza un ordine cronologico, alternando gag comiche, provocazioni irriverenti, intime confessioni e momenti poetici per ripercorrere un percorso professionale e umano che – al di là delle ansie, dei conflitti interiori, dei momenti di solitudine e sofferenza - ha regalato a Rocco anche tanta gioia, spensieratezza e divertimento.

“Alla domanda: “Rocco, ma perché hai voluto fare porno?”, rispondevo: “Per far sesso con un numero infinito di donne diverse al mondo”… Io ho fatto porno per la libertà di essere me stesso ed è stato bellissimo avere potuto fare, senza però mai dimenticare il rispetto per la libertà degli altri!”.

Dalla serie tv al teatro

Attraverso la sua incredibile storia, Rocco Siffredi porta il pubblico alla scoperta di quanta comicità possa esserci dietro al sesso, di quanta determinazione sia necessaria per muoversi in un mondo solo apparentemente 'senza regole', di quanta passione e spirito di libertà guidino le scelte di chi ha deciso di lavorare nel porno e soprattutto di quanta bellezza e supporto regalino gli affetti veri, quelli per i quali Rocco è prima di tutto un figlio, un padre, un marito, un fratello, un amico.

Al suo fianco sul palco anche un'ospite d'eccezione, la moglie Rózsa. Lo spettacolo, diretto e prodotto da Paolo Ruffini con la sua VERA Produzione, rappresenta per Rocco Siffredi una nuova e indimenticabile prima volta, quella in cui arrivare veramente a nudo e concedersi davvero a tutti: a coloro che lo seguito hanno e ammirato in quasi quarant 'anni di carriera, a quelli che vogliono conoscere qualcosa di più dell'uomo. Infine, a se stesso, regalandosi l'occasione di affrontare e superare una nuova ansia da prestazione, quella del palcoscenico, e, in questa relazione dal vivo con il pubblico, capire un po' di più anche sé stesso.

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