Roma, donna colpita in strada con un calcio. L'allarme (social ...

3 ore ago
Roma calcio

Era ferma sul marciapiede di via Capo d’Africa, al rione Celio, quartiere Celio, e guardava il telefonino. Doveva entrare all’interno di uno stabile quando improvvisamente e senza alcun apparente motivo un uomo l’ha colpita con un calcio. Per fortuna la donna non ha riportato danni e gravi conseguenze, ma la malcapitata è rimasta scossa dall’accaduto. L’aggressore - sembrerebbe una persona già nota e con precedenti simili avvenuti nella zona - si è allontanato come se nulla fosse. E in quell’istante, lunga la strada peraltro buia, non c’erano passanti pronti a soccorrere la vittima.

Capotreno colpita con un pugno da un 24enne marocchino senza biglietto e ubriaco: portata in ospedale vicino Roma. Lui fugge a piedi


Il racconto
«Sono spaventata, ero da sola e non ho reagito.

Questo signore - racconta a “Il Messaggero” Benedetta - è un tizio che ha la cattiva abitudine di comportarsi così anche con altre donne». La vittima ha poi deciso di lanciare l’allarme e narrare l’accaduto all’interno di un gruppo di quartiere. Da lì è partito un tam tam (social) con altre testimonianze di persone (tutte di sesso femminile) vittime delle medesime aggressioni: «A me è successo e ho denunciato, senza referto, e identificato - dice una donna - lo hanno preso giovedì e rilasciato la sera stessa. Dobbiamo denunciare tutte». E subito scatta l’identikit del misterioso aggressore: «Si tratta di un uomo alto circa 1.80, non magrissimo, di corporatura robusta, cammina in maniera flemmatica (tranne quando deve colpire) - scrivono - spesso cambia vestiti, in genere indossa felpe con cappuccio e ha una carnagione olivastra con barba nera, scura». «Anche in via Labicana ha agito alla stessa maniera con mia figlia», denuncia un papà. «Dispiace molto perché sono sempre le donne ad essere vittime di questi episodi incresciosi», aggiunge ancora Benedetta, volontaria in un’associazione senza fissa dimora. «Viviamo in un momento storico dove prevaricano le differenze sociali e di conseguenza aumentano questi fatti di microcriminalità». 

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