WTA Miami: Rybakina fa e disfa, battuta una tenacissima Azarenka

30 giorni ago
Rybakina

[4] E. Rybakina b. [27] V. Azarenka 6-4 0-6 7-6(2)

Elena Rybakina giocherà la seconda finale consecutiva a Miami. Non sappiamo se ci arriverà cotta a puntino, ma dopo la quarta vittoria al terzo set sulle cinque partite disputate per arrivare al duello conclusivo ci concediamo il lusso di sospettarlo. A due giorni dalla maratona nei quarti contro Maria Sakkari, la kazaka import ha dovuto sudare altre sette camicie per avere ragione di un’encomiabile Vika Azarenka, la quale ha rifiutato fino in fondo la sconfitta dando prova della solita grinta, pure in parte tenuta in vita da un’avversaria in modalità relè come non di rado le accade.

Per lunghi tratti di un match infine conclusosi al tie break del terzo dopo due ore e trentasei minuti di saliscendi sulle montagne russe si è avuta la netta sensazione che Rybakina avesse un certo qual margine, ma detto sentore, per la verità non sorprendente, ha cozzato con l’atteggiamento passivo e per molti versi inspiegabile della numero 4 WTA, scomparsa dal campo per l’intero secondo set e rimontata al momento di servire per il match prima del colpo di reni piazzato in extremis.

Che si sarebbe prospettata bagarre lo si è capito dal primo, travagliatissimo gioco dell’incontro, vinto da Azarenka al servizio dopo otto minuti, quattordici punti e quattro palle break salvate delle quali tre consecutive. Rybakina, in gravissima ambasce negli spostamenti e infastidita dai colpi alla figura, è stata a sua volta costretta a salvare due palle break dal 15-40 nel sesto game, ma se l’archibugio della casa è il più referenziato sulla piazza un motivo ci sarà, e infatti la kazaka ha sparato tre ace consecutivi per schivare il pericolo, roba che si vede raramente anche nel circuito maschile.

Pochi minuti ed è stata la campionessa di Wimbledon 2022 a piazzare lo scatto che ha deciso il primo set nel settimo gioco, alla seconda palla break apparecchiatale dal terzo doppio fallo di Vika. Poco reattiva la bielorussa sul colpo profondo di Rybakina, e il suo dritto giocato di mezzo volo, da fondo campo però, si è spento in mezzo alla rete.

Azarenka ha avuto una possibilità per pareggiare nel game numero otto, ma il destino è stato il medesimo toccato alle chance precedenti: ace di Rybakina, una sentenza. Impossibilitata a toccare palla in tutti i potenziali momenti di svolta del set, l’ex numero uno del mondo ha dato segni di evidente nervosismo, con il giudice di sedia Tom Sweeney nel ruolo di vittima: a suscitare l’ira funesta di Vika prima il sistema Hawk-Eye, sospettato di malcerto funzionamento, poi le palline gialle, a detta della tre volte campionessa del torneo piuttosto sgonfie. Diversivi che non le sono serviti a impedire le sfuggisse il set, alla fine vinto da Rybakina grazie a 15 punti su 17 con la prima in campo e a sette ace, ma sono stati utilissimi a fomentarne la volontà di ribellione, deflagrata nel set successivo.

Un set, il secondo, francamente difficile da commentare. Dal trenta pari nel secondo game, sul risultato di 1-0 Azarenka, la kazaka è improvvisamente evaporata: non più in grado di mettere una palla nel rettangolo, sotto lo sguardo di un pietrificato Stefano Vukov in tribuna, Elena ha preso 6-0 in ventotto minuti sotterrata da un parziale di ventiquattro punti a cinque.

Per fortuna sua ma non del pubblico, apertamente schierato dalla parte della veterana da Minsk, Rybakina dopo una pausa lunghetta alla toilette ha rimesso parzialmente le idee in quadra. Il quinto gioco, parecchio pasticciato da un’Azarenka colpevole di un paio di dritti sballati, di un attacco un po’ così oltreché di due doppi falli, pareva poter essere decisivo quando Rybakina l’ha vinto alla quinta palla break. Ma la favorita, per inveterata consuetudine abituata a spegnersi e a riaccendersi con pericolosa costanza, ha gettato alle ortiche il vantaggio sbagliando una volée elementare dopo un paio di recuperi al limite di Vika, facendosi riacciuffare sul cinque pari.

La lampadina di Rybakina si è però riaccesa prepotentemente nel breve corso di un tie break dominato, che le permetterà di giocare la finalissima contro chi uscirà vincitrice dallo scontro tra Ekaterina Alexandrova e Danielle Collins. La biondissima tennista da San Pietroburgo di Florida è in missione: all’ultima sfilata nell’Open di casa sembra avere tutte le intenzioni di procurarsi un posto nella storia. Non sappiamo quale delle due versioni di Elena scenderà in campo domenica, ma è probabile le serviranno meno sbalzi per sollevare il trofeo.

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