Santanchè, stralciati i fascicoli per bancarotta. Ma rischia un altro ...

diLuigi Ferrarella

La procura di Milano chiude le indagini su di lei, il compagno, la sorella e la nipote. La ministra: «Non ho niente da dire, ma mi sembra di avere dimostrato di avere ragione in tribunale»

Gruppo di famiglia in un interno. Giudiziario. Perché è con il compagno Dimitri Kunz, con l’ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, con la sorella Fiorella Garnero, e con la nipote Silvia Garnero, che la ministra del Turismo nel governo Meloni, Daniela Garnero Santanchè, si vede contestare dalla Procura di Milano, a conclusione di indagini avviate 18 mesi fa e venute a galla il 2 novembre 2022, l’ipotesi di reato di falso in bilancio nelle comunicazioni 2016-2022 di Visibilia Editore spa (oltre che di Visibilia Editrice srl nel 2021-2022 e di Visibilia srl nel 2016-2022). 

Nella società quotata in Borsa, dal 2016 fino al 13 gennaio 2022, Santanchè era stata presidente (poi sostituita dal compagno Kunz), per diluire le quote (anche nel quadro di un prestito convertibile molto propizio per il fondo arabo Negma e molto criticato dagli azionisti di minoranza), scendere sotto il 5% appena prima di diventare ministra a fine ottobre 2022 e uscire del tutto. Preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio, l’avviso di conclusione delle indagini (su 17 persone e 3 società) è il secondo in venti giorni notificato alla ministra, dopo già quello che le imputa (anche lì insieme al compagno Kunz) di aver truffato lo Stato su 126.000 euro di cassa integrazione Covid a zero ore dei dipendenti della società.

Visibilia, già venditrice di spazi pubblicitari per il quotidiano Il Giornale nell’era Berlusconi, aveva poi rilevato dalla Mondadori nel 2013 periodici di cinema, verde e informatica, nonché di cronaca popolare come Novella 2000 e Visto. Attraverso la fusione con una società già quotata, nel 2014 era entrata in Borsa nel listino Aim delle piccole imprese, per sette anni di fila non chiudendo mai un bilancio in utile ma accumulando perdite per 11 milioni: già dal dicembre 2016 i bilanci avrebbero dovuto svalutare quasi l’intero «avviamento» di 4 milioni, ma non fu fatto (secondo i pm Pedio-Gravina-Luzi eredi del fascicolo avviato dal collega Roberto Fontana oggi al Csm) per nascondere «al pubblico le perdite», evitare la «costosa ricapitalizzazione», ottenere «liquidità» dalle banche o sui mercati, e rimanere in Borsa.
 
L’ultimo tentativo di salvataggio esterno sembrò l’anno scorso quello dell’imprenditore della gestione di condomini Luca Reale Ruffino, che sia con la sua società Sif sia in proprio aveva rastrellato in Borsa le azioni di Visibilia Editore (senza darne le dovute comunicazioni alla Consob) fino ad acquisirne il controllo: dopo il suo suicidio il 5 agosto la Procura non ha trovato alcun nesso con la scalata a Visibilia, ma intanto gli eredi hanno dismesso qualunque interesse per il rilancio o almeno il salvataggio dell’azienda. Disimpegno che ha determinato a inizio marzo 2024 il commissariamento deciso per 6 mesi dal Tribunale civile del gruppo Visibilia Editore/Visibilia Editrice per «gravi irregolarità» e atti di «mala gestione» che rischiano di comprometterne in «modo rilevante» una «ordinata “uscita dalla crisi”». 

Percorso che in futuro potrebbe arrecare ulteriori guai a Santanchè stavolta di natura fallimentare, mentre altre società nella sua ex orbita (Ki Group, Bioera, Biofood) sono pure alle prese con il Tribunale civile: i relativi fascicoli penali per bancarotta sono stati stralciati dai pm «perché per nessuna delle società è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza».

La notizia raggiunge Santanchè all’apertura a Siracusa degli Stati generali del cinema: «Ho visto che sono state chiuse le indagini. Se è una notizia, vedete voi. Io non ho mai partecipato a queste cose mediatiche, non ho niente da dire. Vedremo le cose e chi avrà ragione. Per adesso — si allarga un po’ — mi sembra di aver dimostrato di avere ragione in tutto in Tribunale».

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