Andrea Delogu: «Sono grata per la mia infanzia a San Patrignano»

23 Dic 2023
Andrea Delogu

È nata e cresciuta a San Patrignano e ne è «grata». Andrea Delogu, conduttrice televisiva, ha raccontato la sua infanzia a One More Time, il podcast di Luca Casadei. Figlia di una coppia che è entrata nella comunità come tossicodipendente, poi è diventata ospite e si è fermata a lavorare a San Patrignano, Andrea Delogu è «molto arrabbiata con chi continua a usare lo stigma “ex tossicodipendente”, perché questo non viene mai detto quando qualcuno ha rubato una macchina. Dieci anni dopo non ti dicono “ex ladro”. Prima di entrare a San Patrignano le persone sono tossicodipendenti poi, una volta entrate, fanno un percorso e diventano ospiti della comunità in cui vivono e creano delle relazioni».

Lei è cresciuta «insieme a quei ragazzi, tutto quello che ho lo devo a loro, alla forza che ho visto che mettevano in quello che facevano, alla bellezza del rinascere, al dover chiedere scusa. Io sono grata di essere nata e cresciuta a San Patrignano».

Andrea Delogu ha raccontato la sua singolare infanzia nel libro La collina. «Si è arrivati a essere duemila persone, vivevo a braccetto con decine di bambini più grandi e più piccoli di me. Sono cresciuta sapendo di essere libera, io andavo in giro per le strade serena, non sapevo fosse un mondo chiuso. Salutavo tutti, tutti erano famiglia, non c’era l’estraneo e mangiavamo tutti insieme. Non ero mai sola. Quando sono uscita a dieci anni ho visto che nel mondo libero erano tutti soli».

La conduttrice è «molto innamorata» dei suoi genitori, che ritiene «delle persone incredibili», che «hanno imparato dai loro sbagli e me l’hanno fatto capire. Mi hanno raccontato i loro sbagli, non c’è mai stato un muro tra di noi. Loro me lo spiegavano e finché non lo capivo me lo raccontavano. Hanno imparato camminando con me quindi sono cresciuta molto in fretta anche grazie a loro».

Quando i genitori si sono separati, «io ho tirato un sospiro di sollievo, dovevano lasciarsi prima. Io sono rimasta con la mamma. Mi sono proposta, senza dirlo come fanno tanti bambini di genitori separati, come sostituto della figura di mio padre. Ho fatto di tutto per non farla sentire sola e questo forse mi ha messo in una piccola trappola per tanti anni, una trappola che ho scelto io e che mi rendeva responsabile anche della felicità di mia madre. Andando in analisi ho capito che potevo smettere di prendermi cura di lei semplicemente perché lei mi avrebbe comunque amata. Non dovevo comprare il suo amore».

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