Julian Assange, ultima udienza sull'estradizione. La moglie: «È una ...

20 Feb 2024
Julian Assange

Oggi e domani saranno due giornate decisive per Julian Assange: il fondatore di WikiLeaks dovrà affrontare quelle che, secondo sua moglie Stella, potrebbero essere le sue «udienze finali», quelle che stabiliranno «in sostanza se egli vivrà o morrà». L’Alta Corte di Londra dovrà decidere se accogliere l'appello della difesa dell'attivista e giornalista australiano contro la sua procedura di estradizione dal Regno Unito negli Usa. Sarà l’ultimo tentativo di bloccare la consegna di Assange, che è già stata autorizzata a livello politico dal giudice britannico in primo grado.

Negli Stati Uniti l’attivista dovrebbe affrontare i 18 capi d'imputazione di cui è accusato, e rischia una condanna fino a 175 anni (anche se le autorità hanno indicato che è improbabile che venga condannato a un periodo così lungo) per avere divulgato, attraverso WikiLeaks e testate giornalistiche internazionali come il New York Times o il Guardian, 700 mila documenti riservati che riguardavano attività militari e diplomatiche degli Usa, tra cui crimini di guerra in Afghanistan e Iraq. Il verdetto sarà pronunciato dopo la seconda udienza: se la Corte non dovesse accogliere l’appello, le possibilità di azione legale nel Regno Unito risulterebbero esaurite.

Rimarrebbe solo l’opzione di un ricorso d'urgenza alla Corte europea dei Diritti Umani, da presentare entro 24 ore, sulla base del fatto che il governo degli Stati Uniti ha travisato i fatti, che il processo legale britannico è stato carico di negligenza e che Assange è perseguito per libertà di parola.

Secondo Stella Assange, la decisione dell’Alta Corte di Londra potrebbe essere una questione di vita o di morte, dal momento che la salute del giornalista continua a peggiorare. Julian Assange e i suoi sostenitori sostengono da tempo che la diffusione di documenti militari riservati dovrebbe essere protetta dal Primo Emendamento.

Il ruolo di WikiLeaks

Assange, che ora ha 52 anni, ha fondato WikiLeaks nel 2006 e ha utilizzato il sito web per pubblicare documenti e video riservati relativi all'esercito americano, compreso un manuale dell'esercito di 238 pagine sulle «procedure operative standard» per il campo di prigionia di Guantanamo Bay. Le fughe di notizie includevano documenti secondo cui gli Stati Uniti avevano sottostimato il numero dei civili uccisi durante la guerra in Afghanistan e un video che mostrava un attacco con un elicottero da parte delle forze americane a Baghdad che uccise 11 persone, tra cui due giornalisti. WikiLeaks ha pubblicato decine di altri documenti, tra cui una serie di e-mail del Comitato Nazionale Democratico.

Il confine tra giornalismo e spionaggio

Il caso Assange ha sollevato interrogativi sul confine tra il giornalismo e lo spionaggio. Sotto l’amministrazione Obama, il Dipartimento di Giustizia aveva scelto di non sporgere denuncia contro Assange in base alla teoria secondo cui l’accusa potrebbe ridurre la tutela per le testate giornalistiche e i giornalisti. L’amministrazione Trump, invece, ha sostenuto che il giornalista ha messo a rischio la vita di fonti e informatori.

«La situazione è estremamente grave», ha detto Stella Assange. «La sua vita è a rischio ogni singolo giorno che passa in prigione. Ma non si tratta solo dell’estradizione. Julian non avrebbe mai dovuto essere messo in carcere».

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana