Alfa Romeo Milano: tutto sulla baby crossover

11 Apr 2024
Alfa Romeo Milano

HA MESSO UN PUNTO - Per almeno cinque motivi l'Alfa Romeo Milano segna un prima e un dopo nella storia del costruttore. Con i suoi 417 cm di lunghezza (178 cm la larghezza e 150 cm l’altezza) è la prima baby crossover della Casa (da un paraurti all’altro la Tonale segna 453 cm). Per restare in tema di “piccole Alfa” la MiTo, che è una berlina a tre porte prodotta fino al 2018, risulta più corta di soli 11 cm. Secondo, è la prima Alfa Romeo di serie disponibile anche al 100% elettrica. Sì, c’è anche la supercar 33, ma ne fanno soltanto… 33 e sono poche quelle a “pila”: vanno quasi tutte a benzina. Terzo, anche se nel nome omaggia la città dove è nata la casa del Biscione, nel design vuole proporre qualcosa di nuovo, senza troppi legami col passato. E veniamo agli ultimi due punti: la Milano è la prima Alfa venduta in Italia, ma non costruita nel nostro Paese: è prodotta nello stabilimento Stellantis (ex Fiat) di Tychy, in Polonia (da dove “escono” la Jeep Avenger e due modelli in via di pensionamento: la Fiat 500 e la Lancia Ypsilon). Infine, ma non ultimo, con la Milano l’Alfa inaugura la piena sinergia col gruppo Stellantis: la meccanica è condivisa con i modelli di altri marchi. 

SI IMPONE - Disegnata dal centro stile di Torino del gruppo Stellantis l’Alfa Romeo Milano ha forme sinuose, con parafanghi arrotondati, voluminosi e un frontale aggressivo, imponente. Lo caratterizzano i fari con andamento a “C” (anche a matrice di led), inframezzati da un inserto in tinta con la carrozzeria e raccordato al tradizionale scudetto Alfa, offerto in due varianti: quella più sportiva presenta il biscione e la croce del marchio vistosamente intagliati al centro dello scudetto; quello più classico si distingue per la fitta griglia con la scritta in corsivo Alfa Romeo utilizzata fino agli inizi degli anni 40 del 1900. Più in basso spicca una grande griglia integrata nel paraurti e non divisa in due parti per creare il classico trilobo con lo scudetto, oltre alla targa spostata al centro e non più fissata sul lato come nelle Alfa più recenti.

Un frontale che, scudetto a parte, non ha alcun legame con altri modelli della casa e dà inzio a un nuovo corso stilistico. Dietro, invece, un richiamo alla storia c’è nella coda tronca raccordata a un lunotto molto inclinato in stile Giulia TZ degli anni 60. Coda che è incorniciata da una sottile striscia luminosa: ricorda i fanali della Giulia SWB Zagato, esclusiva coupé prodotta nel 2023 in un solo esemplare dall’atelier milanese sulla base della Giulia Quadrifoglio. Altri elementi della parte posteriore, il sottile spoiler integrato ai fanali, un richiamo a quello dell’Alfasud Ti del 1973, e in cima al portellone una generosa ala. Quest’ultima di colore nero è raccordata ai montanti del tetto con la medesima tinta, che hanno un andamento diverso da quello delle altre Alfa e contribuiscono a nascondere le maniglie delle porte dietro, annegate nella cornice dei finestrini (soluzione introdotta dalla 156 del 1997). 

QUI LA SINERGIA SI VEDE - Se esternamente l’Alfa Romeo Milano non tradisce la parentela con gli altri modelli del gruppo Stellantis, all’interno le cose cambiano. Accanto al classico cruscotto a binocolo delle Alfa, che ingloba un riuscito schermo configurabile di 10,25”, e alle tradizionali bocchette circolari per l’aria (illuminate e impreziosite dal logo del Biscione), si trovano elementi comuni alla produzione Stellantis, come i tasti al centro  della plancia, i selettori nel tunnel per le modalità di guida e per la marcia avanti e indietro, oltre ai pannelli per le porte. Un peccato che non siano stati mantenuti tratti distintivi delle altre Alfa, come l’avviamento a pulsante nel volante, le lunghe leve di alluminio dietro il volante per i modelli dotati di cambio a doppia frizione e il pomello del sistema DNA. 

Il monitor di 10.25” al centro della plancia per l’impianto multimediale (leggermente orientato verso il guidatore) è organizzato in intuitive icone mobili e ha una grafica moderna. Per le versioni elettriche il navigatore può indicare dove fermarsi per una ricarica durante il viaggio, tenendo conto della quantità di energia nella batteria, del traffico e dello stile di guida di chi è al volante. Sportiva la plancia con il rivestimento in microfibra e le finiture tipo alluminio. Disponibili anche i sedili  “a guscio” molto avvolgenti. Quanto al baule, accessibile dal portellone, la casa parla di 400 litri a divano in uso: tanti per una piccola crossover mentre le versioni elettriche offrono un vano aggiuntivo sotto il cofano per riporre i cavi di ricarica.  

UNA FAMIGLIA ALLARGATA - Abbiamo accennato alla meccanica condivisa con il gruppo Stellantis, che riguarda sia la piattaforma sia i motori dell’Alfa Romeo Milano. Infatti, la “base” è la piattaforma CMP, in una versione evoluta rispetto a quella dell’ex gruppo PSA (Peugeot-Citroën), poi confluito in Stellantis. Per intenderci, è quella utilizzata da altre mini crossover, come la Jeep Avenger e la Fiat 600, e anche da piccole berline come la nuova Lancia Ypsilon e la Peugeot 208. Si tratta, quindi, di una struttura modulare capace di adattarsi a generi di veicoli differenti e con diversi tipi alimentazione: solo elettrici o con il motore termico. Tradizionale l’impostazione delle sospensioni, che uniscono efficienza a costi e ingombri contenuti. L’avantreno segue lo schema McPherson col gruppo molla/ammortizzatore che assolve alla duplice funzione portante e di smorzamento. Il retrotreno è a ponte torcente. Specifici per l’Alfa Romeo Milano la messa a punto delle sospensioni e dello sterzo (particolarmente diretto), volti a rendere l’auto agile e reattiva.

La più potente Veloce, che dispone di un motore elettrico da 240 CV collegato alle ruote anteriori di 20”, aggiunge il differenziale autobloccante meccanico di tipo Torsen, le sospensioni ribassate di 25 mm, diverse barre antorollio e un impianto frenante maggiorato con dischi anteriori di 38 cm di diametro morsi da pinze a quattro pistoncini. L’altra versione elettrica è equipaggiata con un motore da 156 CV, alimentato da una batteria da 54 kWh (51 kWh netti, la stessa della Veloce) che promette 410 km autonomia media. Per la ricarica, sono accettati 11 kW in corrente alternata e 100 kW in continua.

Le versioni mild hybrid dispongono del tre cilindri 1.2 da 136 CV con il turbocompressore a geometria variabile (risponde prontamente a tutti regimi) e la distribuzione a catena, anzichè a cinghia. La parte elettrica è affidata a un motogeneratore da 29 CV integrato nel cambio a doppia frizione a 6 marce. La versione 4x4 con questa meccanica, denominata Q4, ha un secondo motore a corrente per muovere le ruote dietro ed è dotata di una quarta funzione per il selettore delle modalità di giuda DNA (comune a tutte le Alfa), svilippata per affrontare fondi particolarmente viscidi. 

UN DEBUTTO SPECIALE - L’Alfa Romeo Milano è già ordinabile nell’edizione di lancio Speciale, nelle varianti mild hybrid col 1.2 da 136 CV, che costa 29.900 euro, oppure elettrica da 156 CV, a un prezzo di 39.500 euro. Sono di serie l’accesso senza chiave, l’apertura motorizzata del portellone, i cerchi di 18”, la guida semiautonoma di livello 2, il navigatore, oltre ai sedili elettrici e massaggianti. Nel corso del 2024 si aggiungeranno le altre versioni, che saranno proposte con tre pacchetti di accessori: l’elegante Premium con le poltrone a regolazione elettrica e la funzione massaggio, il grintoso Sport con sedili avvolgenti e rivestimenti in Alcantara, e Techno con i fari a matrice di led e la guida semiautonoma di livello 2.

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