A Barcellona l'architettura è nuda

17 Set 2023

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E questo concetto sembra finalmente averlo capito anche l’architettura d’interni, che ha, per anni, promosso un completo rinnovamento degli spazi a scapito dell’esistente. La tendenza viene chiaramente dalla consapevolezza raggiunta che riuso, riciclo e riscoperta sono valori fondamentali per l’approccio progettuale. Dove il motto less is more, tema usato e abusato dal movimento moderno, viene riletto in chiave di consumi, sia energetici che di materiali. Così, per ristrutturare un interno o un edificio, i professionisti contemporanei grattano sulla superficie e tolgono le patine dei tempi più recenti, alla ricerca di un passato prossimo da riportare alla luce, in un’archeologia dell’esistente sempre più insistente.

Barcellona - Figure 1
Foto elledecor.com

A Barcellona, questo concetto è stato portato all’estremo e reso radicale dagli interventi di Harquitectes, studio di architettura fondato da David Lorente Ibáñez, Josep Ricart Ulldemolins, Xavier Ros Majó e Roger Tudó Galí, che da oltre vent’anni opera in città e che affianca alla professione l’insegnamento nel corso di Progettazione all’interno dell’E.T.S.A., Escola Tècnica Superior d'Arquitectur, sia a Vallès che nella stessa Barcellona. Un rapporto viscerale con la materia e il costruito, sviluppato su una visione aperta del passato, traslato nel presente con accorgimenti e attraverso una cura approfondita del dettaglio. Sin dal suo esordio, il gruppo ha tentato di recuperare il pre-esistente, spogliandolo dagli orpelli, rivelando la bellezza del mattone a vista, del cemento armato, degli scheletri complessi. Le costruzioni, così, hanno la possibilità di tornare a risplendere della loro essenza originaria e in termini di sostenibilità si può lavorare preservando più dell’indispensabile, sotto una nuova luce.

Barcellona - Figure 2
Foto elledecor.com

House1014, Granollers, Spagna, 2015 - Harquitectes

Adrià Goula

Harquitectes lavora da anni in questo senso: le sue operazioni urbane sono state premiate da enti culturali e divulgativi, con progetti al limite tra ricerca e progettazione. Uno dei loro interventi che racconta proprio questa volontà, tra i finalisti del FAD Award, nel 2015, è House 1014, un’abitazione nel centro storico di Granollers, in Catalogna. La scelta qui è stata di lasciare a vista la facciata originale, in mattoncino, puntando sul forte contrasto col contesto del lotto in cui la casa si inserisce. Lo stesso materiale è stato usato sulla prima corte, che si apre appena dopo l’ingresso su strada, attraverso un portone a scomparsa in legno, e sul retro, connettendo interno ed esterno.

Barcellona - Figure 3
Foto elledecor.com

House1014, Granollers, Spagna, 2015 - Harquitectes

Adrià Goula

Non è un caso quindi che siano proprio la città catalana e i suoi dintorni protagonisti di questa riflessione su come l’architettura si possa liberare della sua decorazione restituendo nuova luce alla sua anima più profonda e materica. È un mood che ha trovato sempre più spazio recentemente: recuperare è forse più sensazionale che intervenire. Così, gli architetti di Barcellona ci restituiscono case in cui lo spirito originario viene rinnovato. Ciò che riescono a ottenere sono ambienti dove il passaggio tra antico e contemporaneo è testimoniato, armonicamente o con rottura, dalla scelta di cosa mantenere, come e perché.

10k House, Barcellona, Spagna, 2022

Barcellona - Figure 4
Foto elledecor.com
José Hevia

10k House, Barcellona, Spagna, 2022

José Hevia

Sono scelte audaci, con un guizzo radicale: i giovani studi di architettura osano, a volte in maniera piuttosto inaspettata e inconsueta. Come in 10k House, di Takk, in cui i progettisti hanno deciso di lasciare le tracce del sistema di illuminazione e delle partizioni murarie dell’intervento precedente. Questa scelta è stata fatta anche per ridurre il lavoro edile, oltre che per donare all’ambiente un’atmosfera particolarmente estraniante. La casa conserva dentro di sé il fantasma di quello che è stato vissuto, tracciando la propria memoria tramite la sottrazione degli elementi e la conservazione delle loro impronte. Legno, calcestruzzo, mattone, addirittura l’impianto elettrico sottolineano la voluta crudezza dell’azione dello studio.

Barcellona - Figure 5
Foto elledecor.com

Casa 5x5, Arenys de Mar, Spagna, 2021 - Twobo + Luis Twose

José Hevia

La Casa dell’Ebanista, Barcellona, Spagna, 2022 - Twobo + Luis Twose

José Hevia

A fare scelte meno radicali ma altrettanto di impatto, forse più consuete e con un pizzico di romanticismo, ci pensano Twobo + Luis Twose, con due interventi dalla simile anima, dove è il legno a raccontare la storia della casa. Nel primo, Casa 5x5, è il soffitto del piano terra a essere realizzato con questo materiale. Riporta ancora il colore blu originale dipinto sulla parte a botte, enfatizzandone la patina del tempo. L’altro, la Casa dell’Ebanista, racconta la storia di un altro tipo di legno, che il proprietario precedente aveva plasmato per creare tantissimi armadi, alcuni molto grandi e intrusivi, che bloccavano la prospettiva e la luce. Lo studio, per onorarne la passata presenza, opera con questo materiale in maniera differente, andando a creare strutture leggere e ariose. Blocchi multifunzionali, che, agendo da stanze dentro altre stanze, fluttuano tra gli ambienti. Sembrano sospesi: non toccano il pavimento, che in alcuni punti è ancora vecchio stile, e mettono in luce il soffitto incorniciato e gli elementi in legno originali. Un intervento che si ispira all’Oriente, capace di spezzare spazi dalle dimensioni importanti senza diminuirne la poesia e la luminosità.

Barcellona - Figure 6
Foto elledecor.com

Vivienda Poble Sec, Barcellona, Spagna - Co-A

José Hevia

Similmente, la ristrutturazione di Estudio Co-A della Vivienda Poble Sec, situata nell’omonimo quartiere della città, spoglia i plinti e le colonne ed evidenzia il soffitto a botte in mattoncino, la muratura a secco e alcuni dettagli della costruzione in legno. La cucina, in questo caso, vero fulcro dell’appartamento, funge da stanza di raccordo visivo e concettuale. La forza dell’intervento viene enfatizzata dalla scelta dei telai delle porte interne, in metallo, color rosso aranciato vibrante.

Casa Art Nouveau, Barcellona, Spagna, 2022 - H3O Arquitectura

José Hevia

Ma architettura nuda vuol dire anche operare nel rispetto del passato, come nell’operazione di ristrutturazione e ammodernamento dell’arredo di una casa Art Nouveau appartenuta, dalle sue origini, alla stessa famiglia, la famiglia Poch, sin dalla fine del diciannovesimo secolo. La casa, dopo diversi interventi che ne avevano mutilato lo spirito iniziale - perdendo addirittura il giardino, a causa dell’urbanizzazione dell’area dove è costruita, arriva nelle mani del gruppo H3O Architects, che decide di mantenere l’interna spazializzazione originaria e preservarne i pavimenti e i dettagli dei telai.

Barcellona - Figure 7
Foto elledecor.com

House on a Brick Base, St. Vicenç dels Horts, Spagna, 2022 - Agorà Arquitectura

José Hevia

Non solo a Barcellona, ma anche nelle sue periferie questo stile di architettura spoglia è stato prediletto per nuovi e vecchi interventi. Agora Arquitectura, in tal senso, posiziona la casa che progetta a St. Vicenç dels Horts, a venti chilometri dalla città, su una piattaforma in mattoncino che continua e diventa recinto esterno. La fa diventare una trama: stabile e densa orizzontalmente, che si dirama poi verticalmente per lasciare che luce e aria trovino la loro strada nel lotto. Combina questo materiale con legno, sughero imbiancato e metallo, lasciando il più possibile trasparire il linguaggio della materia grezza.

Barcellona - Figure 8
Foto elledecor.com

Ca l’Agata, Barcellona, Spagna, 2020 - El fil verd estudi d’arquitectura

Milena Villalba

Cosa che fa anche El fil verd estudi d’arquitectura, che ristruttura una casa del 1942, sempre a Barcellona, in chiave di indipendenza bioclimatica e passività energetica, quindi capace di generare autonomamente i propri consumi. Lo fa attraverso la scelta di materiali non solo di alta qualità ma naturali, traspiranti e liberi da sostanze tossiche. Sughero a vista, terracotta, legno naturale e corten non solo in un’ottica di preservazione ma anche perché contribuiscono a incrementare comfort termico, acustico e di efficienza energetica. Nella consapevolezza di una direzione della disciplina dove intervenire e preservare hanno, ormai, la stessa importanza.

Barcellona - Figure 9
Foto elledecor.com

Ludovica Proietti

Ludovica Proietti ha studiato Architettura per non fare mai l’architetto. Dopo un master in Design ha conseguito un tirocinio con Domitilla Dardi e ne è diventata assistente, sia in cattedra che per la curatela di diversi eventi, specializzandosi in Storia del Design e dell’Architettura. Ha curato talk ed eventi inerenti al design presso lo spazio di co-working romano Ala/34 fino al 2019 e, attualmente, insegna in diversi istituti della capitale ed è senior editor per il blog Cieloterradesign. Consulente e giornalista freelance, ha a cuore la cultura del progetto contemporaneo cercando sempre di privilegiare prospettive mai scontate.   

Barcellona - Figure 10
Foto elledecor.com
Leggi di più
Notizie simili