C'è ancora domani di Paola Cortellesi è una meravigliosa sorpresa

19 Ott 2023
C'è ancora domani

C'è ancora domani è uno di quei film che sorprendono, divertono, commuovono e fanno riflettere. A firmarlo è Paola Cortellesi, alla sua prima regia, decisa a firmare un tributo alle donne di ieri e di oggi, a partire da quelle invisibili, per mostrare come le donne abbiano fatto la Storia loro malgrado. Rievocando la svolta storica del diritto di voto alle donne e raccontandola in prima persona, come regista ma anche come attrice, nei panni una donna vittima di violenza domestica, sceglie il bianco e nero del grande cinema nazionalpopolare che ha fatto scuola nel mondo per raccontare la sua piccola grande storia. Non autobiografica, primo punto a suo favore.

Siamo nella Roma del dopoguerra, i soldati americani regalano la cioccolata e gli italiani faticano a riprendersi e ad arrivare a fine mese. Delia è una mamma tuttofare: abita in un seminterrato con il marito, autoritario e violento (lo interpreta Valerio Mastandrea), i tre figli e il suocero, ignorante e incattivito (il sempre ineccepibile Giorgio Colangeli). Tra un lavoretto e l'altro cerca di tenere in piedi tutto, la casa, la famiglia, il rapporto malato con il marito violento, un amore platonico e i sogni di un domani migliore.

CLAUDIOIANNONE

Funziona tutto nel suo film, in primis il cast in stato di grazia - la fruttivendola Marisa di Emanuela Fanelli è strepitosa, il meccanico romantico di Vinicio Marchioni sa restare impresso - ma anche la scrittura della stessa Cortellesi con Furio Andreotti e Giulia Calenda sorprende a più riprese. Di più: riesce nell'impresa impossibile di risultare sia divertente che commovente per motivi e passaggi narrativi che ci guardiamo bene dallo svelarvi. Paola Cortellesi mette tutta la sua bravura, la sua sensibilità e il suo spessore di attrice al servizio di un personaggio di quelli memorabili, mostrando rara padronanza nel tenere insieme i sentimenti più contrastanti, dalla rabbia per le violenze e l'ingiustizia secolare di trattamento subito da intere generazioni di donne, alla poesia del sentimento platonico e del sogno, dall'umorismo fine e dissacrante (si ride anche della morte) alla potenza di fuoco del senso civico alla base di un sistema valoriale semplice ma integro che Cortellesi intende rievocare e ricordare a chi guarda. E ci riesce, creando quel senso di immedesimazione e appartenenza in chi guarda tipico soltanto dei grandi film.

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