La Lega rilancia sui tetti pubblicitari per eliminare il canone Rai. E ...

4 giorni ago
Canone televisivo

Le tensioni nel centrodestra

Il ministro Raffaele Fitto da domenica traslocherà a Bruxelles. Nelle ultime ore a Palazzo Chigi sembrerebbe prevalere l’idea di risolvere in tempi brevi il nodo della sostituzione

di Redazione Roma

30 novembre 2024Aggiornato il 30 novembre 2024 alle ore 13,45

Governo, ancora scintille tra FI e Lega. Oggi Cdm su giustizia

4' di lettura

È un rebus, con ancora diverse variabili sul tavolo. Ma l’idea di accelerare, e risolvere in tempi brevi il nodo della sostituzione di Raffaele Fitto, che da domenica traslocherà a Bruxelles, è quella che starebbe prevalendo nelle ultime ore a Palazzo Chigi. Magari anche senza spacchettare le deleghe ma affidando l’intero dicastero a un nuovo ministro. Giorgia Meloni ha già salutato in pubblico, visibilmente commossa, uno dei componenti più fidati della sua squadra, che a malincuore ha indicato per Bruxelles proprio perché non se ne sarebbe voluta privare a Roma. E nella lunga giornata in cui, insieme a lui, mette a posto una serie di dossier inevitabilmente si pone l’interrogativo del dopo. Con l’unica certezza di volerle «affidare in ottime mani», come ha detto alla Cabina di regia per il Pnrr.

La proposta per i tetti pubblicitari della Lega

Gli ultimi giorni per la maggioranza non sono stati dei migliori. Le tensioni continuano a tenere banco, con la Lega che insiste sulla Rai (è pronta a trasformare in emendamento alla prima occasione la proposta per aumentare i tetti pubblicitari per la tv pubblica) e Forza Italia che gioisce per lo stop, il terzo, alle norme sulla cybersicurezza.

Gli azzurri rilanciano «per andare avanti sulla riduzione delle tasse». Il portavoce nazionale di Fi Raffaele Nevi dice che «se i soldi del concordato sono pochi si farà una piccola riduzione, se sono di più sarà più grande». Così , interpellato sul possibile utilizzo delle risorse derivanti dal concordato. Poi aggiung: «L’importante è ridurre le tasse al ceto medio». Ma se le risorse bastassero a ridurre l’aliquota Irpef solo di un punto? «Per noi va bene tuto quello che riduce le tasse» e riteniamo sia «giusto quello che dice Giorgetti sulla necessità di essere prudenti». Nevi ricorda, infine, come già detto da Antonio Tajani, che adesso ci sono a disposizione anche i 430 milioni che non sono stati usati per ridurre il canone Rai: potrebbero essere usati «per l’Irpef o per aumentare le pensioni minime».

Consiglio dei ministri lampo

Il decreto giustizia è passato venerdì 29 novembre in Consiglio dei ministri ma dal testo vengono sfilate all’ultimo le norme cyber, così come il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati. Entra invece un potenziamento del braccialetto elettronico e i relativi controlli. La riunione è l’ultima per Fitto, che i colleghi salutano con un applauso. Non c’è Matteo Salvini, ma perché, spiegano i suoi, è dovuto rientrare a Milano per un problema di «salute in famiglia», come conferma anche lo stesso vicepremier in radio.Niente vertici riparatori pure ventilati da più parti dopo la plateale spaccatura sul canone Rai. Non si fanno nemmeno accenni allo sciopero generale della Cgil e Uil (mentre sono severi le condanne sugli scontri di Torino). Il Consiglio dei ministri fila via veloce, poco più di un quarto d’ora, dopo ci sono gli altri impegni di Fitto da concludere. Le dimissioni arriveranno nelle prossime ore, nel frattempo bisogna trovare l’incastro giusto per compensare la sua partenza. Meloni ne avrebbe discusso a lungo anche nel pranzo di metà settimana con Sergio Mattarella, prospettandogli le varie opzioni, compresa quella di mantenere integro il portafoglio. Un enigma per la premier già da prima dell’estate, quando ancora doveva essere ufficializzata la candidatura di quello che poi è diventato vicepresidente esecutivo della Commissione europea.

Coesione e Pnrr ancora insieme

La primissima ipotesi, quella cioè di mantenere l’interim e prendere più tempo per sistemare la faccenda avrebbe perso quota nel tempo, e ora sarebbe in coda. Così come a prevalere ma di poco, nelle ultime ore, sarebbe appunto la volontà di non spacchettare. Anche se quest’ultimo scenario resta abbastanza forte. Coesione e Pnrr in ogni caso, assicurano dai piani alti del governo, resterebbero insieme, Meloni ne ha fatto una bandiera, sventolata anche in Puglia dove ha firmato, insieme a Fitto, l’ultimo accordo di coesione. La macchina è talmente oliata oramai, il ragionamento che si fa nella maggioranza, che anche un tecnico potrebbe andare bene per portarla avanti (e si fa il nome, tra gli altri, dell’attuale capo di gabinetto di Fitto, Ermenegilda Siniscalchi, o del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, la cui presenza in cabina di regia del Pnrr non è sfuggita neanche ai tecnici che la frequentano sempre).

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