Domenica delle Palme. La Croce: da terrificante solitudine ad ...

24 Mar 2024

1.La Settimana Santa costituisce il cuore della fede e della vita del cristiano e si apre oggi con la Domenica delle Palme o della Passione, una domenica apparentemente strana, ma interessante da vivere perché in sé mescola gioia e dolore, festa della vita e dramma della morte. La possiamo considerare come il trailer d’un film esistenziale/spirituale, che anticipa quel che poi succederà nel Triduo Sacro: Giovedì, Venerdì e Sabato Santo che termineranno abbagliati da uno scoppio di luce infinita: la Risurrezione di Cristo e sarà Domenica di Pasqua. Dall’inizio della Quaresima è in visione in tante sale italiane un film dal titolo “Sound of freedom”, nella versione italiana “Il canto della libertà”. Non è fantasia, ma la storia vera di Timothy Ballard, ex agente governativo che lottava contro il traffico di esseri umani minorenni in Colombia. Uno sguardo coraggioso che focalizza un angolo fra i più tenebrosi della società: lo sfruttamento sessuale dei fanciulli. Riuscito a salvare un bambino da trafficanti spietati, il protagonista, interpretato da Jim Caviezel che Mel Gibson chiamò a essere Gesù nel suo “La passione di Cristo” (2004), si mette alla ricerca della sorellina ancora in mano ai suoi rapitori e per salvarla con coraggio s’imbarca in un’impresa pericolosa e impossibile. Enormi e insormontabili gli ostacoli, specie quando si addentra nella giungla colombiana, a immediato rischio della vita pur di liberare la piccola da un destino peggiore della morte. Un’avventura rocambolesca a buon fine!

Domenica delle Palme - Figure 1
Foto Farodiroma

Qualcosa del genere ben più importante ci capita di vivere in questa domenica perché assistiamo come in un promo ai tristi eventi della passione di Cristo che segneranno i giorni della Settimana Santa. Dal trionfo del Messia acclamato come re si passa subito all’immane tragedia della sua uccisione su una croce come un terrorista. Il Figlio di Dio ha accettato di morire in questo modo per salvare l’umanità schiava del male e del peccato. A differenza di Timothy Ballard che riuscirà a tornerà vivo e vittorioso a casa, Gesù finisce sconfitto e muore in croce. Ma è una vera sconfitta? Dio è Dio, signore della vita e della morte, per cui alla sconfitta momentanea della morte in croce, succede il trionfo definitivo della risurrezione: cioè la morte della morte e la nostra liberazione dal potere della Male.

2. I testi biblici che la liturgia offre alla nostra meditazione, partono dall’iniziale vangelo che richiama l’ingresso trionfale a Gerusalemme festosamente accolto da una moltitudine di gente che stendono i propri mantelli sulla strada, mentre altri delle fronde tagliate nei campi e tutti “gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!”. Gesù però sa bene che questa è la sua ultima salita a Gerusalemme ed è l’ora in cui il pastore si dispone a dare la vita per il suo gregge.

I discepoli resteranno frastornati dall’annuncio della sua morte anche se lui ne aveva parlato a più riprese, ma per loro era impossibile da accettare. E lui, nel tentativo di illuminarli e fortificarne la fede, organizza quest’entrata solenne a Gerusalemme avanzando su un “puledro d’asina” come il pastore e il re in mezzo alla sua gente che lo acclama re e profeta e a ragione perché Gesù è più d’un profeta e di un re: è il Figlio di Dio. Tra qualche giorno però prenderà un altro sentiero, invece di dirigersi verso il Tempio, salirà sul Golgota fra gente che lo offende e l’ignora, lo disprezza e compatisce, fra tanto odio ingiustificato e persino l’abbandono dei discepoli.

In una terrificante solitudine! Non più quindi come il re osannato dal suo popolo, ma come un delinquente condannato al supplizio umiliante della crocifissione, riservato ai colpevoli di crimini efferati e ai terroristi. Salirà portando da solo la sua croce, una croce pesante perché carica dei peccati dell’umanità di tutti i tempi. Il racconto della passione secondo Marco che oggi ascolteremo c’informa che “la scritta con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei”. Non sapeva Pilato che Gesù è veramente re non solo dei Giudei ma dell’intero universo. 3. Permettiamo all’odierna liturgia di condurci all’ascolto interiore del racconto della passione che solo in due occasioni la Chiesa proclama interamente: la Domenica delle Palme e il Venerdì Santo. E’ l’invito a seguire Gesù in questi ultimi giorni della sua vita terrena per giungere con lui sul Calvario. Qui, ai piedi del Crocifisso nudo e morente, sostiamo per riflettere sul dramma della Croce, segno perenne, impresso nella storia, a imperitura memoria dell’amore infinito di Dio per tutta l’umanità. E non è male se decidiamo da oggi di a rileggere frequentemente il racconto della passione che i quattro evangelisti riportano, ognuno con dettagli diversi e tutti concordanti nel mostrare la mole di sofferenza e di disprezzo affrontata dal nostro Salvatore. All’origine questo era il Vangelo e, con il passare dei secoli, si aggiungerà il racconto della vita pubblica e poi degli anni dell’infanzia di Gesù di Nazaret, ma la parte preponderante di ognuno dei quattro vangeli canonici resta la passione e la risurrezione di Cristo. Oggi, sia la prima lettura, tratta dal libro del Profeta Osea che la seconda lettura, un ben noto testo della lettera di san Paolo ai Filippesi, ci ricordano che per la salvezza dell’umanità intera Cristo ha liberamente offerto la sua vita sulla croce. Quando un malato è ridotto all’estremo ed è in pericolo, ha bisogno di trasfusioni di sangue e di farmaci salvavita.

A giudizio di molti l’umanità sta rischiando un terribile collasso materiale e spirituale: la sola medicina che può salvarci sono trasfusioni dell’amore divino ed è proprio questo che è avvenuto durante la Settimana Santa: Gesù è sceso nelle profondità delle disperazioni dell’essere umano e ci guarisce, ci salva morendo sulla croce: terrificante solitudine e àncora di salvezza! Ha donato tutto il suo sangue per noi. Per quanto oscure e minacciose si addensino le tenebre all’orizzonte della storia, Cristo è risorto e vive! Tocca a noi cristiani far salire verso il cielo una unanime e incessante preghiera: Tu Cristo risorto, luce del mondo; Tu la vita che vince la morte, salvaci e scaccia le tenebre dai nostri cuori con il tuo Spirito di Luce, di Vita e di Amore.

Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo emerito di Ascoli Piceno

Nella foto: una vignetta di Andrea Sillioni

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