Direzione gara del GP Qatar: qual è stato l'errore più grave?
Dallo specchietto di Alexander Albon alla penalità a Hamilton, fino alle polemiche McLaren: analizziamo tutti gli episodi di Losail
02.12.2024 ( Aggiornata il 02.12.2024 13:43 )
Uno su tutti: aver prima messo e poi tolto la doppia bandiera gialla anche se lo specchietto di Alexander Albon era ancora lì, in pista. Sulle successive penalità, e sulla loro intensità, si può discutere: ma di certo, non è accettabile aver atteso che qualcuno distruggesse lo specchietto, polverizzandolo in tanti piccoli detriti, prima di agire.
E’ questa la prima, nonché più grave colpa della direzione gara nel corso del Gran Premio del Qatar. E non è bello che sia avvenuta alla seconda corsa con Rui Marques nuovo direttore di gara, che nello spazio di due weekend è stato in grado di attirarsi le prime critiche di un ruolo finito sotto l’occhio del ciclone dai tempi di Charlie Whiting e soprattutto da Michael Masi in poi.
La doppia bandiera gialla è l’indizio per i piloti di un pericolo in pista: dopo di lei, scattano virtual safety car o safety car. Ed è giusto che se un pilota non rispetta questa indicazione venga punito con una sanzione anche più grave dei soliti 5” o 10”, ma siccome si parla proprio di sicurezza, anche la direzione gara deve essere certa di evitare che il pericolo si protragga. Questo è ciò che la direzione gara non ha fatto a Losail, dove ha tolto la bandiera gialla dopo tre lunghissimi giri (perché non fermarla subito, dunque, la gara?) nonostante lo specchietto di Albon fosse ancora in pista (e ben evidente): forse speravano che il passaggio delle macchine lo portasse a suon di folate d’aria verso i bordi della pista, ma fosse così si tratterebbe di una gestione amatoriale della corsa.
Poi sulle penalità, francamente, c’è poco da discutere. Magari non eravamo più abituati a sanzioni così pesanti, ma lo storico non depone a favore di Lando Norris: Nikita Mazepin e Nicholas Latifi, al GP Austria 2021, furono penalizzati con le stesse modalità per la stessa infrazione, ed il medesimo destino ebbe Kimi Raikkonen a Spa 2017, pure lui accusato di non aver rallentato a sufficienza con doppia bandiera gialla. A dirla tutta, è più vario il panorama di sanzioni inflitte in caso di eccesso di velocità in corsia box: non tutti i casi hanno portato ad un drive through come ad Hamilton, ma è anche vero che la velocità di Lewis è stata di molto superiore al limite consentito (92,5 km/h contro gli 80 imposti), per cui è anche giusto che Lewis abbia avuto una penalizzazione più pesante rispetto a chi in passato aveva ecceduto di appena un chilometro orario o due. Tutto ciò, comunque, rispolvera il malcontento per un Regolamento Sportivo che, per come è scritto, non chiarisce mai in anticipo il tipo di sanzione alla quale si andrà incontro in caso di infrazione di una regola.
Dopo le polemiche sull’allontanamento di Wittich, la Federazione dunque è ripartita dall’ennesima polemica della stagione, in un periodo in cui team, piloti e pubblico sono tutti contro la FIA. Purtroppo, il GP Qatar non ha fatto altro che alimentare ulteriori polemiche, divenendo un po’ lo specchio del difficilissimo periodo che la F1 sta attraversando dal punto di vista regolamentare, nonché delle mancanze che sta dimostrando di avere la Federazione.
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