F1 | GP Qatar: le decisioni tardive dei commissari hanno innescato il ...

Al ventinovesimo giro del Gran Premio del Qatar si stacca uno specchietto dalla monoposto di Alexander Albon e rotola fermandosi sul rettilineo di partenza di Losail. La direzione gara accende le bandiere gialle, ma nessuno può immaginare che il piccolo pezzo della Williams innescherà una serie di episodi che condizioneranno la classifica del Gran Premio e porteranno al weekend di Abu Dhabi l’assegnazione del campionato mondiale costruttori.

GP Qatar - Figure 1
Foto Motorsport.com, Edizione: Italia

Il primo effetto del beffardo specchietto (inquadrato a lungo dalle telecamere) è l’invito a restare in pista che arriva dai muretti-box dei piloti che devono ancora effettuare il pit-stop, praticamente tutti a parte Russell, Magnussen e Bottas, unici ad essere già passati dalle gomme medie montate al via alle hard. Davanti alla possibilità di un regime di virtual o safety car, tutti vengono lasciati in pista. Le simulazioni della Pirelli indicavano la finestra per il cambio medie-hard tra il giro 19 ed il 24, ma le squadre ignorano le indicazioni davanti alla prospettiva di poter cogliere la possibilità di un cambio in regime di safety car.

GP Qatar - Figure 2
Foto Motorsport.com, Edizione: Italia

Sul circuito di Losail il fattore peso, ovvero la performance che una monoposto guadagna al calare del carburante, prevale sulla perdita di prestazioni legata dall’usura degli pneumatici. La conferma è arrivata dai tempi sul giro di chi è rimasto in pista dopo il giro 23, quando Russell è rientrato ai box per passare alle hard. Tornato in pista, i tempi di George (finito anche dietro Alonso per un problema nel pitstop alla gomma posteriore destra) non sono stati particolarmente veloci. Allungare lo stint non è però una scelta priva di controindicazioni. Per quanto il cronometro confermi una buona performance, l’usura non fa sconti, e con le dimensioni del battistrada che calano progressivamente giro dopo giro, ci si espone al rischio delle forature.

GP Qatar - Figure 3
Foto Motorsport.com, Edizione: Italia
L’attesa della direzione gara ha condizionato le strategie

Al giro 32 sono iniziati i problemi per Carlos Sainz, come confermato anche dalle sue immagini on-board. La gomma anteriore sinistra della Ferrari ha mostrato segni evidenti di cedimento, con la struttura dello pneumatico praticamente visibile. Sainz ha comunicato via-radio i problemi alla squadra all’inizio del giro 33, poi la tornata successiva lo pneumatico ha ceduto. Che sia stato un detrito raccolto sul rettilineo o in altra parte della pista in questo caso diventa poco significativo, una gomma con la costruzione senza più alcuna protezione è destinata a cedere.

GP Qatar - Figure 4
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Safety car Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

La safety car è entrata in pista solo dopo che la Williams di Bottas ha colpito lo specchietto, frantumandolo. Un frangente nel quale anche la gomma anteriore sinistra di Hamilton ha ceduto, ed anche in questo caso non è chiaro se la foratura sia stata causata dal passaggio sui detriti o meno. Lo pneumatico della Mercedes era in pessime condizioni, così come praticamente tutte le gomme anteriori sinistre poi verificate dalla Pirelli al termine della corsa.

Tutto è stato però innescato dall’incomprensibile attesa della direzione gara. Se ci fosse stato un intervento immediato subito dopo la perdita dello specchietto di Albon, la situazione sarebbe stata risolta senza impatti sulla corsa. Pochi secondi di congelamento in regime di virtual safety car sarebbero stati sufficienti ad un commissario di percorso per rimuovere lo specchietto, le squadre non avrebbero ritardato troppo il pit stop e non si sarebbe verificato neanche l’episodio clou della domenica di Lusail.

GP Qatar - Figure 5
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La penalità inflitta a Norris è stata eccesiva?

Dall’essere in seconda posizione con uno slancio che lasciava intravedere anche la possibilità di mettere pressione a Verstappen, Norris si è ritrovato a lottare con Bottas in ultima posizione e a dover rimontare per strappare il punto del decimo posto. Il weekend di Lando è cambiato al giro 45 quando è stato costretto ad entrare in pit-lane per scontare la penalità di uno stop and go di dieci secondi comunicatagli due tornate prima. Il collegio dei commissari sportivi lo ha sanzionato per non aver rallentato in modo sufficiente nel tratto di rettilineo in cui era stata esposta la bandiera gialla. Nessuno dopo la gara ha messo in discussione la decisione di penalizzare Norris, quanto l’entità della sanzione, giudicata anche da diversi addetti ai lavori come eccessiva. Una linea sposata anche da Andrea Stella.

GP Qatar - Figure 6
Foto Motorsport.com, Edizione: Italia

“Quando è esposta la bandiera gialla devi rallentare – ha ammesso il team principal della McLaren – ogni pilota lo sa bene ma Lando non l’ha fatto, quindi nessuno mette in discussione che andasse sanzionato. Ma ci sono altri due fattori, ovvero che di fatto Lando non ha innescato una situazione di pericolo, quindi c’è la specificità del caso e la sproporzione della penalità. È interessante che la stessa FIA abbia prima esposto, poi rimosso e poi ripristinato la bandiera gialla, questo conferma che non eravamo davanti ad una situazione grave. Trovo preoccupante la mancanza di specificità e di proporzione nella decisione presa (dal collegio dei commissari sportivi) parliamo di una decisione che potrebbe avere un impatto decisivo sul campionato”.

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Roberto Chinchero

Formula 1

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