Che cosa è successo in Corea del Sud: la legge marziale, i soldati ...
È stata una serata e una notte di caos in Corea del Sud. Si è conclusa nelle prime ore del mattino con un'umiliante marcia indietro del presidente Yoon Suk-yeol che, dopo aver proclamato la legge marziale d'emergenza, è stato costretto a revocarla dopo il voto dell'Assemblea nazionale che ha bocciato il suo provvedimento. Hanno votato contro anche il leader e gran parte del suo partito di provenienza.
Erano ormai le cinque del mattino a Seoul (ore 21 in Italia), quando l'agenzia di stampa Yonhap ha comunicato che il gabinetto aveva approvato la revoca della legge marziale, dopo che lo stesso Yoon aveva annunciato in un messaggio televisivo che il governo avrebbe tolto lo stato d'emergenza. Il tutto mentre, davanti all'Assemblea nazionale, centinaia di persone protestavano contro di lui, con diversi slogan che chiedevano l'arresto del presidente.
Le ore folli di Seoul sono iniziate quando, a sorpresa, nella tarda serata il presidente Yoon ha annunciato in tv l'imposizione della legge marziale per emergenza, prevista dall'Articolo 77 della Costituzione della Corea del Sud.
"Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nord Corea e proteggere l'ordine costituzionale della libertà", ha detto Yoon, annunciando il provvedimento.
Era apparso immediatamente evidente che la Corea del Nord c'entrasse ben poco con la mossa azzardata del presidente. La decisione aveva inoltre colto di sorpresa gli Stati Uniti, alleato chiave di Seul, e anche il partito dello stesso presidente che non ne erano informati.
Yoon stesso, tra le motivazioni, aveva indicato anche le richieste di impeachment, le normative contro la magistratura, il ridimensionamento del budget, imposti dall'Assemblea nazionale, dove la maggioranza è appannaggio del Partito democratico d'opposizione al presidente stesso.
Si tratta della prima dichiarazione di legge marziale d'emergenza da quella che nel 1979 diede il via alla dittatura di Chun Doo-hwan. Per tutta la guerra fredda, in effetti, la penisola coreana era stata sede di due dittature, quella comunista a nord e quella militare appoggiata dagli Usa a sud, ma nel corso degli anni 80 la presa militare in Corea del Sud si allentò fino alle prime elezioni libere del 1987. Da allora il Paese ha conosciuto un enorme sviluppo economico: se prima il reddito procapite coreano era inferiore a quello mondiale, con la democrazia è arrivata anche una crescita che ha portato la Corea del Sud a un reddito comparabile con quello europeo e mondiale.
Yoon ha quindi immediatamente dato ordine al capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Park An-su di assumere il comando dello stato d'emergenza e questi ha emesso un'ordinanza draconiana, vietando tutte le attività legate all'Assemblea nazionale e ai partiti politici. Inoltre ha proibilo tutte le altre attività politiche, comprese le manifestazioni. Tutti i media e le pubblicazioni sarebbero dovuti ricadere sotto il controllo della legge marziale. Insomma, una sospensione dei diritti democratici.
L'Assemblea nazionale è stata sigillata in serata e sono stati visti elicotteri atterrare sul tetto. Le truppe sono entrate nell'edificio, mentre centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dal parlamento gridando: "Arrestate Yoon Suk Yeol" e si sono scontrati con le forze di sicurezza a guardia del parlamento.
L'opposizione ha reagito immediatamente. Il leader del Partito democratico Lee Jae-myung ha ordinato ai suoi parlamentari di recarsi subito all'Assemblea nazionale, dove il presidente dell'assemblea Woo Won-shik ha riunito l'aula in seduta plenaria per votare una mozione di revoca della legge marziale. Su questa proposta c'è stata la convergenza anche di parte del Partito del potere del popolo, che è la formazione di provenienza di Yoon. Il leader del partito ex presidenziale ha definito "sbagliata" la decisione di Yoon.
Centinaia di persone si sono radunate davanti al parlamento sudcoreano per protestare contro l'imposizione della legge marziale. "Aprite il cancello, per favore. Il vostro compito è proteggere l'Assemblea nazionale. Perché ve ne state lì a guardare mentre i parlamentari vengono calpestati?", ha urlato un uomo di mezza età a un gruppo di poliziotti di guardia al cancello.
Poco prima, il leader dell'opposizione Lee Jae-myung aveva invitato le persone a riunirsi davanti al parlamento per protestare, denunciando la nuova legge marziale come "illegale". Lui stesso si era ripreso mentre scavalcava il muro del Parlamento per entrare nell'edificio.
Mentre i soldati sfondavano le finestre per entrare nell'edificio parlamentare e gli addetti parlamentari barricavano l'aula per permettere il voto, 190 membri del parlamento riuscivano a esprimersi, decretando la bocciatura della manovra presidenziale all'unanimità. Era necessario un quorum di 151 parlamentari per approvare la mozione di revoca.
Il voto è stato assolutamente trasversale, in ogni caso i deputati dell'opposizione (che ha vinto le elezioni di mezzo termine) sono 170.
Intanto centinaia di persone si riunivano davanti all'edificio parlamentare, protestando e chiedendo l'arresto di Yoon, tra le tensioni. E sui mercati, il won - valuta sudcoreana - crollava.
Il voto massiccio dell'Assemblea nazionale, a quel punto, lasciava poco margine a uno Yoon sempre più isolato. I militari, dopo il voto, si sono ritirati dall'Assemblea nazionale.
E a Seul si aspettava solo la mossa di Yoon. Per alcune ore, il presidente ha traccheggiato, poi ha annunciato la revoca del provvedimento.
Adesso si attendono i n uovi sviluppi con l'opposizione che chiede le dimissioni del presidente e minaccia l'impeachment. I sindacati hanno annunciato lo sciopero a oltranza.