Manuel Bortuzzo, chi è l'atleta paralimpico del nuoto

Era considerato una delle promesse del nuoto italiano e nonostante quanto gli sia accaduto continua a essere un protagonista in piscina. Stiamo parlando di Manuel Bortuzzo, atleta paralimpico che a Parigi ambisce a conquistare una medaglia.

Classe 1999 (è nato il 3 maggio a Trieste), Manuel fin da giovane si è dedicato alla disciplina del nuoto al punto che non ha rinunciato al suo sogno anche quando un tragico incidente l’ha costretto a vivere su una sedia a rotelle perché paralizzato dalle gambe in giù.

Da giovane, dopo una breve parentesi nella sua città natale, si è trasferito con la sua famiglia in provincia di Treviso dove, sotto la guida tecnica di Christian Galenda, inizia a mettersi in mostra per le sue doti nel mezzofondo.

Quando si intuisce che le sue potenzialità meritano strutture più importanti decide di andare a vivere a Ostia dove si trova a lavorare in una delle strutture maggiormente all’avanguardia.

I risultati che Manuel ottiene sono importanti, basti pensare che nel 2015 conquista il record italiano nei 3.000 metri categoria Ragazzi, detenuto niente meno che da un mostro sacro quale Gregorio Paltrinieri.

A quel punto il suo nome è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori e si parla di lui anche in prospettiva delle Olimpiadi, tant’è che viene inserito nel progetto “Road to Tokyo 2020”, allenandosi proprio con Paltrinieri e con Gabriele Detti.

Ma il destino per lui ha in serbo qualcosa di tanto assurdo quanto ingiusto. Il 3 febbraio 2019 mentre passeggia insieme alla fidanzata Martina Rossi, nel quartiere Axa di Roma, rimane coinvolto in una sparatoria.

Il proiettile di una pistola lo centra e purtroppo non è un colpo causale. Volevano proprio ferirlo, ma a quanto pare per un errore: era stato scambiato per un’altra persona (i due che hanno compiuto l’attentato si costituiscono qualche giorno dopo e confessano di aver confuso il bersaglio).

I soccorsi sono immediati e si intuisce subito che la situazione è seria: il proiettile si è fermato all’altezza di una vertebra provocandogli una lesione midollare. Il giovane viene sottoposto a un immediato intervento chirurgico. L’operazione riesce, ma per Manuel la tragica notizia che non potrà più camminare.

Tuttavia non si arrende e poche settimane dopo è di nuovo in acqua per la terapia. E lì si rende conto che l’amore per il nuoto è immenso e il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi in un certo senso può ancora essere coronato.

Da quel momento la sua vita di è costellata da una serie di riunioni motivazionali. Manuel incontra numerosi giovani per raccontare la sua esperienza e per incentivarli a non mollare mai e a credere nei propri sogni.

Scrive anche “Rinascere l’anno in cui ho imparato a vincere”, libro dove spiega come ha deciso alle traversie dell’incidente. E per lui iniziano anche una serie di esperienze televisive, a partire dal programma di Rai Uno “ItaliaSì” con Marco Liorni a cui fa seguito un docufilm “Ultima gara”, insieme ai campioni olimpici Massimo Rosolino, Filippo Magnini, Emiliano Brambilla e all’attore Raoul Bova, e una partecipazione al “Grande Fratello”.

E adesso il ritorno in piscina per prendere parte alle Paralimpiadi di Parigi al termine di anni di allenamento nell’impianto natatorio della Polizia di Stato di Tor di Quinto. Manuel gareggerà nei 200 metri rana categoria SB4 contro atleti che da anni prendono parte a competizioni di questo genere.

Non è tra i favoriti, ma la forza di volontà di certo non gli manca. A tifare per lui un olimpionico d’eccezione, l’ex schermidore italiano Aldo Montano. I due si sono conosciuti durante l’esperienza del “Grande Fratello” ed è nata una meravigliosa amicizia.