Morto Maurizio Pollini, il maestro aveva 82 anni

E' morto il pianista Maurizio Pollini, aveva 82 anni. Ne dà notizia il Teatro alla Scala di Milano, che "piange" la sua scomparsa, "uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant'anni", si legge nella nota del Teatro milanese.

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Foto La Repubblica Firenze.it

"Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia. La camera ardente del Maestro Pollini si terrà al Teatro alla Scala. I dettagli saranno comunicati prossimamente", conclude la nota.

Negli ultimi anni si erano moltiplicati i problemi di salute: iI 24 agosto 2022 era stato annullato a causa di "acuti problemi cardiovascolari" all’ultimo momento e con il pubblico già in sala, il recital a Salisburgo in onore degli 80 anni del maestro. A inizio ottobre dello stesso anno con la Chicago Simphony Orchestra con cui avrebbe dovuto suonare sotto la direzione di Riccardo Muti.

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Nel 2000 con la Filarmonica Scala diretta da Riccardo Muti (foto di Andrea Tamoni) 

Poi, a novembre dello stesso anno, il Maestro aveva dovuto rinunciare per problemi di salute ad un concerto di beneficenza al Conservatorio Verdi di Torino in favore della Croce Rossa e per gli alluvionati delle marche. La situazione però sembrava ormai stabilizzata tanto che il maestro Pollini si era poi esibito insieme all’Orchestra del Maggio Fiorentino, diretti da Zubin Metha.

Con Zubin Mehta e l'Orchestra dell'Accademia Scala (foto di Mario Wurzburger) 

Diplomatosi al Conservatorio di Milano, dove studiò anche composizione, Pollini vinse nel 1960 il Concorso Chopin a Varsavia. In quell'occasione Arthur Rubinstein, membro della giuria, dopo averlo ascoltato disse, rivolgendosi agli altri membri: "Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!". Successivamente, il critico musicale ed esperto di pianismo Piero Rattalino, avendo assistito all'esecuzione di 4 Studi di Chopin noti per la loro difficoltà e complessità, esclamò: "Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!".

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(foto Brescia e Amisano) 

I suoi studi, dopo il successo a Varsavia, continuarono ed ebbero un momento alto nel perfezionamento con Arturo Benedetti Michelangeli: "Credo oggi la mia interpretazione sia più libera nel ritmo e che ci siano maggiori elementi di 'rubato'", ha spiegato Pollini “ma restando sempre lontano da esagerazioni di fine Ottocento". La sua è sempre stata un'interpretazione basata sul rispetto totale del testo scritto, restando sempre molto moderna e senza abbandoni lirici o eleganze virtuosistiche, con una forza espressiva tutta interna al lavoro.

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A partire dalla metà degli anni Sessanta, Pollini ha iniziato un'importante carriera concertistica, cimentandosi con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Ha esordito negli Stati Uniti nel 1968, nel 1972 ha stipulato un contratto in esclusiva con Deutsche Grammophon, nel 1974 ha compiuto la prima tournée in Giappone. Dopo il 1980 ha intrapreso anche l'attività di direttore d'orchestra, seppure sempre in secondo piano rispetto a quella di pianista.

Con la Filarmonica della Scala diretta da Daniel Barenboim (foto di Rudy Amisano) 

Sposato con la pianista Marilisa Marzotto, come lui allieva di Benedetti Michelangeli, lascia un figlio, Daniele, pianista e compositore.

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