Gaza, ok a risoluzione per cessate il fuoco al Consiglio Sicurezza ...

26 Mar 2024

La guerra di Gaza, giorno 170

14 i voti favorevoli. Casa bianca: "Nostra politica non cambia, ora si liberino gli ostaggi". Hamas: "Noi disponibili allo scambio prigionieri". Ira di Netanyahu che annulla visita delegazione a Washington. Francia: "Cessate il fuoco dopo Ramadan"

Onu - Figure 1
Foto Rai News

Afp

La riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla nuova risoluzione per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

Intercettati 3 razzi lanciati dalla Striscia di Gaza contro Sderot

Tre razzi sono stati lanciati poco fa dalla Striscia di Gaza contro la città meridionale israeliana di Sderot. Tutti e tre i razzi sono stati intercettati dalle difese aeree. Lo scrive il Times of Israel.

Hamas: "Informati i mediatori, restiamo sulle nostre posizioni"

"Il movimento di Hamas ha informato poco fa i mediatori che il movimento si attiene alla sua posizione e visione presentata il 14 marzo" che prevede un "cessate il fuoco completo, il ritiro dalla striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri". Lo scrive l'organizzazione su Telegram aggiungendo che "Netanyahu e il suo governo estremista hanno la piena responsabilità di aver vanificato tutti gli sforzi negoziali e di aver ostacolato il raggiungimento di un accordo fino ad oggi". 

Londra: "Risoluzione Onu va applicata subito, rincresce manchi condanna Hamas"

L'applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu per il cessate il fuoco "deve essere immediata". Lo ha detto la rappresentante britannica all'Onu, Barbara Woodward, sottolineando tuttavia il "rincrescimento" di Londra per il fatto che la risoluzione "non condanni gli attacchi terroristici compiuti da Hamas il 7 ottobre".

Aerei Usa lanciano 46mila pasti sul nord della Striscia di Gaza

Aerei americani hanno lanciato 46mila razioni alimentari sul nord della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto su X il Comando centrale americano, specificando che l'operazione è stata realizzata con due aerei militari C-17. 

Lega araba: "Ora si abbassino le armi e si faciliti l'ingresso degli aiuti umanitari"

La Lega araba ha preso atto della risoluzione su Gaza approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, affermando che ora bisogna "attuare la decisione sul campo, porre fine immediatamente e completamente alle operazioni militari e all'aggressione israeliana e facilitare l'ingresso degli aiuti umanitari attraverso le consuete rotte terrestri, in modo da ridurre il catastrofico deterioramento della situazione umanitaria a Gaza, e risparmiare alla sua popolazione le conseguenze di una carestia imminente". 

Egitto: "Accogliamo con favore risoluzione Onu, ora il cessate il fuoco"

Il Cairo "accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio di sicurezza di una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza per la prima volta dall'inizio della crisi, nonostante il suo squilibrio e il calendario limitato". Così in una nota il ministero degli esteri egiziano, definendo il documento "un primo passo forte e necessario per fermare lo spargimento di sangue".  

Von der Leyen: "Bene risoluzione Onu, la sua applicazione è vitale per la protezione dei civili"

"Saluto l'adozione da parte del Consiglio di Sicurezza Onu di una risoluzione in cui si chiede l'immediato cessate il fuoco a Gaza e l'immediato ed incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi". Lo scrive su X la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sottolineando che "l'applicazione di questa risoluzione è vitale per la protezione di tutti i civili". 

Metsola: "Cessate il fuoco è l'unica via per la pace"

"Accogliamo con favore la risoluzione odierna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un cessate il fuoco immediato, il rilascio incondizionato degli ostaggi e maggiori aiuti a Gaza. Si tratta di un passo avanti significativo, che fa seguito alla risoluzione di gennaio del Parlamento europeo ed è l'unica via da seguire per la pace. Ora deve essere attuato". Lo scrive su X la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. 

Israele, una vergogna che l' Onu non condanni Hamas, "loro hanno iniziato questa guerra"

"Il fatto che la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza Onu non condanni l'attacco di Hamas del 7 ottobre è una vergogna". Lo ha detto l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan. "Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola - ha aggiunto - Israele non voleva questa guerra". "Non subordinare il cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi danneggia gli sforzi, tutti avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione", ha detto ancora. Nessun membro del Cds ha votato contro (il testo ha ottenuto 14 voti a favore e l'astensione degli Usa).  

Il momento dell'ok al cessate il fuoco a Gaza, l'applauso dell'aula all'Onu (Video)

Hamas esulta per la risoluzione Onu su Gaza 'Disponibili ad un processo per lo scambio di prigionieri'

Hamas "saluta" la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e sottolinea la sua"disponibilità ad impegnarci in un immediato processo di scambiodi prigionieri che porti al rilascio dei prigionieri di entrambele parti". E' la reazione di Hamas su Telegram. 

Usa, 'Netanyahu ritira la delegazione? siamo molto delusi'

"Siamo molto delusi". Così il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha commentato la decisione di Benyamin Netanyahu di non inviare la delegazione israeliana a Washington dopo l'astensione degli Usa all'Onu.  

"Oggi il Consiglio di sicurezza ha parlato in favore degli sforzi diplomatici guidati da Egitto, Qatar e Stati Uniti per un cessate il fuoco immediato e sostenibile, il rilascio immediato degli ostaggi, e per contribuire ad alleviare le tremende sofferenze dei civili a Gaza. Gli Usa sostengono pienamente questi obiettivi cruciali, che erano anche alla base della risoluzione da noi proposta la scorsa settimana che Russia e Cina hanno bloccato", ha detto l'ambasciatrice americana all' Onu Thomas-Greenfield che ha poi sottolineato che "il sostegno degli Stati Uniti a questi obiettivi non è semplicemente retorico, stiamo lavorando 24 ore su 24 per realizzarli concretamente sul campo attraverso la diplomazia, perchè sappiamo che è solo attraverso la diplomazia che possiamo portare avanti questo programma". Infine, ha precisato che gli Usa hanno deciso di astenersi invece di votare a favore poichè "alcune modifiche chiave chieste da Washington sono state ignorate, inclusa la domanda di aggiungere una condanna di Hamas".  

Tajani, la risoluzione dell' Onu è un primo passo positivo

A Gaza "ci auguriamo che ci sia un cessate il fuoco che permetta la liberazione degli ostaggi israeliani e di portare aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese. All' Onu si è votata questa risoluzione per il cessate il fuoco, è la prima e questo ci fa ben sperare e certamente rappresenta un primo positivo passo in avanti". Lo ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani a Radio1. "Mi auguro che le trattative per la liberazione degli ostaggi procedano rapidamente e quindi si possa guardare con più ottimismo a una situazione meno complicata che poi porti progressivamente alla pace", ha aggiunto. 

Afp

Membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite applaudono dopo aver approvato il cessate il fuoco a Gaza

Usa, reazione di Netanyahu? L'astensione non è escalation

"La nostra decisione di astenerci non deve essere percepita come un'escalation da parte di Israele". Lo ha detto il portavoce del Consiglio della Sicurezza nazionale americana, John Kirby, commentando la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu al voto all' Onu. 

Francia, "cessate il fuoco permanente a Gaza dopo il Ramadan"

Onu - Figure 2
Foto Rai News

La Francia ha chiesto un "cessate il fuoco permamente" a Gaza dopo il Ramadan. Lo ha detto l'ambasciatore di Parigi all' Onu Nicolas De Riviere dopo l'adozione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiede la tregua per il Ramadan.  

Usa: "L'astenione all'Onu non cambia la nostra politica"

"L'astensione degli Stati Uniti" al voto della risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza "non cambia la nostra politica". Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti sottolineando che Washington "ha sempre chiesto che il cessate il fuoco fosse legato alla liberazione" degli ostaggi da parte di Hamas. 

Netanyahu annulla visita delegazione Israele a Washington, dopo l'astensione degli Usa al consiglio di sicurezza dell'Onu

Benyamin Netanyahu ha annullato la partenza per Washington di una delegazione di alto livello israeliana. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier indicando come motivo l'astensione degli Usa all' Onu alla risoluzione su Gaza.  

Guterres, ora un fallimento su Gaza sarebbe imperdonabile "la risoluzione approvata in Consiglio Onu deve essere attuata"

"Il Consiglio di Sicurezza Onu ha appena approvato una risoluzione tanto attesa su Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi. Questa risoluzione deve essere attuata, un fallimento sarebbe imperdonabile". Così il Segretario generale Antonio Guterres ha commentato il via libera del Consiglio di sicurezza alla bozza sulla tregua a Gaza.  

Usa, Hamas liberi gli ostaggi dopo la risoluzione Onu: 'tregua può iniziare subito con il rilascio del primo ostaggio'

L'ambasciatrice americana all' Onu Linda Thomas-Greenfield ha chiesto ad Hamas di liberare gli ostaggi dopo l'appello all'azione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco a Gaza. "Dobbiamo mettere pressione su Hamas, il cessate il fuoco può iniziare immediatamente con il rilascio del primo ostaggio, e questo è l'unico percorso", ha detto.  

Approvata la risoluzione in Consiglio, gli Usa si astengono. L' Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza, è la prima volta

Dopo mesi di stallo il Consiglio di sicurezza ha finalmente approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l'astensione degli Usa, si "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonchè la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". L'adozione è stata salutata con un lungo applauso.  

Prima del voto la Russia ha preso la parola per proporre un emendamento e sostituire il termine "durevole" con "permanente" nella frase in cui si chiedeva "un cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan, rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile". Il termine è stato sostituito all'ultimo minuto e secondo l' Ambasciatore russo Vassily Nebenzia "annacqua il testo e lascia spazio alle interpretazioni, permettendo a Israele di riprendere le operazioni militari in qualsiasi momento". La richiesta è stata bocciata ma Mosca ha comunque votato a favore della risoluzione.  

Erdogan alza il tiro contro Netanyahu, "Dio lo distrugga"

Un sostegno, quello all'organizzazione palestinese, ribadito più volte negli ultimi mesi anche attraverso atti concreti e l'ospitalità garantita ai leader di Hamas in Turchia. Pochi giorni fa Erdogan aveva paragonato Netanyahu a Hitler, Mussolini e Stalin, definendo il premier israeliano "rappresentante del nazismo dei nostri giorni" e autore di crimini contro l'umanità. Scambi di accuse pesanti, cui Erdogan non ha però mai dato una connotazione religiosa, ma sempre utilizzato per attaccare il governo israeliano e Netanyahu in particolare. All'inizio del conflitto il presidente turco aveva evitato di andare allo scontro frontale. 

"Affidiamo a Dio un certo Benjamin Netanyahu nella speranza che l'onnipotente possa distruggerlo e renderlo miserabile". È solo l'ultimo duro attacco sferrato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Parole di una violenza non nuova, ma che stavolta hanno scatenato la dura reazione dello Stato ebraico, al punto che lo scorso fine settimana su ordine del ministro degli Esteri, Israel Katz, il vice ministro degli Esteri turco a Tel Aviv è stato convocato per una 'dura reprimendà. "Ho dato precise istruzioni affinchè al vice ambasciatore turco sia inflitta una seria reprimenda dopo le parole rivolte da Erdogan nei confronti del nostro premier. Non c'è nessun dio che ascolta chi sostiene le atrocità di Hamas, Erdogan stia zitto e si vergogni", ha detto Katz. L'ambasciatore turco è stato richiamato in patria meno di un mese dopo l'inizio del conflitto tra Israele e Hamas. Una decisione presa in risposta a Israele, che aveva richiamato la propria rappresentanza diplomatica 'per ragioni di sicurezzà. La convocazione del diplomatico turco non sembra aver sortito alcun effetto concreto nè spaventato il leader turco.

Erdogan infatti sia ieri che questa mattina ha rivendicato la posizione della Turchia, "uno dei pochi Paesi a parlare apertamente contro il genocidio in corso", e ribadito che Ankara non considera Hamas un'organizzazione terroristica. In risposta alla convocazione del vice ambasciatore turco il ministero degli Esteri di Ankara aveva anche emesso un comunicato con cui dichiarava che la Turchia attende e spinge affinchè il governo israeliano venga processato per "crimini contro l'umanità". Nello stesso comunicato si ricorda che lo Stato ebraico si trova "sotto processo per genocidio" e si ribadisce l'impegno della Turchia "a parlare in tutte le sedi possibili della persecuzione del popolo palestinese". 

Una scelta mirata a mantenere in vita il processo di normalizzazione che aveva caratterizzato gli ultimi due anni dei rapporti tra Turchia e Israele. Una scelta che però gli ha procurato critiche da parte dell'opinione pubblica turca, fortemente filo palestinese. Un fattore che, unito ai ripetuti attacchi nei confronti della popolazione civile, hanno spinto Erdogan a riprendere gli attacchi al vetriolo degli ultimi anni. L'inizio della crisi tra Israele e Turchia risale infatti al 2010, quando la nave turca Mavi Marmara tentò di forzare il blocco su Gaza e fu attaccata dalle forze speciali israeliane. Un attacco che causò la morte di 10 attivisti. Ci vollero 7 anni per un riavvicinamento che però durò poco. Nel 2018 una nuova crisi tra i due Paesi scoppiò dopo gli scontri di Gaza e la decisione dell'amministrazione americana, guidata dall'ex presidente Donald Trump, di spostare la capitale a Gerusalemme. I due Paesi hanno ripreso a parlarsi nel 2020, dando il via a due anni di riavvicinamento al termine dei quali Erdogan ha incontrato prima il presidente israeliano Isaac Herzog in Turchia a marzo 2023, poi Netanyahu a New York lo scorso settembre. L'attacco del 7 ottobre ha fatto nuovamente saltare il banco dei rapporti tra i due Paesi e gli ambasciatori nominati nel 2022 sono stati richiamati in patria dopo meno di un anno. 

Hamas accusa Usa, "stallo in negoziati a causa loro"

Hamas ha accusato gli Stati Uniti di essere responsabili dello stallo nei colloqui per un cessate il fuoco a Gaza che il gruppo militante sta tenendo con il governo israeliano. In una dichiarazione il gruppo palestinese ha affermato che gli Stati Uniti non dovrebbero essere un mediatore a causa del loro sostegno a Israele. "L'amministrazione americana è la ragione principale dello stallo di qualsiasi accordo", ha dichiarato l'alto funzionario di Hamas Husam Badran, aggiungendo che Washington è "partner militare" di Israele e che questo la rende inadatta a svolgere il ruolo di mediatore. Le critiche arrivano pochi giorni dopo la conclusione di un nuovo ciclo di colloqui per il cessate il fuoco a Doha, in Qatar, che ha visto la partecipazione del capo della Cia, William Burns. Gli Stati Uniti hanno fornito a Israele un importante sostegno diplomatico e militare durante tutta la guerra e hanno collaborato con Qatar ed Egitto nei tentativi di mediazione per trovare un accordo che preveda una pausa nei combattimenti e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Hamas ha chiesto garanzie su fine alla guerra, rilascio dei prigionieri palestinesi e un piano per la ricostruzione di Gaza, devastata dalla guerra.

Onu - Figure 3
Foto Rai News

Durante un precedente cessate il fuoco di una settimana, a novembre, circa 100 ostaggi, per lo più israeliani, sono stati rilasciati in cambio di 180 prigionieri palestinesi. Badran ha anche affermato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu non è interessato a un accordo e sta ingannando le famiglie degli ostaggi. I media israeliani hanno riferito che Israele ha accettato una formula che prevede il rilascio di centinaia di prigionieri in cambio degli ostaggi e che è in attesa di una risposta da parte di Hamas. "Il problema non è legato ai prigionieri e al loro numero", ha detto Badran. "Il problema è che l'occupazione si rifiuta di dare garanzie ai mediatori sulle questioni fondamentali della vita della gente di Gaza", ha aggiunto. Netanyahu ha ripetutamente accusato Hamas di fare richieste irrealistiche. 

Netanyahu, 'mio team non andrà a Washington se no veto Usa a risoluzione'

Benjamin Netanyahu annullerà la missione del suo team a Washington, per discutere con le proposte americane alternative ad un'operazione a larga scala a Rafah, se gli Stati Uniti non useranno il veto per bloccare la risoluzione al Consiglio di Sicurezza in cui si chiede un cessate il fuoco non condizionato al rilascio degli ostaggi. È quello che fa sapere l'ufficio del premier israeliano, secondo quanto riferisce il Times of Israel. La minaccia di Netanyahu di cancellare la partenza, prevista secondo alcune fonti per questa sera, del team è arrivata dopo che il ministro degli Affari Strategici, Ron Dermer - che fa parte insieme al consigliere per la Sicurezza Nazionale, Tzachi Hanegbi del team - è stato informato che gli Usa intendono sostenere due separate risoluzioni Onu, una che chiede il cessate il fuoco ed un'altra che chiede il rilascio degli ostaggi. Una formula non accettabile per Israele, dal momento che il cessate il fuoco non sarebbe condizionato al rilascio degli ostaggi. La missione del team israeliano a Washington è stata decisa durante la telefonata tra il premier israeliano e Joe Biden, la prima in un mese, in cui il presidente americano ha ribadito di considerare un attacco a Rafah, un pericolo errore. Dopo la telefonata, e dopo la visita di Antony Blinken, Netanyahu ha ribadito chiaramente che gli israeliani entreranno nella città di Gaza, dove si trovano milioni di sfollati, "con o senza il sostegno degli Usa".  

Onu, si vota la risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, un minuto di silenzio in aula per l'attentato a Mosca

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha tenuto un momento di silenzio in memoria delle vittime degli attentati a Mosca, in Russia, prima di votare la risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza. 

Afp

L'ambasciatore palestinese alle Nazioni Unite Riyad Mansour alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Medio Oriente, inclusa la questione palestinese, presso la sede delle Nazioni Unite a New York

L'Onu vota una nuova bozza per il cessate il fuoco a Gaza, potrebbe avere il via libera degli Usa

Il consiglio di sicurezza dell' Onu vota alle 10 locali, le 15 italiane, una nuova bozza di risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, e secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, potrebbe avere anche il via libera degli Usa. I membri non permanenti del Cds hanno elaborato una bozza rivista in cui si "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco permanente e sostenibile, e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonchè la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". 

Inoltre, "si richiede che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute". Il testo ha già avuto il sostegno della Cina e del gruppo arabo, ma il rischio era il veto Usa.  Nella bozza di risoluzione al vaglio del Consiglio di Sicurezza Onu si sottolinea poi "l'urgente necessità di espandere il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili nell'intera Striscia di Gaza, e si ribadisce la richiesta di eliminare tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, in linea con le norme del diritto internazionale umanitario". La bozza "deplora" inoltre tutti gli attacchi contro i civili e gli atti di terrorismo, e ricorda che la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale, ma non contiene alcun riferimento ad Hamas.  

Gallant a Washington, incontri con Austin, Blinken e Sullivan colloqui anche col capo della Cia

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant è arrivato a Washington per colloqui con l'amministrazione Biden sulla fornitura di armi e sul sostegno degli Stati Uniti, mentre le relazioni tra i due storici alleati diventano sempre più tese a causa della campagna di Israele a Gaza. Gallant ha annunciato in una nota che incontrerà il capo del Pentagono Lloyd Austin, il Segretario di Stato Antony Blinken, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il direttore della Cia William Burns e si concentrerà sul "preservare il vantaggio militare qualitativo di Israele", inclusa "la nostra capacità di ottenere piattaforme e munizioni". Gallant aggiunto che intende anche parlare con i funzionari statunitensi "sui modi per raggiungere i nostri obiettivi comuni: la vittoria su Hamas e il ritorno a casa degli ostaggi". Ma mentre la parte israeliana ha sottolineato gli obiettivi condivisi con Washington, i dirigenti Usa hanno affermato che la visita si concentrerà anche su una questione su cui la politica israeliana e quella statunitense divergono: lo status di Rafah, una città nel Sud di Gaza dove si rifugiano quasi 1,5 milioni di sfollati palestinesi, e dove la leadership israeliana sta pianificando un'incursione che ritiene necessaria per sradicare Hamas.

30 morti in raid Israele su Rafah, 10 sono bambini

Almeno 30 palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani nelle ultime 24 ore a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti sanitarie palestinese. L'ospedale Abu Youssef al-Najjar, dove sono stati portati i corpi delle vittime, ha riferito che fra i morti ci sono 10 bambini e 11 donne. Israele ha promesso di espandere la sua offensiva di terra a Rafah, che ora ospita circa 1,4 milioni di persone, più della metà della popolazione di Gaza, la maggior parte fuggita qui per scappare da combattimenti in altre zone dell'enclave. Nei primi mesi di guerra Israele ha ordinato ai palestinesi di spostarsi verso sud, ma ha continuato a colpire in tutte le zone del territorio, compresa Rafah. 

Imam Al-Azhar riceve Guterres e Lazzarini: "Fermare la violenza o raggiungerà l'Occidente"

"Il mondo sta andando nella direzione sbagliata, senza regole umanitarie o etiche, e se la situazione attuale continua, assisteremo a uno scoppio di criminalità, odio, distruzione, guerre e atti di violenza senza precedenti. Questa infezione si diffonderà dalle zone di conflitto a tutti i paesi del mondo, e il suo impatto raggiungerà l'Occidente e l'America, se non ci uniamo per evitare il continuo spargimento di sangue innocente". Lo ha affermato il grande Imam di Al-Azhar attualmente Ahmed Mohamed Ahmed El-Tayeb, la massima autorità dell'Islam sunnita, ricevendo ieri sera il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

I due hanno avuto un incontro con le rispettive delegazioni, di cui faceva parte, tra gli altri, il commissario dell'Unrwa Philippe Lazzarini, e un colloquio in privato. Lo sceicco Al-Azhar, definendo gli sforzi dell' Onu "un barlume di speranza", ha sottolineato che "quanto sta accadendo a Gaza minaccia di minare gli sforzi di riavvicinamento che abbiamo iniziato anni fa tra Oriente e Occidente", e che "la reazione della comunità internazionale all'aggressione a Gaza è stata frustrante e deludente da parte del Consiglio di sicurezza e della comunità internazionale, a differenza dei popoli", "e anche di alcuni ebrei giusti che si sono presentati per chiedere la fine dell'aggressione a Gaza". Guterres, da parte sua, ha affermato: "Continuiamo a sostenere la giustizia a Gaza e nessuno potrà zittire la nostra voce o farla tacere" e ha ribadito che "quanto osservato ieri a Rafah è una distruzione mai vista in 25 anni in zone di guerra". Ha poi condannato "l'islamofobia dilagante" divenuta "una delle forme di discriminazione e odio più diffuse, aiutata dai recenti sviluppi tecnologici".

Onu - Figure 4
Foto Rai News

Wikipedia

L'Imam di Al-Azhar, Muḥammad Aḥmad al-Tayyeb

Al Cairo una delegazione del Congresso Usa, vedrà al Sisi in agenda cooperazione e ultimi sviluppi a Gaza

Una delegazione del Congresso americano, guidata dal senatore repubblicano Jason Smith, presidente della Commissione finanze della Camera dei rappresentanti americana, è arrivata questa mattina al Cairo dalla Spagna nell'ambito di una visita nella regione nel corso della quale incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Al centro dei colloqui - riferiscono fonti informate - la situazione a Gaza e lo stato dei rapporti di cooperazione, anche in vista della ricostruzione. Della delegazione americana fanno parte 9 membri del congresso e 11 assistenti senior. 

Guterres, Onu "vittima geopolitica, approvare risoluzione"

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è "vittima delle enormi divisioni geopolitiche" nel mondo e ha chiesto l'approvazione di una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza, risoluzione che dovrebbe essere votata oggi." Il Consiglio di Sicurezza è oggi vittima delle enormi divisioni geopolitiche che esistono nel mondo, con le superpotenze in contrasto tra loro e in una situazione in cui è molto difficile trovare il consenso per qualsiasi difficile crisi, non solo a Gaza", ha detto il capo delle Nazioni Unite in una conferenza stampa ad Amman. 

Per questo motivo, ha aggiunto Guterres che parlava affiancato al ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, è "così importante che il Consiglio di Sicurezza riesca finalmente ad approvare una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza". "È nostro dovere fare tutto il possibile per mobilitare l'intera comunità internazionale. E vedo che sta emergendo un consenso nella comunità internazionale, anche nei Paesi che sono amici e alleati di Israele. Vedo che sta emergendo un consenso sul fatto che questa guerra deve terminare, vedo emergere un consenso sul fatto che qualsiasi offensiva di terra contro Rafah porterebbe a una situazione umanitaria catastrofica".  

LaPresse

Antonio Guterres

Hamas, "accordo non così vicino come lascia pensare Israele"

La possibilità di raggiungere un accordo sul rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza non è così vicino come lascia intendere Israele. Lo hanno fatto sapere fonti di Hamas citate da Haaretz secondo cui la delegazione che sta trattando a Doha ha trasmesso questo messaggio a Gaza, al leader della fazione Yahya Sinwar, aggiungendo che Israele sta cercando di mettere in stallo e proseguire l'offensiva, inclusa quella a Rafah.

Secondo una fonte araba - citata dallo stesso quotidiano - Hamas avrebbe fatto sapere di non nascondere la propria frustrazione che gli eventi di Ramada a Gerusalemme non avuto condotto ad aumentare la pressione su Israele.

Trump, "solo un pazzo non avrebbe risposto come Israele"

“Solamente un pazzo o un idiota non avrebbe risposto al 7 ottobre come ha fatto Israele”: lo ha detto l'ex presidente Usa Donald Trump in un'intervista esclusiva a Israel ha-Yom che sarà pubblicata integralmente nel pomeriggio. Il giornalista che ha intervistato Trump, Ariel Kahana, ha pubblicato su X un'immagine dell'incontro con l'ex presidente e ha anticipato che a partire dalle ore 16 (le 15 in Italia) il sito di Israel ha-Yom diffondera' ''titoli, alcuni dei quali molto drammatici'' relativi a quel colloquio.

La Cina appoggerà la nuova bozza di risoluzione Onu, "Tregua al più presto"

La Cina ha annunciato che sosterrà la nuova bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su un cessate il fuoco "immediato" a Gaza (un "via libera" che arriva dopo che, insieme alla Russia, il gigante asiatico venerdì aveva posto il veto su un testo proposto dagli Stati Uniti).

"La Cina sostiene questa bozza di risoluzione e loda l'Algeria e gli altri Paesi arabi per il loro duro lavoro in questo senso", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian. "Speriamo -ha aggiunto- che il Consiglio di sicurezza la approvi il prima possibile e invii un segnale forte per la cessazione delle ostilità". Il voto al Palazzo di Vetro è previsto in giornata.

Hamas respinge le notizie sullo scambio di 700 prigionieri palestinesi con 40 ostaggi israeliani

Il movimento palestinese Hamas ha respinto le notizie riportate da alcuni media su un accordo proposto dagli Stati Uniti per lo scambio di 700 prigionieri palestinesi con 40 ostaggi israeliani, affermando che tale scambio "non funzionerà" nel contesto del conflitto in corso nella Striscia di Gaza. La posizione di Hamas è stata riportata dall'agenzia statale iraniana Irna, citando un membro del movimento islamico al governo nell'enclave palestinese.

Israele, 500 "terroristi" arrestati all'ospedale al-Shifa

Le truppe israeliane e le forze dello Shin Bet hanno finora arrestato circa 500 "terroristi" di Hamas e della Jihad islamica nell'operazione all'ospedale Shifa di Gaza City. Lo riferisce l'esercito israeliano. 

Continua incessante anche l'attività nell'area di Al-Amal, nella parte occidentale di Khan Yunis, dove "più di 20 terroristi sono stati eliminati nell'area nelle ultime 24 ore". 

Nel frattempo, nelle ultime 24 ore l'aviazione israeliana ha attaccato circa 50 obiettivi terroristici in tutta la Striscia di Gaza, tra cui infrastrutture terroristiche ed edifici militari.

Guterres, crescente consenso contro l'operazione a Rafah

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che è in visita in Giordania, ha detto che c'è un crescente consenso internazionale per dire a Israele che è necessario un cessate il fuoco e che un assalto a Rafah causerebbe un disastro umanitario.

"Vediamo emergere un crescente consenso nella comunità internazionale per dire agli israeliani che il cessate il fuoco è necessario e vedo anche un crescente consenso - l'ho sentito negli Stati Uniti, l'ho sentito dall'Unione Europea, per non parlare ovviamente del mondo musulmano - per dire chiaramente agli israeliani che qualsiasi invasione di terra di Rafah potrebbe significare un disastro umanitario". Lo riferisce l'agenzia Reuters.

Media palestinesi: nuovi blitz israeliani in Cisgiordania

I media palestinesi denunciano una serie di raid, di arresti e di scontri in tutta la Cisgiordania. Rapporti palestinesi affermano che sono scoppiati scontri tra le truppe israeliane e la popolazione locale mentre l'esercito effettua raid e arresti in diverse aree della Cisgiordania. 

I video pubblicati online mostrano convogli militari che attraversano le città vicino a Ramallah, Jenin e Hebron. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, sono scoppiati scontri a fuoco in due aree vicino a Jenin e i soldati hanno utilizzato proiettili veri nel campo di al-Arroub vicino a Hebron, sebbene non siano stati segnalati feriti in nessuna delle due località.

Ynet: decine di morti nei raid israeliani a Rafah e Deir al Balah

Decine di persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano su alcuni edifici a Rafah e a Deir al Balah, nel centro della Striscia. Lo hanno riferito fonti palestinesi citate dallo Yedioth Ahronot. La radio di Hamas ha inoltre precisato che l'ultimo piano dell'ospedale Al Shifa è stato colpito dall'artiglieria e che le forze di difesa israeliane hanno preso di mira anche l'ospedale Al Amal di Khan Younis.

Ricerca di superstiti tra le macerie pericolanti di Rafah (Video)

Idf: Hamas barricato ad al-Shifa, spara contro reparto maternità e pronto soccorso

Onu - Figure 5
Foto Rai News

I miliziani di Hamas si sono barricati all'interno dell'ospedale al-Shifa e stanno lanciando esplosivi all'interno del reparto maternità e del pronto soccorso. Lo sostengono i militari delle Forze di difesa israeliana (Idf), affermando che ci sono “miliziani di Hamas nascosti attorno all'ospedale” al-Shifa e hanno sparato contro le forze israeliane, "causando ingenti danni agli edifici dell'ospedale". I militari israeliani stanno assediando al-Shifa da una settimana.

Hezbollah: compiuto un attacco in Israele vicino al confine nord

Il gruppo terroristico Hezbollah afferma di aver bombardato un gruppo di soldati vicino al confine a sud-ovest di Kiryat Shmona, nell'area della Galilea al confine con il Libano. L'attacco è avvenuto alle 3:15 del mattino.

Da parte israeliana non ci sono notizie di attacchi alle truppe o di missili lanciati vicino al confine. "L'organizzazione libanese sostenuta dall'Iran è nota per gonfiare le sue imprese sul campo di battaglia", commentano i media israeliani.

L'intervista del corrispondente al nuovo portavoce di Al Fatah

Oggi al Consiglio di sicurezza Onu nuova risoluzione sul cessate il fuoco, probabile il veto americano

Oggi il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è chiamato a votare un'altra risoluzione che chiede un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza durante il mese sacro musulmano del Ramadan. Il voto arriva dopo che venerdì Russia e Cina hanno posto il veto a una risoluzione presentata dagli Stati Uniti, che avrebbe sostenuto "un cessate il fuoco immediato e prolungato" in cambio della liberazione degli ostaggi da parte di Hamas. 

La nuova risoluzione, avanzata dai 10 membri non permanenti del Consiglio di sicurezza, è appoggiata da Russia e Cina e dal Gruppo arabo alle Nazioni Unite, composto da 22 nazioni. Una dichiarazione rilasciata venerdì sera dal Gruppo arabo fa appello "ad agire con unità e urgenza" e votare a favore della risoluzione "per fermare lo spargimento di sangue, preservare vite umane ed evitare ulteriori sofferenze umane e distruzione." Tuttavia, gli Stati Uniti fanno sapere che la risoluzione potrebbe danneggiare i negoziati in corso a Doha, così di fatto annunciando un probabile loro veto che ancora una volta sancirebbe la paralisi del Consiglio, l'unico organo delle Nazioni Unite che potrebbe adottare decisioni vincolanti. 

Nel reportage di Veronica Fernandes, più voci raccontano la Gerusalemme di oggi

La cantante israeliana Noa: "Qui nessuno vede la sofferenza di Gaza"

"Qui, in Israele, nessuno vede la sofferenza di Gaza. Non viene mostrata, nei media israeliani: la nostra pena, e la nostra rabbia, occupano tutta la scena. E lo stesso vale per loro: non vedono il nostro dolore". Lo ha detto la cantante israeliana Noa in un videomessaggio a TedX Napoli, l'iniziativa nata negli Usa ed esportata in tutto il mondo per dare voce alle "idee che meritano di essere diffuse". 

Noa, che da decenni è impegnata nella causa della convivenza fra israeliani e palestinesi e che a più riprese ha duramente criticato il governo Netanyahu, anche stavolta ribadisce che "non dovrebbe rimanere insediato nemmeno un giorno in più. Hanno un'enorme responsabilità, nell'orribile incubo che stiamo vivendo, perché non hanno garantito la pace in questo Paese. Dal 7 ottobre, noi israeliani stiamo vivendo un incubo. I brutali atti terroristici commessi da Hamas sono indescrivibili. E poco dopo, per giunta, violenza ha chiamato altra violenza: il nostro esercito è entrato a Gaza, a combattere una guerra che non capiamo. Quello di Israele è un esercito popolare. E chi guida questo esercito? Questo orribile governo", fatto di persone "che non contemplano la pace, né un futuro migliore per noi". "Per questo scendiamo in strada - ha sottolineato la cantante israeliana - a manifestare contro questo governo, io, i miei amici, e centinaia di migliaia di israeliani, che aumentano ogni settimana". "Dobbiamo fare di tutto - ha aggiunto - per un accordo diplomatico che metta fine a questa guerra, sradichi Hamas ed elimini gli estremismi anche da Israele. È l'unico scenario auspicabile, e per cui battersi: la pace tra Israele e Palestina, con una soluzione a due stati, Israele a fianco della Palestina. Chiedo a tutte le nazioni di riunirsi, e aiutare a raggiungere un accordo tra Israele e Palestina".

Israele bombarda la Bekaa in Libano, un morto

Nuovo bombardamento israeliano sulla valle della Bekaa, nel Libano orientale, c'è almeno un morto nel terzo attacco contro questa regione lontana dal confine.

L'agenzia nazionale libanese di stampa (ANN) ha riferito che un cittadino siriano identificato come Mahmud Rahb è morto in un ospedale della zona dopo aver perso gli arti nell'attacco israeliano, che ha preso di mira l'auto su cui viaggiava con altre tre persone, rimaste ferite. Secondo l'esercito israeliano, gli aerei da combattimento hanno attaccato nelle prime ore del mattino un sito di produzione di armi di Hezbollah nell'area di Baalbek e il gruppo sciita ha risposto sparando più di 50 colpi di artiglieria contro il nord dello Stato ebraico. Hezbollah ha rivendicato il lancio di oltre 60 razzi Katyusha contro la base militare israeliana di Yoav, dove sono installati i pezzi di artiglieria che martellano il Libano e verso la base aerea israeliana di Keila, dove si addestrano i soldati della brigata Golani tornati da Gaza.

Amman, diversi arresti durante la protesta contro Israele

Diverse persone sono state arrestate ad Amman durante gli scontri tra la polizia e i manifestanti giordani che marciavano verso l'ambasciata israeliana per protestare contro l'operazione militare israeliana a Gaza.

"Nessuna ambasciata sionista in terra giordana", gridavano alcuni manifestanti, riporta il Times of Israel, "Vogliamo andare oltre i confini e uccidere e rapire i soldati sionisti. Vendetta, vendetta, Oh Hamas, bombarda Tel Aviv". Le autorità avevano inviato la polizia antisommossa per disperdere i manifestanti riuniti nella moschea di Kaloti nella capitale dove si stava progettando di marciare contro la vicina ambasciata israeliana, pesantemente fortificata. Diversi manifestanti sono stati picchiati e altri arrestati mentre cercavano di rompere il pesante cordone di polizia intorno all'ambasciata.

Borrell, UE: "La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale"

''La confisca delle terre occupate viola il diritto internazionale. La Ue non riconoscerà le modifiche ai confini del 1967, inclusa Gerusalemme, se non concordate dalle parti''. Lo ha scritto in un tweet l'Alto rappresentante della Politica estera dell'Unione europea Josep Borrell affermando che  ''tali azioni illegali servono solo ad alimentare le tensioni e a minare la sicurezza di Israele, in cui la Ue è impegnata''.

L'Ue sottolinea che gli insediamenti "costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario" e ritiene che l'espansione di queste colonie "alimenti le tensioni e mina le prospettive di una soluzione a due Stati" per Israele e Palestina. Gli 800 ettari dichiarati terra demaniale si trovano in un'area tradizionalmente popolata da agricoltori palestinesi, ma che Israele vuole annettere al vicino insediamento di Yafit. L'ong israeliana Peace Now, che documenta la colonizzazione nei territori palestinesi occupati da Israele dal 1967, assicura che in questo inizio 2024, quando sono passati appena quattro mesi, si e' gia' registrato il record di estensione delle terre dichiarate statali. E' un'operazione sponsorizzata dal governo di Benjamin Netanyahu, sostenuto dall'estrema destra, e promossa dal ministro delle Finanze, il colono di estrema destra Bezalel Smotrich, che dirige anche il dipartimento all'interno del Ministero della Difesa che autorizza la costruzione degli insediamenti. All'annuncio degli 800 ettari come terre statali si aggiunge quello di altri 264 ettari approvati il 29 febbraio, tra gli insediamenti di Maale Adumim e Keidar, vicino a Gerusalemme. Smotrich ha anche annunciato nelle stesse ore l'approvazione di 3.500 case aggiuntive in quegli insediamenti, come rappresaglia per un attacco palestinese del mese scorso all'ingresso dell'insediamento di Maale Adumim, che ha provocato la morte di un colono. Negli anni '80, Israele dichiarò migliaia di ettari come terra statale, cosa che il governo di Isaac Rabin sospese nel 1992 per facilitare i negoziati di pace che portarono agli accordi di Oslo, che contemplavano la creazione di uno Stato palestinese ai confini del 1967. Netanyahu è tornato a quella formula nel 1998 e da allora più di 4.000 ettari di terra palestinese sono diventati di proprietà statale,

Media: Israele avrebbe proposto di rilasciare 7/800 prigionieri palestinesi in cambio di 40 ostaggi

Israele avrebbe deciso di rilasciare tra i 700 e gli 800 palestinesi detenuti nelle sue carceri nell'ambito di un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il conseguente ritorno degli ostaggi. Lo riporta l'emittente israeliana Channel 12 citando proprie fonti anonime, secondo le quali Israele avrebbe sottoposto a Hamas una nuova proposta di accordo in tre fasi. Sottolineando che le autorità israeliane hanno mostrato ''maggiore  flessibilità'', Channel 12 ricorda che il piano elaborato a Parigi a febbraio prevedeva nella prima fase il rilascio di 400 prigionieri di  sicurezza palestinesi in cambio di 40 ostaggi, donne, bambini, malati  e anziani, con una tregua di 6 settimane.

Netanyahu: "Entreremo a Rafah, otterremo la vittoria assoluta ed elimineremo Sinwar"

"Entreremo a Rafah, otterremo la vittoria assoluta ed elimineremo Sinwar". Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha celebrato la festa ebraica di Purim con gli ufficiali del battaglione Erez della polizia militare. Yahya Sinwar è il leader di Hamas a Gaza, considerato da Israele l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre. 

Ghebreyesus, OMS: "Lo stop agli aiuti alimentari impedisce ai civili di sopravvivere"

"Bloccare le consegne di cibo da parte dell'Unrwa significa di fatto negare alle persone che muoiono di fame la possibilità di sopravvivere. Questa decisione deve essere urgentemente revocata. I livelli di fame sono acuti. Tutti gli sforzi per consegnare il cibo non solo dovrebbero essere consentiti, ma ci dovrebbe essere un'immediata accelerazione delle consegne di cibo". Lo scrive su X il direttore dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus commentando il post del capo dell'Unrwa Philippe Lazzarini secondo cui Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza.

Philippe Lazzarini, Unrwa: "Israele non farà più entrare a Gaza gli aiuti alimentari"

"Nonostante la tragedia che si è verificata sotto i nostri occhi" nella Striscia di Gaza "le autorità israeliane hanno informato le Nazioni Unite che non approveranno più alcun convoglio alimentare" dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). 

Lo scrive su X il commissario generale della stessa Unrwa, Philippe Lazzarini. "La principale ancora di salvezza per i rifugiati palestinesi non può fornire assistenza salvavita nel nord di Gaza", aggiunge. "Ciò è scandaloso e rende intenzionale" il fatto di "ostacolare l'assistenza salvavita durante una carestia provocata dall'uomo", sottolinea Lazzarini, chiedendo la revoca di "queste restrizioni".

Media: Israele accetta proposta su scambio detenuti/ostaggi

La delegazione israeliana a Doha ha accettato una proposta di compromesso, avanzata dagli Usa, circa il rapporto che dovrebbe essere stabilito fra la liberazione di ciascun israeliano ostaggio di Hamas ed il numero di prigionieri palestinesi reclusi in Israele che dovrebbero essere rilasciati. Lo afferma oggi la stampa israeliana secondo cui si attende adesso una reazione di Hamas a quella proposta. La scorsa notte, secondo la radio pubblica Kan, sono rientrati il capo del Mossad David Barnea ed il capo dello Shin Bet (sicurezza interna) Ronen Bar, ma hanno lasciato nel Qatar i loro collaboratori per portare avanti i contatti.

Secondo il Jerusalem Post la delegazione israeliana è stata autorizzata ad affrontare la questione del ritorno di civili palestinesi nel nord della striscia. Israele, aggiunge Yediot Ahronot, ha invece respinto la richiesta di rinunciare ad un corridoio terrestre creato, a fini operativi militari, nel centro della striscia di Gaza. Secondo il giornale su diversi punti le posizioni di Israele e Hamas restano distanti.  Barnea e Bar sono comunque pronti a tornare nel Qatar in ogni momento, secondo i media. Oggi intanto il ministro della difesa Yoav Gallant parte per gli Usa dove incontrerà il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ed il capo della Cia William Burns, che ha preso parte attiva alle consultazioni di Doha sullo scambio dei prigionieri e su un cessate il fuoco nella Striscia.

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana