Quindici anni fa il terremoto dell'Aquila. A che punto è la ...

6 Apr 2024
Terremoto

E quindi a fronte di una ricostruzione privata molto avanti, quella pubblica va al ralenti. Colpa della burocrazia, fa sapere la Struttura di missione. Colpa della cronica incapacità degli enti pubblici di spendere le risorse disponibili. Un male atavico che non risparmia le aree terremotate. ‘' Il modello di ricostruzione dinamico sperimentato a seguito del tragico evento che ha colpito L'Aquila nel 2009 - spiega Fiorentino - mira non solo al ripristino e alla ricostruzione dei luoghi colpiti dal sisma, ma anche a porsi come presidio per la ripresa e lo sviluppo socioeconomico e culturale del Capoluogo e dei territori della Regione”. Fiorentino aggiunge che l'”esigenza è ancor più avvertita perché la Città dell'Aquila è capoluogo di Regione e i suoi borghi e territori costituiscono centro storico - culturale di primissimo rilievo nel panorama nazionale”.

Le risorse
Dal 2009 a oggi 13 miliardi sono andati alla ricostruzione, ma non è tutto. Ci sono altri 417 milioni sono andati al piano di sviluppo delle aree terremotate. Si chiama Restart e conta dal 2016 al 2023 annovera già due edizioni, l'ultima, la seconda, da attivare con 110 milioni. La prima ha potuto contare su 580 milioni di euro e si è articolata su 6 pilastri: imprenditoriale, turistico, ambientale, della ricerca e dell'innovazione tecnologica, della cultura e dell'alta formazione.

Con una dotazione finanziaria di 317 milioni di euro, ha già impegnato l'88,2% delle risorse stanziate e ne ha assegnate il 93,2%, spiega la Struttura di missione. Infine il Pnc che su mandato del governo Draghi ha versato sulle aree del cratere sismico quasi 1,8 miliardi di euro per la aree del cratere 2009 e 2016 “coinvolgendo - spiega la Struttura di Fiorentino - il tessuto produttivo e le attività economiche e sociali in un'ottica di rilancio integrato fra ricostruzione e sviluppo per le aree colpite da eventi sismici, ponendo in essere azioni di contrasto al fenomeno dello spopolamento di dette aree”.

Capitale della cultura
La città ora guarda avanti. Il 14 marzo è stata proclamata capitale taliana della Cultura per il 2026, sbaragliando altre nove città finaliste: Agnone, Alba, Gaeta, Latina, Lucera, Maratea, Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese. Gli investimenti in ambito culturale, all'Aquila, dal 2017 ad oggi hanno raggiunto una quota pari a circa 25 milioni di euro. Sul progetto di Capitale, nel 2026, saranno impegnati circa 8 milioni di euro, di cui uno reso disponibile dal ministero.

“Per L'Aquila la cultura ha rappresentato la forza propulsiva della ricostruzione sociale e fisica - spiegano al Comune -. È stata l'intuizione vincente dell'ultima amministrazione, nata da una visione ben precisa fondata sul rilancio della città attraverso la rilettura creativa della memoria, l'esaltazione dei valori identitari e religiosi come forme di progresso civile e di attrazione turistica, la ridefinizione del concetto di comunità plurale e inclusiva, l'apertura ai saperi, alla conoscenza e alla ricerca e la possibilità di usare e vivere diversamente il tempo”.

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