Verisure, multa Antitrust da 4,2 milioni per pubblicità ingannevole

26 Mar 2024

ServizioAntifurti

Secondo l’Agcm, la società fornitrice di sistemi di sicurezza attuerebbe «pratiche ostative» in caso di recesso del contratto da parte dei consumatori. L’azienda annuncia ricorso

26 marzo 2024

Verisure multa Antitrust - Figure 1
Foto Il Sole 24 ORE

Multa Antitrust da 4,2 milioni a Verisure, società fornitrice di sistemi antifurto

2' di lettura

L’Antitrust infligge a Verisure una multa di 4 milioni e 250mila euro per quattro condotte in violazione del Codice del consumo. La società fornitrice di sistemi antifurto avrebbe infatti svolto attività promozionale ingannevole dal 2021 al 30 ottobre 2023 attraverso vari canali di comunicazione (spot televisivi, cartellonistica, sito web). In particolare, avrebbe omesso o non evidenziato che, sottoscrivendo il contratto, non si acquistavano il sistema e gli apparati di allarme Verisure che, invece, si ricevevano solo in comodato d’uso gratuito.

La condotta «aggressiva»

Dal 2022, nella fase di recesso dal contratto, la società attuerebbe infatti, secondo l’Agcm, una condotta aggressiva con una serie di comportamenti ostativi alla conclusione del rapporto, come il mancato o ritardato accoglimento delle istanze di recesso, la prosecuzione delle fatturazioni nei mesi successivi alla cessazione del servizio e la ritardata o mancata disinstallazione degli impianti di allarme.

Mancato rispetto del diritto al ripensamento

Inoltre, dal 2019, Verisure inizierebbe immediatamente a prestare il servizio durante il periodo di esercizio del diritto di ripensamento, senza una richiesta espressa da parte del cliente, come richiesto dal Codice del consumo. «Questo avvio immediato era automaticamente previsto con la sottoscrizione del contratto predisposto dalla società», secondo l’Antitrust. Infine, sarebbe anche risultata ambigua l’indicazione - inserita nelle condizioni contrattuali dal 2019 al 30 ottobre 2023 - relativa al foro competente cui il consumatore si sarebbe potuto rivolgere, in caso di eventuali controversie con la società: non sarebbe stato infatti esplicitato chiaramente che questo foro coincide, come previsto dal Codice del consumo, con quello di residenza o domicilio del consumatore.

L’azienda annuncia ricorso

L’azienda respinge ogni addebito e annuncia ricorso. «Verisure», recita la nota ufficiale, «si impegna da sempre a operare in modo etico e nel rispetto di tutte le leggi e i regolamenti vigenti e conferma di aver sempre agito nel rispetto delle normative sulla tutela dei consumatori. Per questo, dichiara che le questioni elencate nel provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non rappresentano pratiche standard dell’azienda e, infatti, l’esiguo numero di reclami ricevuti - che corrisponde allo 0,01% del portfolio clienti - è stato gestito e risolto. Verisure ha collaborato attivamente e costantemente con le Autorità italiane intervenendo in modo tempestivo su processi e meccanismi per migliorare ulteriormente l’eccellenza del servizio offerto, al di là dei requisiti legali. L’azienda ha preso atto della decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e intende presentare ricorso», conclude la nota ufficiale.

Codacons: «Adesso risarciscano i consumatori»

Il Codacons, al contrario, esprime soddisfazione per il provvedimento: «Da tempo», si legge in una nota, «gli utenti sono bersagliati dalle pubblicità di Verisure che sponsorizza i propri servizi di allarme, messaggi che l’Antitrust ha tuttavia ritenuto ingannevoli. L’Autorità ha inoltre sanzionato alcuni comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori, come gli ostacoli al diritto di recesso, la prosecuzione delle fatturazioni nei mesi successivi alla cessazione del servizio e la ritardata o mancata disinstallazione degli impianti di allarme. Pratiche queste che hanno prodotto un evidente danno economico ai clienti della società vittime di tali comportamenti, e per questo riteniamo che, oltre alla multa dell’Antitrust, servano risarcimenti in favore dei consumatori coinvolti nelle pratiche sanzionate», conclude l’associazione dei consumatori.

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