“Povere creature” secondo Willem Dafoe, l'attore a Roma per ...

19 Gen 2024

Willem Dafoe ha vestito i panni di diversi cattivi nel corso della sua carriera: il Goblin Verde in Spider-Man, l’assassino Bobby Peru in Selvaggi del cuore di David Lynch, Max Schreck in L’Ombra del Vampiro; in Povere Creature di Yorgos Lanthimos, interpreta un geniale scienziato con il volto sfigurato di nome Godwin Baxter, chiamato da tutti con il suo nome abbreviato, God,  ‘Dio’, che crea la vita nella forma della giovane donna , Bella Baxter, interpretata da Emma Stone. Il film, già uscito negli Usa in dicembre, dal 25 gennaio è nelle sale italiane e a raccontarlo a Roma è arrivato proprio Dafoe.

Willem Dafoe - Figure 1
Foto La Voce di New York

Bella è desiderosa di imparare. Scopre anche, per caso, la gratificazione sessuale. L’arrivo in casa di Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, la trascina in una travolgente avventura attraverso i continenti. I due viaggiano da Londra, a Lisbona, ad Atene e Parigi, luoghi che si trasformano in un universo a colori. Povere Creature, Leone d’Oro a Venezia, al cinema dal 25 gennaio, è un’opera di estremismo cinematografico per soggetto e stile e potrebbe valere a Dafoe, che si è dovuto sottoporre a lunghe ore di trucco per interpretare Dio, la sua quinta nomination agli Oscar; la prima risale a Platoon nel 1987.

Willem Dafoe a Roma alla presentazione di “Povere Creature” di Yorgos Lanthimos / Monica Straniero

Le forme angolari e disomogenee dei dipinti di Francis Bacon trovano un riflesso in modo unico nel volto dell’attore.  “Il processo è stato estenuante, ha rivelato Dafoe a Roma. “L’ho sperimentato in passato e lo ripeterò ancora in futuro, ma offre la possibilità di guardarti allo specchio e assistere alla propria trasformazione. Ti permette di lasciare alle spalle te stesso e la tua vita e vedere emergere qualcun altro. Aiuta sempre avere una maschera, a volte, scatena emozioni che non riusciresti a provare senza tutte quelle protesi che nascondono il proprio volto”.

La combinazione di una mente curiosa e un volto gravemente deturpato fa sembrare il Dr. Baxter una fusione tra il Dr. Victor Frankenstein e il mostro di Frankenstein. Tuttavia Dafoe prende le distanze dallo stereotipo dello scienziato pazzo. “Il film ha attinto a piene mani dall’opera di Mary Shelley, ma il mio personaggio è l’esatto opposto di quel cliché. Frankenstein prova disgusto per la creatura che ha creato. Invece, Baxter mostra compassione per Bella. Ha una grande fede nella scienza,  non è diabolico, non è pazzo. Desidera concedere a questa creatura una seconda opportunità, e vuole darla anche a se stesso. Ha avuto un passato doloroso e, anziché soffermarsi su quello, cerca di trasformarlo in qualcosa di positivo”.

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Foto La Voce di New York
Willem Dafoe a Roma alla presentazione di “Povere Creature” di Yorgos Lanthimos / Monica Straniero

Nel film vediamo Dafoe maneggiare organi, tagliare e saturare la pelle con strumenti dell’epoca e muoversi tra tavoli chirurgici. “Vengo da una famiglia di medici. Sono cresciuto tra laboratori e sale operatorie perché ho lavorato come custode nella clinica di mio padre quando ero giovane. Quindi, con Povere Creature i miei mondi si sono uniti, lo considero una sorta di ritorno in famiglia”.

Povere Creature fornisce diversi archetipi di uomini inevitabilmente patriarcali, dal brillante ‘Dio’, al perseverante Duncan e al terrificante Alfie. Anche l’innocente Max, con i suoi gesti riflessivi e gli occhi da cucciolo, rientra in questa categoria. “Alcuni potranno riconoscersi in questi personaggi”, ha dichiarato Dafoe. “Quello che è certo è che nel film le donne dimostrano di avere maggiore resistenza sessuale rispetto agli uomini e proprio per questo gli uomini continuano a desiderare di possedere le donne per soddisfare i propri desideri e aspettative. Viviamo in un momento di grandi cambiamenti nei rapporti tra i due generi e mi chiedo come sarebbe stato accolto questo film 20 anni fa”.

Bella è un’eccezione alla conformità, una donna audace e sfidante in contrasto con i molteplici uomini audaci e controllanti. Emma Stone “è fantastica” ha ribadito Dafoe. “Tutto è incentrato intorno a lei e alla sua determinazione inarrestabile di fare ciò che le piace e vivere la vita coma la desidera. Emma e Lanthimos hanno un rapporto speciale, è la sua musa. Tutti noi eravamo sul set per supportarla. Non ha alcun atteggiamento da diva, anzi è molto flessibile”.

Come nelle opere più recenti, The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro e La Favorita,  anche in Povere Creature Lanthimos si conferma un regista libero dai vincoli  delle tradizionali narrazioni di Hollywood e disposto a mettere le proprie idee e nevrosi sullo schermo. “È importante affidarsi a una persona che abbia una visione forte” dice Dafoe. “Quello che mi piace è avere a che fare con chi ha una visione chiara, poi tu cerchi di abitarla. Yorgos è coinvolto in tutto. Quindi, quando crea un mondo, lo conosce davvero. Ti prepara a questo mondo, dove vedi cose strane e non puoi fare affidamento sui tuoi istinti normali perché nulla ti ricorda necessariamente qualcos’altro. Non ti dà indicazioni, ti osserva e vede quello che fai, lasciando molta libertà interpretativa. E a me questo piace moltissimo. È il segno distintivo di un autore che con Povere Creature ha realizzato qualcosa di sorprendente”.

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