Willem Dafoe: «Io, Emma Stone e la liberazione sessuale delle ...

19 Gen 2024
Willem Dafoe

Gesticola come un italiano, ha appena ottenuto una stella sulla Walk of Fame e nei panni di Dio (o quasi) ha scoperto la solitudine dei numeri uno. L'americano Willem Dafoe, 68 anni, è arrivato in Italia (la moglie è la regista italiana Giada Colagrande) - prima Roma e dopo Milano - per presentare il suo ultimo lavoro, Povere creature!, regia geniale e distopica di Yorgos Lanthimos, Leone d'oro a Venezia 80 e nei cinema italiani dal 25 gennaio con Disney. Dafoe interpreta God(win) Baxter, uno scienziato chirurgo dal volto cubista, capace di dare la morte ma soprattutto di creare la vita. La sua creatura più riuscita è Bella Baxter (una strepitosa Emma Stone), un po' figlia, un po' mostro, di certo libera. Per questo ruolo l'attore si è sottoposto a più di tre ore di trucco al giorno, ed è in aria di una meritatissima quinta nomination agli Oscar.

Com'è stato entrare nel mondo di Yorgos Lanthimos?
«Mi è piaciuto molto mettermi nelle mani di qualcuno che ha una visione così forte. Lanthimos crea un mondo, tu entri in quel mondo e naturalmente lui non ti dice cosa fare. Ti osserva, guarda cosa fai e poi man mano apporta le modifiche necessarie. E per quanto riguarda Emma Stone, devo dire che è fantastica, tutto il film è incentrato su di lei. Emma ha un rapporto speciale con Lanthimos. Sono molto legati, è una sua musa. E quindi noi eravamo tutti lì per sostenerla. Devo dire che girare questo film è stato molto bello, c'era un'atmosfera sul set molto felice».

Nell'ultima tentazione di Cristo di Scorsese è stato Gesù, ora è un po' Dio nei panni di Godwin Baxter, che effetto le fa?
«In realtà, sono entrambi personaggi simpatici, almeno per me, ma la somiglianza si ferma lì. Sono anche molto soli».

Emma Stone in POOR THINGS. Photo by Yorgos Lanthimos, Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.Yorgos Lanthimos

L'ha aiutata essere nato in una famiglia di medici?
«Devo dire che sono cresciuto a contatto con gli strumenti chirurgici, perché spesso accompagnavo mio padre in clinica. Ero un adolescente ed ero in mezzo ai laboratori, alla medicina, alle malattie, ai tentativi di guarire, di tornare in salute. Il fatto che io interpreti un medico, uno scienziato, in questo film, mi ha permesso di creare un legame particolare col personaggio fin da subito. Per la maggior parte delle persone l'idea di andare in ospedale o di essere malati è spaventosa. Per me, poiché è una sorta di ritorno in famiglia, è qualcosa di confortante. Non ho paura di nulla, ma ho paura di essere abbandonato».

Il suo Godwin Baxter può ricordare Frankenstein?
«Direi che è uno scienziato, che gioca con la vita e la morte. Ma c'è un'enorme differenza: il creatore del mostro di Frankenstein odiava ciò che aveva creato, Godwin invece ne è attratto, se ne innamora in un certo senso e dà a Bella una seconda possibilità, una sorta di nuova vita. Perché crede profondamente nella scienza. Quindi quello che sembra un esperimento poco ortodosso e forse poco etico è qualcosa per lui di molto generoso, molto eccitante e molto positivo. Il viaggio di Bella diventa così una storia potente di emancipazione femminile, una liberazione personale attiva, che vediamo attraverso gli occhi di una donna».

E tutti gli uomini ne escono malissimo, è d'accordo?
«Wow. Non sono sicuro di avere una risposta per la salvezza degli uomini. A meno che non si abbia un grande senso dell'umorismo. Naturalmente, in questo film ci sono uomini davvero oppressivi. E mentre lo si guarda, credo che molti uomini possano riconoscersi in alcuni dei personaggi con cui Bella entra in contatto. Viene espresso in maniera molto chiara il concetto che le donne sono molto più resistenti a livello sessuale degli uomini. Una cosa che, probabilmente, è una delle ragioni per cui gli uomini hanno tenuto le donne in disparte per molto tempo. Ora stiamo entrando in un'altra epoca, in un'epoca in cui il ruolo delle donne - dal luogo di lavoro alle relazioni - viene riconsiderato. Vent'anni fa questo film sarebbe stato accolto in un altro modo. Quindi non ho una risposta su come salvare gli uomini, mi basterebbe sapere come salvare me stesso».

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