Amy Winehouse: esce 'In her words', il libro delle "liste" magiche per ...

21 Ago 2023
‘In her words’: il nostalgico libro delle “liste” di una giovane Amy Winehouse di Irene Noli

In vista del 40° anniversario dalla nascita di Amy Winehouse, la sua famiglia pubblicherà il nuovo libro ‘In her words’, perché dell’artista scomparsa a soli 27 anni, all’apice del successo, tra abusi di sostanze e problemi alimentari, vengano ricordati anche altri aspetti: la vivacità dell’infanzia, la quotidianità familiare, i sogni adolescenziali. Il tutto attraverso inedite foto private e stralci dei diari e delle liste che amava stilare da ragazzina… Per scoprire chi era la vera Amy.

Amy Winehouse - Figure 1
Foto Radio Capital
Com’era Amy Winehouse prima della fama?

Il 29 agosto verrà pubblicato ‘In her words’, e il ricavato dei diritti d’autore sarà devoluto alla Amy Winehouse Foundation, che tra USA, Caraibi e UK informa e rieduca i giovani nella lotta contro droghe e alcool. La famiglia, e soprattutto il suo adorato padre Mitch, oggi 72enne, hanno fatto della propria vita una missione, perché il mondo conoscesse Amy prima e al di là dei suoi demoni, attraverso le foto, le lettere e le poesie di una bambina affettuosa e poi di una teenager ribelle il giusto, cresciuta a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, che credeva profondamene nell’amicizia e nel prossimo:

Era solo una normale ragazzina ebrea del nord di Londra, che faceva cose normali da ragazzina, frequentava un corso di recitazione, amava sua nonna, sua madre e suo padre, amava suo fratello (M. Winehouse)

Non amava invece la scuola e la disciplina Amy, eppure assorbiva tutto come una spugna, aveva una genialità brillante e originale, giocosa, che emerge dalle liste della spesa così come da quelle dei buoni propositi per il nuovo anno (nel 1996 li aveva realizzati tutti… tranne smettere di mangiarsi le unghie!). Dai suoi scritti più privati e spensierati emerge una intelligenza arguta, l’umorismo innato e una formazione derivata più che altro dai film e dai musical visti in tv, dalle sue letture e dagli episodi che le capitavano in famiglia e con gli amici, che presto – sedimentando – avrebbero attecchito come base per le sue storie in musica, sempre così intense e personali. Il vissuto dei suoi primi vent’anni. Aveva un talento incredibile, ma così naturale da non sembrarle niente di speciale; da sempre a lei bastava cogliere il momento, ritirarsi qualche ora a scrivere e suonare nella propria stanza, e il brano nasceva, frutto di un orecchio allenato fin da bambina, quando nei pomeriggi passati dall’amatissima nonna Cynthia cresceva a pane e jazz con Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e il suo favorito, Frank Sinatra, quasi un amico speciale, cui aveva dedicato anche una poesia, ‘Frankie’, trasposta nel libro di prossima pubblicazione. Oppure si allenava cantando a squarciagola per casa gli inni ebraici imparati in famiglia (come il dolce e gioioso ‘Ma’oz Tzur’ di Hanukkah) fino ad assimilarli e capirli, fino a farli completamente suoi.

Amy Winehouse - Figure 2
Foto Radio Capital
Il metodo e le tante liste di Amy

Se, come abbiamo detto, il “metodo Winehouse” era quanto di più empirico e legato al vissuto personale di Amy, questo processo istintivo ha accompagnato anche la star affermata, che spesso scriveva, destrutturava, e modificava i propri testi assemblando esperienze a suo piacere, come fossero mattoncini di lego esistenziali: lo stesso accadde per ‘Rehab’, la sua canzone simbolo, nata dalla rielaborazione di una discussione avuta col padre diversi anni prima rispetto alla necessità o meno che lei si ricoverasse per disintossicarsi.

In conclusione, vi lasciamo emozionare con qualcuna delle sue liste “magiche”, che lette ora lasciano l’amaro in bocca ma fanno anche molta tenerezza; se da piccola Amy si limitava a poesie per la mamma o a elenchi di oggetti che i parenti avrebbero potuto regalarle, per piazzarli con logica in questo o quell’angolo della propria stanza, crescendo passò, come naturale, a sogni più grandi, all’amore, alla visione di sé:

…Soprattutto ho questo sogno di essere molto famosa, di lavorare sul palco. È un’ambizione per la vita. Voglio che le persone ascoltino la mia voce e dimentichino i loro guai per cinque minuti… Voglio essere ricordato per essere… semplicemente io [Alcune aspirazioni, una volta diventata famosa]: essere fotografata da David LaChapelle; girare un film in cui sono brutta; recitare con Michael Madsen; diventare amica di Sarah Jessica Parker, Stella McCartney e Eddie Izzard; collaborare con Missy Elliot e Timbalan; disegnare e collezionare scarpe (più di 300); incontrare Liz Taylor e Paul Newman; fare un film con Steve Buscemi; far sì che la gente mi guardi con ammirazione; evitare la chirurgia estetica; farmi i capelli come Marylin Le parole adatte per descrivermi: brillante, piena d’immaginazione, rumorosa, selvaggia, spontanea, melodrammatica e cool (almeno secondo me) Forse sono un po’ eccentrica e casinista, e anche un po’ stramba, ma è solo perché la gente non mi conosce. La maggior parte delle persone non mi vuole conoscere sul serio. A loro basta pensare che sono la matta della classe. Beh, a me piace essere diversa, non desidero essere come tutti gli altri, adoro avere il mio stile individuale A volte mi chiedo se là fuori c’è un ragazzo pazzo come me. Uno che ama i Beatles e che ne sa più di me su John Lennon. Un bel tipo, capelli scuri, che porta gli occhiali da lettura ed è un vero indie kid. I piercing sono un optional, ma che abbia preferibilmente un accento scozzese o irlandese. Incontrerò mai l’amore o sono destinata a uscire solo con metallari o ragazzi bellissimi, ma senza cervello (cosa che disprezzo)?
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