Amy Winehouse: il criticato biopic "Back to Black", in uscita il 18 aprile

19 giorni ago
Amy Winehouse

Diverse polemiche anche sulla protagonista: Marisa Abela non sarebbe credibile nel ruolo della cantante scomparsa a 27 anni nel 2011

Patrizia Chimera

11 aprile 2024 (modifica alle 12:16) - MILANO

Back to Black è il titolo del film del 2024 diretto da Sam Taylor-Johnson e dedicato ai primissimi anni di carriera della grandissima cantante inglese Amy Winehouse, prematuramente scomparsa a soli 27 anni il 23 luglio del 2011. Il biopic, che uscirà nelle sale cinematografiche il 18 aprile, ha sollevato numerose polemiche. Il dito è puntato sul regista e sulla sua ricostruzione troppo morbosa e poco emozionante, dicono i critici. Così come sull'interpretazione di Marisa Abela, che veste i panni non facili della cantante londinese: c'è chi l'ha trovata completamente fuori ruolo e poco convincente.

Back to Black, il biopic su amy winehouse

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Il film, girato a Londra a inizio 2023, è una produzione StudioCanal, diretta da Sam Taylor-Johnson con la sceneggiatura di Matt Greenhalgh. È incentrato sulla vita troppo breve di Amy Winehouse, entrata nel triste Club 27, nutrito di giovani star del mondo della musica decedute a 27 anni di età. Sulla carta un progetto ambizioso, incentrato sui primi anni della sua carriera e fino al successo ottenuto con le canzoni Rehab e Back to Black, che dà il titolo al film. In queste ore, però, sono tante le critiche mosse al regista e alla produzione.

le accuse al regista di BACK TO BLACK

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A pochi giorni dall'uscita nelle sale cinematografiche inglesi del film (visibile in UK dal 12 aprile e in Italia dal 18 aprile), molte le accuse mosse a Sam Taylor-Johnson, che avrebbe confezionato un prodotto senz'anima. Il regista, secondo molti critici, ha voluto ricostruire in maniera maniacale dettagli relativi a trucco, costumi e scenografie, non concentrandosi, invece, sulle emozioni che un biopic dovrebbe suscitare negli spettatori.

Inoltre, c'è chi lo accusa di essersi soffermato in modo troppo morboso sulle sue dipendenze, perdendo di vista il racconto centrale del film, che avrebbe dovuto far emergere il talento e la bravura di una giovane anima fragile, che ha raccontato sempre le sue debolezze nelle sue canzoni. Mancherebbe, di fatto, l'essenza di Amy Winehouse, il suo essere controverso, la sua vita combattuta sempre tra alti e bassi e la sua voce senza eguali al mondo.

le critiche all'attrice protagonista

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Non mancano anche critiche rivolte a Marisa Abela, che veste i panni della cantante inglese, prestandole corpo e voce: è lei a cantare, infatti, le sue canzoni più famose. Il suo talento come attrice e anche come interprete musicale non sono assolutamente messi in discussione. C'è però chi sostiene che la 27enne britannica non sia riuscita a convincere in questo ruolo, limitandosi a imitare Amy e non entrando nel personaggio. Troppa mimica facciale e corporea e poche emozioni anche in questo caso.

la figura del padre di amy winehouse

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Infine, non mancano frecciate al padre della cantautrice, già ferocemente accusato, all'indomani della morte di Amy, di non aver fatto abbastanza per evitare alla figlia quella tragica fine. Tra l'altro Mick è intervenuto anche per difendere Marisa Abela, definendola perfetta per il suo ruolo.

Nel caso del biopic dedicato ad Amy Winehouse, non è stata digerita bene dai fan la decisione dell'uomo di aprire le porte della casa della cantate per le riprese, trasformando quei luoghi della memoria in un set cinematografico. La stampa inglese si chiede dove sia il confine tra onorare l'eredità lasciata dalla figlia e sfruttarla. Già nel 2021, famiglia e amici avevano messo all'asta qualsiasi cosa appartenuta all'interprete. In questo caso, però, i proventi erano andati alla Amy Winehouse Foundation, anche se dar via i ricordi di una vita spezzata prematuramente non è apparso un gesto ammirevole da parte loro.

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