Djokovic vuole un altro Us Open. “Il pubblico? Bisogna sapersi ...

6 Set 2023

Djokovic vuole un altro Us Open. “Il pubblico? Bisogna sapersi adattare”

La gran parte dei giocatori a quota 47 negli Slam non ci arriva nemmeno contando le partecipazioni, mentre Djokovic ha toccato la cifra record con le semifinali raggiunte, mettendo fine in tre set alle speranze di Taylor Fritz e del pubblico di Flushing Meadows. “Dal mio punto di vista – ha detto il serbo – è stata un’altra grande partita. Entrambi abbiamo faticato fisicamente, specialmente nel primo set, perché c’era tanta umidità e si sudava parecchio. Il primo set è finito 6-1 ma in termini di minuti giocati è durato quasi un’ora. A partire dal secondo il mio avversario ha iniziato a giocare meglio e sbagliare meno, ma nei momenti cruciali sono riuscito a tenere duro e fare le cose giuste, obbligandolo a correre e giocare sempre una palla in più”.

“Prendo la mia professione molto seriamente, e lo stesso vale per tanti altri giocatori. Quindi è normale che da parte nostra ci sia la pretesa di avere da parte dei nostri team la massima dedizione, lo stesso che loro chiedono a noi. A volte, durante una battaglia in campo, possono accadere tante cose, ma in generale siamo una squadra, ci supportiamo nei momenti buoni e in quelli meno buoni. Io e il mio team abbiamo avuto successi incredibili, specialmente negli ultimi due anni, e sono felice di averli con me. Non conosco un giocatore di alto livello che prenda il tutto con poca serietà. Quello che facciamo ogni giorno deve essere una sfida per ogni membro del team, perché solo così si riesce a cercare sempre il limite, capire dove si può ancora crescere e diventare migliori, dentro e fuori dal campo”.

“A volte cerchi di isolarti dal contesto e concentrarti su te stesso, usando la respirazione, mentre altre puoi usare quell’energia per caricarti. Dipende da situazione a situazione e bisogna sapersi adattare. A volte non presto attenzione a quello che succede sugli spalti, altre sento la necessità di rispondere e di provare ad approfittare di quell’energia per caricarmi, come successo oggi. A metà del terzo set il pubblico ha iniziato a fare la sua parte, a farsi sempre più rumoroso (a favore di Fritz, ndr). Ci siamo spinti al limite, e non volevo che vincesse il terzo set anche perché il pubblico si sarebbe caricato ancora di più e la partita si sarebbe complicata. Ma è normale che la gran parte degli spettatori supportino il giocatore di casa”.

BEN SHELTON

“Quando sono in campo – ha detto – provo gioia: guardo il mio team, vedo le facce della mia famiglia e dei miei amici, ricevo da loro dei segnali divertenti e mi piace. Adoro le interazioni con il pubblico mentre gioco, e adoro il tennis. Non sempre è facile: penso al quarto set, ogni volta che mi dirigevo per prendere l’asciugamano pensavo che era il momento più bello della mia vita su un campo da tennis, ma allo stesso tempo avvertivo fatica e dolore fisico”.

“Rispetto all’Australian Open (suo primo quarto di finale Slam, ndr) sono migliorato tanto fisicamente ma ancora di più dal punto di vista mentale. In una partita come quella odierna, un tempo, sarei andato al mio box e avrei detto al mio team di essere cotto, stanco, di non averne più. Invece oggi ho solo pensato di stare bene e che la stanchezza fosse reciproca. Pensarci mi ha aiutato. In più, come detto, sono migliorato fisicamente: ho giocato tante partite a questo livello, ho lavorato duramente in palestra e ne sto raccogliendo i frutti”.


“Sono felice di avere due giorni senza giocare in singolare (ride, ndr). L’ho scoperto dopo la vittoria: è stato bello sentirmelo dire. Generalmente all’inizio di un torneo un giocatore preferisce evitare di rimanere fermo per due giorni, ma in questa fase del torneo fa piacere. Tuttavia non vedo l’ora di tornare in campo per le semifinali e rivivere certe emozioni, contro un altro grandissimo giocatore. Mi sono goduto ogni momento in campo e mi auguro di poter giocare a questi livelli anche venerdì. Sarà la mia prima semifinale, contro un avversario che invece ne ha disputate tantissime e vinte la gran parte, quindi questo farà la sua parte. Dovrò scendere in campo con un piano, ma il fatto che lui non abbia mai giocato contro di me penso mi possa aiutare. Credo che nel mio tennis ci siano alcune soluzioni che non si vedono così spesso nel circuito, e spero possano darmi una mano”.

Mi fa piacere essere parte di questo ottimo momento per il tennis americano: stiamo andando nella giusta direzione. Dal mio punto di vista credo di essere stato bravo a cercare di isolarmi da tutto ciò che mi ruota attorno in questo torneo, quindi a pensare solo al campo e giocare punto dopo punto. Non vedo nulla, non sento nulla, è come se mi stessi allenando in un parco. È stato sorprendente anche per me stesso vedere quanto sia riuscito a rimanere calmo e concentrato. Poi, quando il torneo finirà, mi prenderò un momento per riavvolgere il nastro e pensare a cosa è successo in queste due settimane”.

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