Fabrizio Frizzi, il conduttore gentile che manca a tutti
Il 26 marzo 2018 se ne andava Fabrizio Frizzi. Il conduttore stava combattendo “come un leone” una battaglia, ma è stato stroncato da un’emorragia celebrale.
Se ne è andato a sessant’anni lasciando un velo di tristezza e dolore sul volto delle persone che avevano imparato ad amare il suo sorriso. Fabrizio Frizzi, il conduttore gentile, si è spento nella notte del 26 marzo 2018 all’Ospedale “Sant’Andrea” di Roma, stroncato da un’emorragia celebrale.
Era tornato in tv alla guida de “L’eredità”, solo l’ultimo programma che lo ha fatto entrare in punta di piedi nelle case degli italiani. Non ha voluto abbandonare il suo pubblico nonostante stesse combattendo «come un leone» una battaglia contro una malattia che ha affrontato con dignità e in silenzio. Nell’ultimo periodo, si era lasciato andare qualche confidenza come si legge, tra le righe, nei post dei colleghi che quel giorno lo hanno salutando per l’ultima volta.
«Sapevamo che stava male. Sapevamo che combatteva una battaglia disperata. Sapevamo che non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare ed abbiamo tutti rispettato questo suo desiderio, la Rai per prima. Sapevamo anche che la sua paura più grande non era andarsene, ma il pensiero di lasciare sole Carlotta e Stella, le sue ragazze» aveva scritto Giancarlo Magalli nel lungo post con cui ha voluto ricordare l’amico. «Nell’ultimo messaggio che ci siamo scambiati qualche settimana fa mi scriveva: “La terapia c’è e la sto facendo. Non sarà facile, ma spero di portare a casa la pellaccia”.
«Tra un mese, o forse un po’ di più, saprò come vanno le cure. I medici ogni tanto mi danno buone notizie. Ma dosano bene le parole» aveva dichiarato parlando della sua malattia senza entrare mai nei dettagli.
«Galantuomo», «animo gentile», «» uomo d’altri tempi. Così è stato descritto il conduttore che programma dopo programma era riucito ad entrare nelle case e nel cuore degli italiani perchè era una persona perbene. E non solo a parole. Nel 2000, con un gesto nobile e generoso, aveva donazione il midollo osseo, salvando la vita a Valeria, all’epoca bambina. Dopo la diagnosi di leucemia mieloide acuta, il trapianto era l’unica ancora di salvezza.
Carlo Conti, in lacrime, aveva detto di aver perso un fratello. Fabrizio era un po’ un fratello per tutti, un amico che manca e continua a mancare.
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