La meteora italiana: il santuario sospeso del Monte Baldo

1 Gen 2024
Madonna

È denominato «La Meteora greca del nord» ed è il luogo sacro più impervio d’Italia. Il santuario della Madonna della Corona, nel piccolo paesino di Spiazzi, frazione di Ferrara di Monte Baldo, è incastonato nella roccia, a strapiombo su una parete che affaccia sulla Val d’Adige e guarda all’orizzonte il Lago di Garda.

Kirk Fisher - stock.adobe.com

Il colore roseo della facciata quasi si mimetizza con le striature calde della montagna. Il Santuario della Madonna della Corona è un posto meraviglioso, mistico e magnetico, ricercatissimo online e visitato da viaggiatori di ogni parte del mondo. Per la posizione insolita e maestosa lascia a bocca aperta: nel cuore di un’altura, sopra una rupe e in mezzo alla natura. Il luogo preferito dai fotografi romantici e, più prosaicamente, dagli amanti del drone.

Per turisti e appassionati di trekking

Il Santuario della Madonna della Corona si può raggiungere in due modi: da turisti e da pellegrini. La prima modalità, la più semplice, consente di arrivare in auto fino al centro di Spiazzi, parcheggiare, seguire la segnaletica indicata e intraprendere la camminata a piedi di 15 minuti. Durante il percorso si toccano 14 tappe della Via Crucis composta da sculture bronzee di dimensioni quasi reali. Il sentiero è facile e ombreggiato, asfaltato e costeggiato da alberi, adatto a ogni età e condizione: bambini, anziani, disabili. C’è anche un bus navetta che dalla piazzetta di Spiazzi arriva quasi al Santuario, consentendo a tutti, senza esclusione, di raggiungere questo luogo stupendo. Andata e ritorno.

Un tutt'uno architettonico con la natura: il Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi

Kirk Fisher - stock.adobe.com

La scalinata del Santuario della Madonna della Corona (foto di Germana Cabrelle)

Al santuario a piedi nel bosco sul «Cammino della Speranza»

La seconda opzione, più wild, è la preferita dagli amanti del trekking e dell'escursionismo, che arrivano al Santuario della Madonna della Corona salendo a piedi da valle, lungo il «Cammino della Speranza» composto da oltre 1750 gradini. La partenza è dal Comune di Brentino Belluno (VR) e ci vogliono due ore di buone gambe per sbucare davanti all'ultima galleria scavata nella roccia prima del Santuario. Appena lo si scorge tra le fronde e dietro i parapetti, mano a mano che ci si avvicina e si rivela, vien subito voglia di immortalarlo per una foto, tanto è un unicum con il paesaggio.

Una volta giunti davanti, la grande scalinata lo fa apparire in tutta la sua grazia architettonica. Il Santuario della Madonna della Corona ha la facciata in stile neo-gotico, realizzata con il marmo proveniente dalle cave di Sant’Ambrogio della Valpolicella, ed è affiancato da un campanile alto 33 metri. Il portone centrale d’entrata raffigura San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena. Internamente è strutturato a tre navate e la parete della navata sinistra, così come l’abside, sono interamente scolpite nella roccia.

L'abside interamente scavata nella roccia (foto di Germana Cabrelle)

La solitudine contemplativa

Magnificato come luogo dello spirito, il Santuario della Madonna della Corona ha origini remote. La sua storia si fa risalire all’epoca carolingia, intorno all’anno 1000, quando per fede evangelica un movimento europeo predicava la scelta difficile e radicale dell’eremitaggio. Un imprinting che è stato fondamentale per l’edificazione, da parte dei Cavalieri di Malta, di un monastero sospeso e lontano dal mondo, unicamente dedito alla preghiera, per vivere appieno l’esperienza appartata della solitudine contemplativa.

Santuario della Madonna della Corona è meta di turisti e pellegrini da tutto il mondo (foto di Germana Cabrelle)

Per 500 anni questo luogo ha visto la presenza dei monaci eremiti, dei quali vi è ancora testimonianza. Un mito di fondazione unisce gli aspetti storici e popolari a questa chiesa. La leggenda locale lega le origini della costruzione del Santuario della Madonna della Corona al ritrovamento, sull’orlo del precipizio, di una statua raffigurante la Pietà, con la Madonna Addolorata che tiene in braccio Gesù, originariamente custodita nell’isola di Rodi. Per sfuggire all’invasione dei Turchi e ai loro saccheggiamenti, la scultura fu trasferita al riparo in Italia, sul Monte Baldo.

L’arrivo della statua conferma il misticismo del luogo, già frequentato dal punto di vista spirituale dagli eremiti. La vicenda generò, allora, l’inevitabile coinvolgimento delle persone del territorio che costruirono dapprima una cappellina e poi un santuario, sempre più grande. Il ritrovamento della statua e l’innalzamento della chiesa hanno una data precisa: il 24 giugno 1522 (infatti nel 2022 si sono festeggiati i 500 anni del Santuario).

Il Santuario della Madonna della Corona è luogo di quiete e meditazione (foto di Germana Cabrelle)

La cronistoria evidenzia che nel 1625 fu costruita una chiesa più ampia, 4 metri sopra la precedente, rimasta inglobata sotto il nuovo presbiterio. Nel frattempo furono risistemate le vie di accesso e un ospizio per accogliere i pellegrini in transito, sempre più numerosi. L’assetto complessivo dell’intera area del Santuario della Madonna della Corona è perfettamente visibile in una incisione del 1750. Nel 1899 la chiesa fu ulteriormente ampliata e dotata di una nuova facciata in stile neogotico, ornata di marmi e impreziosita di statue. Gli ultimi interventi, statici e conservativi, risalgono al 1978.

Il monastero sospeso e le grotte dei monaci

Il Santuario della Madonna della Corona, sospeso fra cielo e terra, è prima di tutto una meta mistica: raggiungerla ha un significato profondo, come accadeva durante l’epoca degli eremiti e accade tuttora con i grandi cammini della storia. Il luogo sacro è chiamato anche Madonna della Roccia o Madonna della Crona, il cui etimo, nella lingua germanica antica, significava «circondario di grotte»: probabilmente le cavità dove alloggiavano i monaci.

Ci sono due modi per arrivare al Santuario della Madonna della Corona: da turisti e da pellegrini (foto di Germana Cabrelle)

Un cammino di tre giorni

Da Verona ogni anno partono pellegrini, soprattutto di notte, dalla basilica di San Zeno alla volta di Spiazzi. Appena ricevuta la benedizione del viandante intraprendono il Sentiero della Speranza. Seguendo il corso del fiume Adige si incontrano le cappelline romaniche affrescate di San Michele Arcangelo e Santa Lucia di Pol, mete di passaggio per prepararsi all'arrivo al Santuario. Volendo, c'è anche un servizio ciclabile a metà strada che permette di utilizzare la bici e poi riprendere il tragitto a piedi. Sono in tutto 54 km geolocalizzati e sicuri, consigliati da fare in tre giorni, intervallati da 25 meditazioni audio che si possono facilmente reperire dallo smartphone. Un percorso di preparazione e ascolto per giungere pronti alla meravigliosa meta.

Devozione al Santuario della Madonna della Corona nel veronese (foto di Germana Cabrelle)

Come per le altre grandi peregrinazioni della storia - Cammino di Santiago e Via Francigena – anche durante il percorso verso il Santuario della Madonna della Corona, nei punti di sosta vengono apposti timbri  a un foglio pieghevole che attestano il cammino. Una volta arrivati, si riceve la Corona, ovvero il documento che certifica il pellegrinaggio avvenuto. Un bel ricordo a testimonianza di un viaggio effettivo e al contempo interiore: il raggiungimento di una meta fisica ma soprattutto spirituale. Con l’augurio, durante il tragitto, di lasciarsi plasmare e coinvolgere dagli incontri. E scorgere sempre, nella natura come nelle persone, una presenza amica e una luce provvidente.

B&B La Meridiana per chi desidera soggiornare in zona vicino al Santuario della Madonna della Corona (foto di Germana Cabrelle)

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