Arabia infuriata con Mancini, i retroscena dei malumori. Ma per ora il ...

Il tecnico italiano al centro delle polemiche dopo l'eliminazione in Coppa d'Asia e l'uscita dal campo prima dell'ultimo rigore. Ma un esonero costerebbe tantissimo...

Mancini - Figure 1
Foto La Gazzetta dello Sport

Filippo Maria Ricci @ filippomricci

31 gennaio 2024 (modifica alle 14:39) - MILANO

Indignazione, malumore e stupore. Roberto Mancini è riuscito a far arrabbiare il popolo arabo, ma almeno per il momento, stando a quanto si dice a Riad, sembra che non rischi il posto. Il tecnico italiano ha firmato un contratto fino al 2026 che in Arabia valutano in una cifra attorno ai 25 milioni di euro annuali, e, anche in un Paese dove non si bada a spese, una liquidazione tanto pesante fa riflettere. E poi, oltre a costare parecchio, il licenziamento del ct della nazionale rappresenterebbe una sorta di fallimento dei vertici del calcio arabo, già scottato dalla prematura eliminazione in Coppa d’Asia e dalle turbolenze di alcuni calciatori arrivati in estate e andati in rapida difficoltà: Benzema, Neymar, Jordan Henderson e Aymeric Laporte alcuni esempi. 

scuse respinte

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Mercoledì sera quando il coreano Hee-chan Hwang ha trasformato il penalty decisivo che ha chiuso la Coppa d’Asia dell’Arabia Mancini era già negli spogliatoi. Un’uscita dal campo prematura assai criticata: “Mi scuso, ma pensavo che i rigori fossero finiti”, ha detto in maniera poco convincente Roberto in conferenza stampa, costretto in qualche modo a correre ai ripari dal clamore crescente. In campo coreani e arabi erano tutti in attesa dell’ultimo rigore: un errore avrebbe prolungato la sfida e pare impossibile che Roberto non si sia accorto della cosa. E se così fosse farebbe comunque una pessima figura. 

Mancini - Figure 2
Foto La Gazzetta dello Sport
presidente infuriato

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Il gesto di Mancini è stato stigmatizzato in Arabia ad ogni livello. Il ct viene accusato di aver mancato di rispetto ai tifosi, ai giocatori, alla nazione. Il presidente della federcalcio saudita, Yasser Al-Misehal, intervenuto alla tv nazionale SSC, ha espresso il sentimento del Paese: “L’uscita dell’allenatore è del tutto inaccettabile. Parleremo con lui di quanto è accaduto. Ha il diritto di spiegare il suo punto di vista, l’ascolteremo e poi decideremo l’azione appropriata”. Da qui l’idea di un possibile licenziamento. Che però nel corso della mattinata come detto si è via via raffreddata per questioni economiche e d’immagine. 

malumore evidente

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Di certo c’è che ieri all’Education City di Doha il Mancio è parso sempre più frustrato, arrabbiato, innervosito dal comportamento dei suoi giocatori e dall’andamento della gara. E non ha fatto nulla per nascondere il suo stato d’animo. L’Arabia Saudita nel primo tempo ha preso due traverse, dopo 33 secondi della ripresa ha segnato con Radif, appena fatto entrare da Mancini, poi però ha iniziato a parcheggiare il bus davanti al portiere Al Kassar e dopo salvataggi eroici e un assedio infinito al nono dei 10 minuti di recupero ha incassato il pareggio di Cho. E poi è uscita ai rigori, con Mancini incapace di mascherare la sua rabbia. 

accuse respinte

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Il rapporto di Mancini con l’Arabia Saudita è teso da un po’. Inizialmente ci sono stati i risultati deludenti in amichevole, poi il caso dei tre calciatori mandati a casa perché secondo Roberto pretendevano di essere titolari. Accuse gravissime che i tre hanno prima respinto e poi ribattuto, sottolineando il proprio indefesso amor patrio con annesso attaccamento totale ai colori della nazionale. I tifosi hanno ascoltato con interesse, e preso la parte dei tre epurati. 

orgoglio ferito

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Presentando la Coppa d’Asia Mancini ha detto che nel continente davanti all’Arabia Saudita ci sono un buon numero di nazioni, tra cui Giappone, Corea, Iran, Australia. Può non avere torto, ma queste cose gli Arabi non le vogliono sentir dire, e ancor meno dal ct della nazionale. A Riad e Gedda si sentono una potenza del calcio asiatico, rivendicano le 3 Coppe d’Asia anche se l’ultima è arrivata nel 1996, e l’orgoglio nazionale è intoccabile, ancor di più di questi tempi con il lancio mondiale della Saudi Pro League. 

porta senza padrone

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Come in ogni Paese poi la popolazione critica le scelte del ct, e in Arabia, dove il calcio è pane quotidiano, vale come da noi. La selezione di Roberto è stata scrutinata e giudicata, con il tema del portiere assai spinoso. Nelle grandi squadre giocano Bounou (Al Hilal), Mendy (Al Ahli), Grohe (Al Ittihad), Mailson (Al Taawon). Tutti stranieri. Solo l’Al Nassr ha un portiere locale, il giovane Al Aqidi che il Mancio ha fatto debuttare in settembre ma che è uno dei tre tagliati polemicamente. E così in porta è stato scelto Al Kassar dell’Al Feiha, che giocando in Coppa d’Asia ha debuttato con i Falconi Verdi a 32 anni. Al Kassar con la Corea ha fatto un paio di ottime parate e un grave errore senza conseguenze, e non ha fermato nessun rigore mentre il dirimpettaio coreano Jo ne ha stoppati due. Non ha colpe, però è chiaro che la sua scelta è stata di rottura da parte di Mancini. Che è è da tempo nel mirino, e non si è aiutato prendendo la via degli spogliatoi in anticipo. Un gesto sbagliato al momento senza conseguenze. Al momento.

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