“Stasera hai messo la tuta elegante, bravo”, dicono Jake La Furia e Emis Killa a Vane alla fine de L’Ultima volta. L’occasione, in effetti, è di quelle importanti, per cui l’outfit deve essere all’altezza. Infatti, mentre nelle vie del centro i taxi e gli Uber dai vetri scuri sfrecciavano per accompagnare influencer e gente cool da un party all’altro della Fashion Week, al Forum di Assago Massimo Pericolo affrontava il suo primo concerto in un palazzetto traboccante del suo popolo. I maranza di provincia (“Bro, ma quanto sono belli i concerti? Questi si che sono soldi ben spesi”, dice uno di loro fuori dal Forum. “Bro, hai proprio ragione”, vorremmo dirgli), che nelle parole e nella figura di Vane hanno trovato la propria rappresentanza.

Il bosco (e no, non quello verticale) sul palco

A ribadire che no, Massimo Pericolo non è alla Fashion Week e nemmeno una fashion bitch. Come ricorda nell’omonima Intro che apre il suo Le cose cambiano, uscito a dicembre (ce lo aveva raccontato qui). E che sul palco più importante della sua carriera, Vane, ci sale esattamente per quello che è e che è sempre stato. Senza troppi fronzoli, senza snaturarsi nel nome del successo. Con il microfono in una mano e una Ceres nell’altra. Nessun artificio. Nessuna intenzione di interpretare una parte che non renderebbe giustizia alla sua spontaneità.

Al Forum, infatti, Massimo Pericolo ha portato se stesso in tutto e per tutto. Ha portato la sua rabbia corrosiva e spiazzante, quella che ti colpisce come un pugno in faccia quando alla fine di 7 miliardi grida quel disperato e ancora lacerante “Voglio solo una vita decente”, e il suo odio per gli abusi di potere. E ancora l’amore insano e giovanile per una stronza e quello maturo per la donna con cui crescere un “baby boss”.

E poi ovviamente l’attaccamento agli amici di sempre, quelli che vengono dal suo stesso niente, e al suo microcosmo, rappresentato anche dalla scenografia che ricrea un bosco. Il suo, quello della provincia, quello “incantato” e allo stesso tempo “pieno di pericoli”. Dove “file di tossici sembrano spiriti usciti dagli inferi pieni di spiccioli”, come rappa in Totoro 2, l’anthem di tutti i ragazzi di provincia. Di sicuro non quello verticale, baluardo di mondanità e ricchezza, che Vane manda sonoramente a fan***o.

Gli ospiti di Massimo Pericolo al Forum

Un concerto molto sentito quello al Forum, dove si è percepita l’emozione e la gioia di Massimo Pericolo, che più volte ricorda quanto questo fosse un sogno che non pensava potesse mai realizzarsi. Magari non perfetto, con un audio non nitido per la voce nella parte con la band (comunque apprezzabile, soprattutto in Sabbie d’oro con Generic Animal). Ma dove si è colto anche perfettamente l’affetto del pubblico e dei rapper presenti, che per Vane spendono parole di stima evidentemente sincera e non dette tanto per dire. Da Emis Killa a Jake La Furia, passando per Tedua, Bresh, Ketama126, J Lord, Ugo Borghetti, gli immancabili Speranza e Rafilù e Guè. Che a ragione definisce Vane una delle cose migliori capitate al rap italiano.

Non scontata la scaletta per due ore buone di concerto di Massimo Pericolo intervallate da un dj set di Greg Willen. Non c’erano Signore del bosco e Air Force, due dei suoi cavalli di battaglia, la cui mancanza ha di sicuro lasciato l’amaro in bocca ai fan. Ma allo stesso tempo vincente la scelta di non inserire nella set list brani senza la presenza live dell’ospite. Mentre per Amici è stata coinvolta la band per una versione arrangiata diversamente e non del tutto coinvolgente.

Uno dei momenti più sentiti è stato decisamente quando sono saliti sul palco Speranza e Rafilù per Fils de Pute, come ricordo netto ed evidente di un’epoca, quella del 2019. Quando il successo dei tre era appena scoppiato e tutta Italia si chiedeva chi fossero quei ragazzi la cui rabbia incendiaria aveva dato una scossa elettrica al genere.

Lo stesso anno in cui Massimo Pericolo calcava per la prima volta un palco, quello del Mi Ami. E chi c’era sa che in quell’occasione la sensazione era che stesse succedendo davvero qualcosa di importante. Una sorta di rito di iniziazione, in cui Vane nel backstage aveva ricevuto la benedizione di gran parte della scena che non voleva perdersi il momento. Quella stessa scena che oggi, cinque anni dopo, lo ha incoronato come una delle penne migliori del rap italiano. Da quella sera di fine maggio tante cose sono cambiate per Massimo Pericolo, ma lui per fortuna resta sempre lo stesso ragazzo di provincia con la tuta elegante e lo stupore di chi ha osato sognare e ce l’ha fatta, senza dimenticare mai da dove viene e la strada fatta per arrivare alla meritata vetta. E la vista, ieri sera, era davvero bellissima.

Articolo di Silvia Danielli e Greta Valicenti