Riforestazione urbana, grazie al Pnrr Roma metterà a dimora quasi ...

18 Feb 2024

Lo scenario climatico è in evoluzione, le temperature medie sono in crescita e le isole di calore si moltiplicano: il cambiamento climatico è un tema che condiziona ormai l’urbanistica. Le città ne sperimentano già gli effetti, come accade a Roma con i 42,9 gradi raggiunti la scorsa estate, e le piogge torrenziali con mini uragani di tipo tropicale e improvvise che investono interi quadranti della città. La Capitale, pur essendo la città più verde d’Europa, con i due terzi di territorio non edificati, è una metropoli in cui la fruibilità e la distribuzione del verde è ancora diseguale. Per questo è stato presentato pochi giorni fa il «Piano di Adattamento Climatico cittadino».

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Foto Corriere della Sera
L’assessore capitolino Alfonsi: «Gli alberi sono il futuro di Roma e dobbiamo guardare alle piante come parte costitutiva dell’infrastruttura cittadina». Grazie al Decreto Clima altre 8.800 piante nelle zone di Pietralata, Torre Spaccata/Torre Maura, Casal Brunori. E 1200 a Monte Antenne

Si tratta di uno «strumento che mette a sistema tanti interventi che la città sta già attuando con le indicazioni emerse dopo la valutazione dei possibili scenari dei prossimi anni, legati agli effetti del cambiamento climatico», spiega l’assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi. Per questo la forestazione urbana e stata scelta come uno dei cardini della strategia di adattamento: così Roma sta mettendo in campo tanti interventi su diverse linee di finanziamento, con particolare attenzione alle opportunità offerte dal PNRR, che ha riservato alle Città Metropolitane due bandi per imponenti interventi di forestazione urbana, extra urbana e periurbana. Con la prima annualità sono state messe in crescita in vivaio ben 136mila piante forestali che verranno piantate a Roma entro dicembre 2024; con la seconda annualità, è prevista la messa a dimora di ulteriori 331 mila piante forestali, entro il 2025, l’anno del prossimo Giubileo, partendo dall’area Est della città, più colpita dal fenomeno delle isole di calore. Quasi 500 mila nuovi alberi che diverranno ad alto fusto.

Migliorare la qualità ambientale

Ad accogliere i pelleriuni del nuovo Anno Santo, dunque, ci sarà una Città Eterna più verde. «Abbiamo colto la grande opportunità offerta dal PNRR per grandi boschi urbani - spiega Sabrina Alfonsi - dando priorità alle zone della città con una qualità ambientale meno elevata, attraverso un censimento e una mappatura in collaborazione con i Dipartimenti Patrimonio e Urbanistica. Roma Est, Roma Sud le aree più coinvolte, proprio per aumentare sul lungo periodo la qualità ambientale di questi quadranti». Secondo questo piano «gli alberi sono il futuro di Roma e dobbiamo guardare alle piante come parte costitutiva dell’infrastruttura cittadina», ha spiegato l’assessore all’Ambiente. Inoltre economia circolare, agricoltura sostenibile e forestazione urbana sono gli assi portanti della visione della città al 2030, per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica che l’Europa ha dato a Roma, tra le 100 Smart City (tra cui 9 italiane) selezionate tra i Paesi dell’Unione. Per questo a dicembre del 2023 sono stati dichiarati ammissibili ai finanziamenti tutti i progetti presentati da Città Metropolitana di Roma: sono 33 le aree del Comune incardinate in 11 progetti più ampi (su 15 totali), che legano il territorio della Capitale a quello degli altri comuni metropolitani, che hanno a loro volta messo a disposizione aree da forestare con un reticolo di boschi urbani di piante e arbusti.

Roma - Figure 2
Foto Corriere della Sera

Cerri, querce, farnie e lecci

Sono 6 le diverse tipologie di bosco previste dai progetti: cerrete, querceti, boschi di cerro e farnetto, di sughera e querce, boschi di farnie e olmi, leccete costiere. Un altro intervento che Roma ha già attuato è quello delle tre forestazioni finanziate dal Decreto Clima, che hanno portato complessivamente oltre 8.800 piante nelle zone di Pietralata, Torre Spaccata/Torre Maura, Casal Brunori: zone di cintura a ridosso di strade ad alto scorrimento, in cui il beneficio apportato dagli alberi contribuisce notevolmente ad assorbire CO2 e polveri sottili. Inoltre è prevista la ricostituzione del grande bosco di Monte Antenne, conclusa un anno fa con la messa a dimora di 1.200 alberi tra lecci e pini. Ed è partito da pochi giorni il piano di messa a dimora di alberature in strade, piazze aree verdi della città che prevede di piantare nuovo alberi nelle «tazze», la aiuole stradali rimaste vuote.

La città si adatta al climate change

«I nostri alberi sono anziani e stiamo predisponendo un piano per rinnovarli -conclude Sabrina Alfonsi - . Il piano di adattamento climatico cittadino e il lavoro che l’amministrazione sta facendo servono a rispondere a questa sfida, perché la città cambia in funzione del cambiamento climatico. Stiamo lavorando per una città in cui il verde sia una vera e propria infrastruttura cittadina». E proprio per trovare tutto il verde necessario è stato immaginato un percorso insieme al «CREA», Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria, per la valorizzazione dell’attività vivaistica forestale per la forestazione urbana e peri-urbana del territorio capitolino. È stato così firmato un protocollo di intesa che nasce per rispondere alla necessità di individuare le specie arboree più adatte a sostenere le temperature più alte che ormai caratterizzano il nostro clima e al tempo stesso lavorare sulla formazione ed educazione della cittadinanza.

Roma - Figure 3
Foto Corriere della Sera
La rinascita dell’ex vivaio della Cellulosa

Il protocollo prevede un percorso di ricerca con la riattivazione della struttura dell’ex vivaio della Cellulosa, chiamato Ovile, inclusa nel «Parco della cellulosa» nella zona urbana di Casalotti, esteso su una superficie di circa 77 ettari, luogo un tempo dedicato alla sperimentazione di piante adatte alla produzione di carta, con laboratori e serre. Una struttura ferma per molto tempo, che con questo accordo trova nuova vocazione e obiettivi, per contribuire da un lato a livello scientifico e dall’altro produttivo al rilancio del patrimonio agroforestale della città. Le essenze che nasceranno nelle serre dell’ex Ovile potranno poi essere messe a dimora nel territorio della Capitale.

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