Eleonora Abbagnato: «A Parigi mi chiamavano “la piccola mafiosa”»

25 Mar 2024

Protagonista del docufilm Una stella che danza, in onda su Rai3 il 29 marzo, la ballerina racconta al Corriere della Sera alcuni ricordi del passato e dell’inizio della sua carriera

Eleonora Abbagnato - Figure 1
Foto Io Donna

«La petite mafieuse», cioè «la piccola mafiosa». Così veniva chiamata Eleonora Abbagnato quando ha fatto il suo ingresso all’Opéra di Parigi. È stata la stessa ballerina a raccontarlo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, rivelando un particolare della sua vita avvenuto quando aveva solo 14 anni.

Eleonora Abbagnato, «la piccola mafiosa»

Certe parole non si dimenticano mai. E la star della danza non ha mai dimenticato quel «piccola mafiosa» con cui veniva etichettata a Parigi. «Quando entrai nella scuola di danza dell’Opéra di Parigi, ero l’unica italiana e le madri delle altre danzatrici mi chiamavano la petite mafieuse. Oggi sarebbe un insulto, all’epoca non mi rendevo conto del peso della parola mafiosa e ci ridevo sopra… avevo solo 14 anni» racconta al Corriere. 

Una lettera anonima

Un’etichetta che le è stata attribuita probabilmente per le sue origini siciliane. La ballerina, infatti, è nata a Palermo nel 1978. «Il connubio mafia-Sicilia è possibile. E quando ero Étoile, ricevetti persino una lettera anonima, dove c’era scritto: liberiamoci della mafiosa siciliana» aggiunge. Eppure, nonostante quell’etichetta mai dimenticata, lei ha raggiunto tutti i suoi obiettivi diventando uno dei nomi più famosi della storia della danza. 

Un docufilm su Eleonora Abbagnato

Nel 2013, infatti, Eleonora Abbagnato è la prima donna italiana ad assumere il ruolo di Étoile dell’Opéra. Oggi è direttrice del Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e un punto di riferimento e fonte di ispirazione per tutti coloro che amano la danza. Al punto che la sua storia, fatta di sacrificio e impegno, determinazione e tenacia, è diventata un docufilm. Si chiama Una stella che danza e andrà in onda il 29 marzo su Rai3. Prodotto da Matteo Leivi e con la regia di Irish Brashi, il docu-film è un viaggio tra ricordi del passato e i sogni che ancora accompagnano il suo presente. 

Tutto è iniziato quasi per caso. «Non ho in famiglia nessuno che abbia mai avuto un rapporto di interesse con quest’arte, però quando ero molto piccola mia madre, che doveva andare a lavoro a Palermo, mi parcheggiava nella scuola di danza della sua amica Marisa Benassai. Assistevo alle lezioni da mattina a sera. E da lì tutto è iniziato» racconta al Corriere. Poi, a fare la differenza, è stato un mix di talento, determinazione e coraggio. Ma oltre a fama, applausi e riconoscimenti, Eleonora Abbagnato non nasconde l’altra faccia del successo: «Tanta solitudine, la lontananza dal tuo guscio di affetti, con cui devi fare i conti».

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