Emanuela Orlandi, i documenti inediti sullo zio e le presunte ...

11 Lug 2023

Sarebbe stata nota, ma non seguita fino in fondo la strada che riemerge ora dalle carte consegnate poche settimane fa dal promotore di giustizia Vaticana, Alessandro Diddi, alla procura di Roma. Il caso è quello di scomparsa più famoso d'Italia, quello di Emanuela Orlandi, di cui non si hanno notizie dal giugno di quarant'anni fa. Nei documenti c'è uno scambio di lettere riportato dall'edizione del Tg di La7 delle 20 del 10 luglio.

Emanuela Orlandi - Figure 1
Foto Vanity Fair.it

Il 22 giugno del 1983 scompariva a Roma Emanuela Orlandi. Figlia di un dipendente del Vaticano, aveva 15 anni. Da allora la famiglia chiede la verità su quello che è accaduto

Fra i documenti arrivati alla procura di Roma c'è uno scambio di lettere avvenuto nel settembre 1983, pochi mesi dopo la scomparsa dell'allora 16enne figlia di un messo della prefettura della Casa pontificia. Il cardinale Agostino Casaroli, allora segretario di Stato Vaticano, scrisse un messaggio per posta diplomatica a un sacerdote che era stato inviato in Colombia da Giovanni Paolo II. Questo prelato era stato confessore della famiglia Orlandi e a lui Casaroli chiede se la sorella maggiore di Emanuela, Natalina, gli abbia mai rivelato di essere stata molestata dallo zio Mario Meneguzzi, marito di Lucia Orlandi, sorella del padre di Emanuela. Dalla Colombia arrivò la conferma che Natalina era stata oggetto di attenzioni da parte dello zio. «Le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere».

Questo episodio era noto agli investigatori negli anni Ottanta e confermato anche dalla donna, ma mai preso seriamente in considerazione. Mario Meneguzzi era anche vicino al Sisde, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, e aveva consigliato al cognato di affidarsi all’avvocato Gennaro Egidio, il servizio avrebbe pagato la parcella. Questo zio era anche una delle persone che rispondeva alle telefonate arrivate nei primi mesi dopo la scomparsa. Il volto dello zio sarenne compatibile con l’identikit della persona vista parlare con Emanuela Orlandi prima della scomparsa vicino al Senato, dove c'era la scuola di musica frequentata dalla giovane.

Il Corriere della Sera riporta le parole dette poche settimane fa dal Alessandro Diddi, il curatore Vaticano: «Abbiamo inviato alla procura di Roma documenti forse sfuggiti o che bisognava saper cercare. piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento».

Secondo l''avvocato Laura Sgrò che segue la famiglia, le carte non sono nuove e si augura che non arrivi solo questo dal Vaticano. Dura la replica di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela è furioso: «Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l'avvocato Sgrò sto organizzando una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia. Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato né me, né mia sorella, né i figli di mio zio. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato».

Leggi di più
Notizie simili