Strage di Erba, Beppe Castagna: «Non andremo in aula, la verità ...

10 Gen 2024
Strage di Erba

«Noi non ricominciamo proprio niente. La verità è già scritta. Non ne troveranno mai un’altra». Beppe Castagna, uno dei fratelli di Raffaella Castagna, che ha perso lei, la madre Parola Galli e il nipote Youssef nella strage di Erba risponde così, in un'intervista al Corriere della Sera, alla notizia del sì della Corte d'Appello di Brescia sull’istanza di revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi.

«Noi non faremo nulla. Ne abbiamo parlato, io e mio fratello Pietro: abbiamo deciso che non ci costituiremo parte civile. Non ci saremo. Facciano gli altri lo spettacolo. Noi abbiamo già sofferto abbastanza e certo non rivivremo tutto di nuovo. E le dirò di più: non ce ne importa niente. Per noi tutto questo è il nulla. Come fanno a smontare la testimonianza di Frigerio? Frigerio era un testimone oculare. Ha visto. Come fanno a cancellare le sue parole nell’aula della Corte d’assise di Como? Come fanno a smontare la prova della goccia di sangue sull’auto? Come fanno a ignorare le confessioni di Olindo scritte di suo pugno sulla Bibbia in carcere?».

Esiste la possibilità che vengano assolti. «Se dovesse capitare mi consolerò pensando che almeno nel frattempo si saranno fatti più di 17 anni di carcere. Che altro possiamo fare io e mio fratello? Incatenarci davanti al Palazzo di giustizia e protestare? Ignorare tutto è la nostra sola via d’uscita. Detto questo io, ovviamente, mi auguro che vengano confermate le condanne. Lo devo a mia madre, a mia sorella, al mio nipotino, alla signora Valeria (altra vittima della strage ndr) e anche alla memoria di mio padre e del signor Frigerio (unico superstite e testimone oculare ndr)».

Nessuno stupore per la decisione della revisione. «Dopo la battaglia mediatica che è stata fatta a favore dei due assassini onestamente tutto questo non mi stupisce. Sa quante volte ho letto in questi anni articoli che sostenevano l’innocenza di Olindo e Rosa? Sa quante puntate ha dedicato al caso e alla mia famiglia una trasmissione come Le Iene? Non so se ha idea di quello che abbiamo dovuto sopportare, io e Pietro. Addirittura sotto accusa, siamo finiti. Incredibile... Noi che abbiamo perso una madre, una sorella e un nipotino... È il mondo al contrario. E adesso vedremo come andrà la causa che abbiamo avviato contro questi signori, chiamiamoli così. Ogni tanto mi chiedo: a che gioco stanno giocando?».

A Repubblica ha detto anche «le confesso che sono anche rincuorato che questo processo si farà. Così l’avvocato, Le Iene e Tarfusser avranno la loro revisione. E quando uscirà l’ovvia verità, cioè che Olindo e Rosa sono colpevoli, spero che tutti saranno contenti ed esausti di questa vicenda, e che non ci rompano più i coglioni per il resto della nostra esistenza».

Questo il racconto degli ultimi 18 anni. «Da anni e anni soffriamo e sopportiamo queste continue tiritere. All’inizio fu una tortura. Col tempo è subentrata la noia, il fastidio: i giornalisti che chiamano, gli amici che chiedono, i clienti che vogliono sapere. Siamo prigionieri. Vorremmo metterci tutto alle spalle. Dopo diciott’anni ne abbiamo il diritto».

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