Strage di Erba, dagli omicidi alla possibile revisione della sentenza

10 Gen 2024
10 gennaio 2024 12:30

Si riapre il caso dopo l'ok della Corte d’appello di Brescia all’udienza per la revisione del processo a Olindo Romano e Rosa Bazzi

Strage di Erba - Figure 1
Foto TGCOM
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La strage

 È la sera dell'11 dicembre 2006 quando i vigili del fuoco, intorno alle 20.20, arrivano per un incendio in una corte, in via Diaz 25, in quella che nella zona viene chiamata la "Casa del Ghiaccio", a Erba, in provincia di Como. Quello che sembra un normale intervento nella casa di una famiglia all'apparenza normale si rivela invece la scoperta di un pluriomicidio. Qualcuno ha cercato di nascondere l'uccisione di Raffaella Castagna, 30 anni, il figlio di lei di soli 2 anni Youssef Marzouk, la madre della donna Paola Galli, 60 anni, e la vicina di casa Valeria Cherubini, 55 anni. La scena che si presenta ai pompieri sembra uscire da un film dell'orrore, con sangue ovunque: sul pianerottolo del primo piano c'è Mario Frigerio, vicino di casa e marito di Cherubini, con la gola tagliata e in fin di vita. Nell'appartamento al primo piano ci sono i corpi di Raffaella Castagna, massacrata con colpi di spranga, accoltellata 12 volte e infine sgozzata. Vicino a lei il corpo della madre Paola Galli, anche lei presa a colpi di spranga e accoltellata. Sul divano il corpicino di Youssef, sgozzato, morto dissanguato. Al piano superiore il corpo di Valeria Cherubini che era scesa dopo aver visto il fumo: quando la trovano i soccorritori è ancora viva nonostante le 34 coltellate e gli 8 colpi di spranga, fatale sarà il monossido di carbonio. Il bilancio è di 4 morti e un ferito gravissimo, Frigerio, salvato solo da una anomalia congenita del decorso della carotide. Il primo a finire sotto la lente degli inquirenti è Azouz Marzouk, originario di Zaghouan (Tunisia), compagno di Raffaella e padre del piccolo Youssef. L'uomo ha dei piccoli precedenti penali per droga, ma il giorno della strage è in Tunisia dai genitori.

Le prime indagini

 Gli investigatori allora allargano il raggio di azione e si concentrano su una coppia di vicini di casa, Olindo Romano e Rosa Bazzi che già in passato avevano avuto dei problemi con Raffaella Castagna. I due non sembrano colpiti da quanto successo, anzi mostrano ai carabinieri uno scontrino del McDonald's di Como battuto la sera della strage. I militari però notano un grande ematoma e molte escoriazioni alle mani su Romano, mentre Rosa ha un cerotto al dito con tracce di sangue recenti. Il 26 dicembre i carabinieri esaminano l'aiuto di Olindo Romano e trovano una traccia di sangue di Valeria Cherubini. Il 9 gennaio del 2007 i due coniugi vengono arrestati dopo un lungo interrogatorio: Frigerio, che si risvegliato dal coma dopo l'operazione che gli ha salvato la vita, lo indica come colui che lo ha colpito.

La confessione

 Il 10 gennaio la svolta. Olindo e Rosa confessano: sono loro i responsabili. "Quando è arrivata la Castagna con la macchina del padre, la figlia e il nipote, abbiamo aperto il portoncino perché avevo le chiavi. Siamo entrati... Ho colpito la Raffaella subito, ho colpito la madre subito. Mia moglie è corsa dal bambino. Poi è ritornata e mi ha dato una mano a finire la mamma della Raffaella. Poi abbiamo finito la Raffaella", le parole di Olindo. "Non ne potevo più di mal di testa perché la mamma gridava. Io ho accoltellato la mamma. Io ho accoltellato il bambino", parte della confessione di Rosa. Il 10 ottobre 2007, mentre è in corso il processo, Olindo Romano ritratta la sua versione davanti al gup, così come la moglie. Il pm di Como, Massimo Astori, li legge come tentativi di cambiare la strategia difensiva e il 12 ottobre i due vengono rinviati a giudizio. I coniugi vengono condannati in primo e secondo grado all'ergastolo con isolamento diurno. Il 20 aprile 2010 la Cassazione conferma la sentenza: per loro si aprono le porte del carcere. 

La possibile revisione

 Con le nuove dichiarazioni di Azouz Marzouk, intanto espulso dall’Italia per una nuova condanna per spaccio di droga, era nel frattempo arrivato un colpo di scena. L’uomo si era detto convinto che gli assassini non fossero i coniugi Romano. Si ventilava l’ipotesi che potesse essere stato Giuseppe Castagna, fratello di una delle vittime. Ma questa pista non viene presa in considerazione. Il 12 aprile 2023 il sostituto procuratore generale di Milano avanza richiesta di revisione del processo: "In tutta coscienza per amore di verità e di giustizia e per l'insopportabile pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l'ergastolo". I legali della coppia condannata annunciano di voler fare lo stesso. Alla base dell’istanza del pg milanese ci sono “nuove prove” a lui presentate dall'avvocato Fabio Schembri, alla guida del pool di legali che assiste Romano e Bazzi.  A ottobre 2023, i legali di Olindo e Rosa, hanno depositato alla Corte d'assise di Brescia l'istanza di revisione di condanna per i coniugi. Gli avvocati ritengono di aver nuovi elementi tali da portare a un proscioglimento della coppia, in carcere dal 2007.

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