Strage di Erba, oggi udienza di revisione del processo. Marzouk ...

1 Mar 2024

I legali della coppia puntano su nuove prove che, a loro avviso, potrebbero portare all’assoluzione dopo 18 anni dagli omicidi avvenuti l’11 dicembre 2006. L'accusa: "Non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio". Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime, arrivando al Palazzo di Giustizia di Brescia ha detto: "Inizialmente pensavo che fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non sia stata fatta giustizia"

Strage di Erba - Figure 1
Foto Sky Tg24

Decine le persone in coda fin dalle prime ore del mattino per entrare nell'aula del Palazzo di Giustizia di Brescia in cui si discute oggi la richiesta di revisione della sentenza che ha condannato all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba dell'11 dicembre del 2006. I legali della coppia puntano su nuove prove che, a loro avviso, potrebbero portare all’assoluzione dopo 18 anni. In aula dovrebbero esserci sia Olindo e Rosa, in carcere dal gennaio 2007: i due in un primo momento avevano confessato per poi ritrattare. "Siamo di fronte a una manifesta inammissibilità delle richieste di prova" da parte della difesa, ha detto l'avvocato generale dello Stato Domenico Chiaro che, insieme al procuratore generale di Brescia Guido Rispoli, rappresenta la pubblica accusa.

Per avvocato dello Stato nessuna nuova prova

Quelli presentati dalla difesa di Olindo e Rosa per chiedere la revisione del processo sulla strage di Erba "non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio" secondo l'avvocato dello Stato Domenico Chiaro, così come le intercettazioni che "non assurgono a dignità di prove". Per quanto riguarda il presunto deficit mentale di Rosa Bazzi "c'è il sospetto che ci fosse interesse" da parte dell'imputata "a rispondere in modo scorretto ai consulenti. Non sa dov'è il Brasile, in Spagna, ha risposto". E Olindo "inizialmente era apparso non avere rimorsi, poi la ritrattazione. Dategli l'Oscar a questo punto".

"Frigerio non ebbe falsi ricordi"

Inoltre secondo Chiaro non ci fu "nessun falso" ricordo nella testimonianza di Mario Frigerio che per primo fece il nome di Olindo Romano e che rimase gravemente ferito nella strage. "Lo disse tre volte" ha detto il magistrato. "Le sue dichiarazioni non cambiano, non perdono pezzi", come sostenuto dalla difesa.

Pg: "Non c'erano aggressori nella casa della vicina"

Il pg di Brescia Guido Rispoli ha poi sostenuto che, contrariamente a quanto detto dalla difesa, cosa che cambierebbe la dinamica dell'eccidio di Erba, Valeria Cherubini, vicina di casa delle vittime e moglie del supertestimone, Mario Frigerio, non fu colpita mortalmente nel suo appartamento al piano di sopra rispetto a quello del massacro ma mentre fuggiva, come ricostruiscono le sentenze. "Non c'era nessun aggressore in casa, e Valeria Cherubini in stato di incoscienza per il colpo subito, era salita nella sua casa, la sua tana per rifugiarsi", dove morì, come detto dal consulente in primo grado. Rispoli ha contestato che nelle consulenze scientifiche sulla scena del delitto della difesa della criminologa Roberta Bruzzone siano state usate metodologie che all'epoca dei fatti non esistevano. "Le macchie si sangue e la scena del crimine sono elementi già in possesso dei giudici precedenti ed erano già stati analizzati compiutamente".

Strage di Erba - Figure 2
Foto Sky Tg24
Pg: "Inverosimile la pista sulla criminalità organizzata"

Inoltre un regolamento della criminalità organizzata è "assolutamente inverosimile" per spiegare la strage di Erba secondo Rispoli che, nel suo intervento ha contestato tutti gli elementi portati dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. "Devo fuggire da secondo piano, vado a mettermi in una corte chiusa, con la macchina lontano; le armi sono state spranghe e un coltellino di piccolo cabotaggio. Poi uccidere un bambino, per quale motivo?", "Mando a fare una cosa di questo genere per un ergastolo infamante come lo sono tutti, ma questo ancor di più?", ha chiesto il magistrato, che ha ricordato come in un'intercettazione dell'ordinanza di custodia cautelare che portò in carcere Azouz Marzouk, l'uomo dopo l'eccidio non mostrò alcuna preoccupazione per sé stesso: "Sono i giorni più belli della mia vita", disse a bordo di un'auto con altre due persone qualche mese dopo la strage.

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Azouz Marzouk: "Credo non sia stata fatta giustizia"

"Sono emozionato, stiamo avendo la nostra rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non sia stata fatta giustizia. Oggi possono riparare", ha detto Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage di Erba, entrando nell’aula di Brescia. "La pista della droga è quella che tutti vogliono far credere, ma mi danneggia visto che mi sto trasferendo in Italia. Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla". "Sto facendo questa lotta per tutti", ha detto ancora il marito di Raffaella Castagna. "È un errore giudiziario? Non lo so. Ma questa giornata è importante anche per mio figlio, per Raffaella e per le altre vittime". Marzouk ritiene che ad uccidere la moglie e il figlio siano stati "dei professionisti".

Olindo: "Spero in un processo sereno a Brescia"

Ieri il giornalista Marco Oliva durante una trasmissione su Telelombardia ha letto una lettera inviatagli da Olindo Romano: "Caro Marco, ho saputo della revisione telefonando a Rosa, lei era emozionatissima e anche io mi sono emozionato non vedevo l'ora di rifare il processo", ha scritto l’uomo. "Noi - ha aggiunto - ci aspettiamo che finalmente possa esserci un processo vero che con oggettività valuti le prove. Voglio ringraziare il Procuratore Generale di Milano Tarfusser che ci ha fatto riconquistare la fiducia nella giustizia. Speriamo che a Brescia ci siano magistrati che valuteranno con serenità tutte le anomalie di questa vicenda. A me e Rosa in questi anni è mancata la possibilità di stare insieme come facevamo prima, vogliamo solo quello". Olindo poi ha commentato anche le recenti dichiarazioni di Giuseppe Castagna, che nella strage di Erba ha perso madre, sorella e nipotino. "Penso che i fratelli Castagna - ha scritto Romano - dovrebbero essere interessati a capire come sono andati veramente i fatti e non capisco perché nascondano la testa sotto la sabbia pur di non confrontarsi con gli innumerevoli dubbi che continuano a emergere da questa vicenda. Non so chi sia il colpevole e non posso accusare nessuno senza prove, so io cosa vuol dire e non lo auguro a nessuno".

approfondimento Strage di Erba, la storia di Olindo Romano e Rosa Bazzi

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