La Camera approva il nuovo Codice della Strada: la mobilitazione ...

27 Mar 2024

Oggi 27 marzo 2024 la Camera dei Deputati ha approvato il prima lettura la proposta – fortemente voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini – di Riforma del nuovo Codice della Strada, senza accogliere alcuna delle numerose richieste avanzate da mesi in sede parlamentare e, con grande vigore, nelle ultime settimane dalle associazioni di familiari di vittime sulla strada e da oltre 40 piazze in tutta Italia, animate da associazioni e persone impegnate per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale.

Nuovo Codice della Strada - Figure 1
Foto Bikeitalia.it
La mobilitazione delle associazioni continua

La mobilitazione delle associazioni dei familiari delle vittime sulla strada, di tante altreorganizzazioni e di migliaia di cittadine e cittadini non si ferma. La richiesta al governo Meloni e atutte le forze politiche è chiara: riscrivere insieme al Senato la riforma del Codice dellaStrada. Già da questa mattina è partito un mail bombing con questa precisa richiesta al Senato: in un’ora, sono state inviate oltre 1300 email. E al momento in cui pubblichiamo questo articolo il numero delle email è oltre 2500, come Bikeitalia apprende dai promotori della campagna “Stop a Codice della Strage”.

La voce dei familiari delle vittime sulla strada

“Oggi – dichiarano Paolo Pozzi e Angela Bedoni, genitori di Lucia, investita e uccisa a 17 anni, nella notte di Natale del 2004, a Melegnano – è una giornata triste per l’Italia: l’approvazione alla Camera del nuovo Codice della Strada è una brutta notizia perché questa riforma rappresenta un passo indietro per la tutela della vita umana. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: troppe persone muoiono a causa della velocità delle automobili, nel nostro Paese, quasi il doppio rispetto agli altri paesi europei.

È la prima causa di morte tra i giovani, proprio come nostra figlia Lucia. Ma il nuovo codice, insieme a decreti e direttive, limita gli autovelox, ostacola i provvedimenti comunali di riduzione della velocità e addirittura delega il governo ad aumentare i limiti, ad esempio. E moltissime altre sono le norme critiche come denunciamo da tempo senza che sia stata accolta nessuna nostra proposta.

Per questo motivo chiediamo al Governo Meloni e a tutte le forze di maggioranza e opposizione di riscrivere in profondità insieme alle nostre associazioni la riforma del Codice della Strada, che dovrà essere discussa al Senato nelle prossime settimane, eliminando tutte le gravi criticità dell’attuale testo e inserendo le norme necessarie invece mancanti”.

Il 75% delle osservazioni non sono state accolte

La Camera ha approvato il nuovo Codice della Strada – come sottolineano i promotori delle mobilitazioni in una nota – nonostante:

Un appello video delle associazioni familiari vittime della strada;Una lettera diretta al presidente Meloni da parte delle associazioni familiari vittime sulla strada, con cui veniva chiesto di mettere in pausa l’approvazione del codice per riscriverlo insieme a loro;40 piazze in tutta Italia tra il 9 e il 12 marzo, dove associazioni e attiviste/i si sono mobilitato al grido di “Stop al Codice della Strage”;Oltre 20.000 email ai parlamentari suddivisi per Regione e oltre 12.000 rivolte direttamente alla Presidente Meloni;Oltre 2.500 telefonate ai capigruppo alla Camera, uno strumento usato per la prima volta in italia;Ordini del Giorno approvati dai Consigli Comunali e dalle Assemblee di Roma Capitale, Milano, Torino, Bologna, e forti prese di posizione di Brescia, Bergamo, Padova, Verona, Vicenza. Sono molte le altre città in cui Ordini del Giorno simili sono stati presentati e stanno per venire discussi, tra cui: Aosta, Genova, Jesi, Modena, Monza, Perugia.

Il ministro Salvini qualche giorno fa ha dichiarato che “il 25% delle osservazioni fatte nelle audizioni è stato accolto”. E questo non dovrebbe essere già di per sé motivo di vanto, perché significa che tre osservazioni su quattro sono state rigettate.

Ignorate la maggior parte delle proposte per la sicurezza stradale

Ma andando ancora più a fondo a verificare le audizioni svolte e le memorie depositate, si vede come solo pochissime delle osservazioni fatte dalle associazioni familiari vittime e dalle associazioni impegnate nella tutela della sicurezza stradale e promozione della mobilità attiva siano state accolte (ad esempio l’alcool lock), mentre tutte le altre sono state ignorate o rifiutate.

No autovelox, ciclabili, ZTL, Zone 30

Sono state respinte, in particolare, tutte le proposte nonché gli emendamenti che da un lato correggevano le norme più gravi (quelle contenenti pesanti limitazioni ad autovelox, ciclabili, ZTL, zone 30, aree pedonali, controlli e sanzioni, finto metro e mezzo salva-ciclisti, etc.). E che dall’altro lato introducevano le misure necessarie per una vera sicurezza stradale (abbassamento delle velocità nelle strade urbane, controlli digitali contro la guida distratta al telefono, sensori anti-angoli ciechi, educazione stradale come materia obbligatoria dell’educazione civica, eccetera).

Tutelati gli interessi dell’automotive

“Al contrario, sono state ampiamente accolte le osservazioni provenienti da quel comparto che rappresenta chiarissimi interessi economici privati legati al mondo del trasporto privato e del trasporto su gomma, come l’ACI – automobile club d’Italia e l’Associazione delle imprese di Autotrasporto (AssoTir), proprio quell’associazione che a Milano ha fatto ricorso al TAR contro l’obbligo di sensori contro gli angoli ciechi dei mezzi pesanti, misura per l’appunto non prevista dal Nuovo Codice ed esplicitamente bocciata a fronte di vari emendamenti che andavano in quella direzione”, scrivono i promotori della campagna “Stop al Codice della Strage”.

Sempre il Ministro Salvini nelle scorse settimane ha dichiarato di essere disponibile ad accogliere ‘suggerimenti’, ma nei fatti nessuna proposta fatta per migliorare il nuovo Codice della Strada è finora stata accolta, in oltre 6 mesi di iter del disegno di legge.

Le critiche e l’allarme per la ‘controriforma dell’insicurezza stradale’ non sono arrivate solo dall’Italia: quasi 50 organizzazioni internazionali – infatti – hanno scritto al Governo per chiedere di fermare l’approvazione e riscriverne le parti più pericolose per la tutela della vita umana. Tra queste Clean Cities Campaign, European Federation of Road Traffic Victims, European Transport Safety Council, International Federation of Pedestrians, European Cyclists’ Federation, European Driving Schools Association. Ha sottoscritto anche POLIS, la principale rete di città e regioni europee che collaborano per sviluppare tecnologie e politiche innovative per il trasporto locale.

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